T/n's pov
Mi toccai le guance non realizzando immediatamente cosa fosse a bagnarle. Guardai Levi con lo scopo di non farlo preoccupare più di quanto non lo fosse già, ma i suoi occhi non si staccavano da me continuando a guardarmi stupefatto. Già, proprio stupefatto, ma mai quanto me nei secondi seguenti quando il calore che sentivo solo sulle guance mi avvolse. Mi ritrovai stretta in un suo abbraccio. Provai a chiamarlo per nome per chiedergli di staccarsi, ma le parole non mi uscivano dalla gola.
«Se hai bisogno: io sono qui»In quell' istante il nodo che avevo in gola si strinse ancora di più e le lacrime iniziarono a sgorgare copiose. Il silenzio era coperto dai miei ripetuti singhiozzi e per evitare mi vedesse così sprofondai il viso nella sua giacca mentre iniziavo a stringere il tessuto di quest'ultima. Lui appoggiò una mano sulla mia testa ed iniziò ad accarezzarla fino ad arrivare alla nuca. Inizialmente sussultai a quel contatto poi mi ci abituai, anzi, avrei voluto che non finisse più.
Mi sentivo stranamente protetta stando tra le sue braccia muscolose. Credo fu quella la prima volta che sentii il suo profumo così chiaramente... Era veramente buono e riusciva a calmarmi.
Smisi di singhiozzare, ma rimanemmo così ancora per un po'. Mi sentivo bene e al sicuro con lui come mai non nessun antro.
Quel contatto inaspettato si era rivelato indispensabile ed unico; era un momento solo nostro. Credo che sarei rimasta in quel modo per sempre se la mia coscienza non fosse intervenuta...Ehm, ehm...
Cosa vuoi?
Non arrabbiarti, sono qui per sclerare
Perché mai vorresti sclerare adesso?!
Se vuoi puoi sclerare con me
Molto divertente...
Okay
Sei strana oggi
Io sarei strana? Guarda che ti trovi tu tra le braccia di un certo "rompi scatole" che ti ha gentilmente invitata a vivere da luiRealizzai che per una volta la mia coscienza non stava sparando solo cavolate: ero abbracciata ad un ragazzo più grande di me, con cui vivevo insieme, con un carattere di merda che, però, riusciva a stravolgermi completamente rendendo la me apatica alla me con poche, ma presenti, emozioni!
Sentii il mio battito accelerare. Non volevo che lo sentisse, chissà cosa avrebbe pensato; così lo allontanai di colpo con le braccia.I suoi occhi mi fissarono perplessi. Era ingiusto! Il suo sguardo mi metteva troppo in soggezione e le sue labbra erano leggermente aperte come per iniziare a chiedermi il perché di ciò che avevo appena fatto.
Girai il volto di scatto e lo anticipai:«A-adesso mi sento meglio; p-possiamo andare- aprii la portiera e gli diedi le spalle- Grazie Levi»Prese le chiavi entrai in casa e come prima cosa mi lanciai sul letto. Il mio cuore batteva ancora all'impazzata. La tristezza della giornata non era passata del tutto, ma almeno la mia mente si era distratta concentrandosi solo su quello che era successo pochi attimi prima in macchina. La sua voce.. la sua stretta salda.. il suo profumo.... Pensavo solo a quello.
Volevo che tornasse ad abbracciarmi. Ed era strano, perché io avevo iniziato ad odiare gli abbracci. Li trovavo inutili manifestazioni da affetto, una cosa che mancò per molto tempo nella mia vita. Da quando ero tornata non avevo permesso neanche a mia madre di farlo, solo ad Armin avevo regalato uno 'stenco' abbraccio al pigiama party a casa di Eren. Ma quello di Levi era una cosa completamente differente.
Mi sedetti sul letto e presi il cuscino sprofondandoci la faccia dentro. Non era come nascondere il viso sul petto del corvino. Avrei voluto chiamarlo e dirgli di raggiungermi subito, ma poi? Cosa mi sarei inventa? Stava preparando il pranzo e lui odia essere interrotto durante le mansioni domestiche!
In quel momento avrei avuto bisogno che qualcuno mi avrebbe potuto dare qualche consiglio su come comportarmi, ma non sarebbero certo piovuti dal cielo! Sbiffai stingendo il cuscino.
Sicuramente i miei compagni di classe avrebbero avuto consigli da darmi, pensai. E proprio in quel momento mi ricordai di Annie. Aveva detto che dovevo farlo da sola senza velocizzare le cose, ma in quel momento l'unica cosa che mi sembrava più veloce del normale erano i battiti del mio cuore.Volevo risposte e le desideravo subito. Insomma, non era possibile che non riuscissi a togliermi dalla testa il volto di Levi... i suoi capelli corvini... i suoi occhi grigio-azzurri... o le sue sottili labbra di colore chiaro. Pensandogli mi sentii immediatamente felice. Una persona poteva donarmi talmente tanta felicità solo pensandole; non potevo crederci!
Mi sembrava di essere tornata quella bambina sognatrice e piena di emozioni semplice che ero una volta. Chissà se potevo tornare ad essere proprio quella lì. Ma in un certo senso non volevo essere ancora una volta così; desideravo riprovare quelle emozioni, tuttavia in maniera diversa. Bramavo di poter capire il mio cuore che si stava riaccendendo poco alla volta senza il mio consenso. Trovare ciò che avevo perso era il mio obbiettivo, ma trovarlo cresciuto sarebbe stato meglio.
Insomma, non si possono paragonare le paure di una bambina delle elementari a quelle di una quasi maggiorenne, sarebbe stato sbagliato e ingiusto. Volevo che accadesse anche se al contempo ne avevo un incredibile timore. Come mi stava capitando in quel momento stavano tornando, ma in modo differente da come le ricordavo e non avevo la più pallida idea di come affrontarle quando le avrei trovate davanti a me.
Presi rapidamente il computer accanto a me, lo accesi ed iniziai a scorrete l'elenco delle canzoni in tendenza che mi consigliava YouTube in automatico. Non ero mai andata pazza per la trap e notarlo tra le proposte mi infastidiva. Scesi ancora un po' l'elenco dei "suggeriti" fino a trovarne uno giallo che aprii:
L'avevo già sentita a scuola quel giorno durante l'intervallo da un gruppo di ragazzi, ma non avevo dato troppo peso alle parole. Sfortunatamente non potei seguirlo tutto neanche in quel momento.
«Mocciosa abbassa il volume»
Vidi Levi passare davanti alla porta e incuriosita mi alzai dal letto provando a capire cosa stesse combinando, scordandomi il computer acceso.«Cosa vuoi mocciosa?»
«Ti pedino per casa e poi magari mi regali una sedute dallo psicologo»
«Adesso ti senti un vena di scherzare? Per tutta la mattina ti sei comportata in modo assurdo, provo a consolarti dicendoti che se avrai bisogno io ci sarò per te e tu come reagisci? Mi lasci in macchina come un povero idiota mentre corri in casa!» sbottò scocciato.«Hai ragione, scusa» lo stupii con tre semplici parole. Avrei voluto spiegargli meglio come mi sentivo, ma mi era impossibile anche se desideravo farlo.
Allora mi limitai ad alzare lo sguardo fino al suo e tentai di sorridergli:« Grazie mille Levi»
«Puff» mi si avvicinò e mi scompigliò i capelli. «Ti capisco sai. Anche io vorrei dire alcune cose, ma le parole non escono mai come vorrei. Mi toccherà aiutarti anche in questo» alzò gli occhi al cielo.«Allora io aiuterò te!» lo stupii nuovamente.
«Non penso ci riuscirai»
«Non ho paura neanche di questa sfida» mi guardai la mano e la stinsi in un pugno alzandola di fronte a lui. «Se non riusciamo a parlarci come vorremmo, proviamoci con dei gesti» fissò la mia mano perplesso poi fece lo stesso facendo toccare le nostre nocche. Un brivido mi percorse la schiena.Uno a zero per me.
«Preparo il pranzo, tu fai quel che ti pare»
Tornai in camera mia e notai di aver lasciato il computer acceso. Iniziai ad avvicinarmi all'oggetto, ma le mie gambe non rispondevano come volevo. Tremavano e sembravano estremamente leggere allo stesso tempo.
Che cosa strana... Perché mi senti cosìStavo per spegnerlo quando la mia attenzione finì su un AMV...
*Angoli autrice*
Lo so che mi volete tanto bene, per cui non vi dirò tra quanto posterò il prossimo capitolo!🙂
Vi amo❤~Disagio Queen🤑
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Il nostro sogno •||LevixReader||•
FanficT/n è una ragazza appassionata di musica fin da bambina e per nutrire questa sua passione, una volta tornata nella sua città natale, svolge delle prove per entrare in una band guidata dal ragazzo più temuto della zona: Levi Ackerman. •"«Adesso non h...