Cap. 54.1~ Ti sfido

377 22 43
                                    

Questo capitolo, e i seguenti sono extra! Per tornare alla trama principale vi invito a riprendere la lettura a partire dal capitolo 55!!!


Levi's pov

Guardo i biglietti che ho in mano e mi stupisco di come finalmente gli sforzi della band sarebbero stati premiati da lì a un mese. Anni di sacrifici non sarebbero stati vani alla fine, la fatica e l'impegno avrebbero portato a qualcosa di concreto una volta tanto. Certo che le cose erano cambiate tanto, troppo rispetto al passato; ma troppo non è sempre un male, o almeno, non in questo caso. Per fortuna alcune cose però, non erano cambiate.

«Sono tornata.»
«Ciao mocciosa.»
«Che fai nano?»
«Devo terminare un elaborato. Hai molto da studiare?» le domando senza staccare gli occhi dallo schermo del portatile.
«Un po'.»
«Ricordati che questa sera abbiamo le prove.»

«Lo so.- guardò sul monitor e poi vicino alla tastiera- Quelli sono i nostri biglietti per il GMF?»
«Mm. Sono arrivati oggi.»
T/n allungò il braccio per prenderli impedendomi per qualche secondo di continuare il mio lavoro.
«Hai finito?»
Si mise a sedere accanto a me coi biglietti in mano, appoggiò la testa sulla mia spalla e si mise ad esaminali scrupolosamente.

«Mi stai distraendo.» la rimproverai.
«Vuoi fare una scommessa?» ruotai gli occhi e la ignorai. «Sei peggio di un bambino!»
«Un neonato?» le risposi sarcastico.
A quel punto T/n si alzò e mi chiuse il portatile. 
«Hei!»
«Adesso mi ascolti?»
Svogliato alzai lo sguardo sul viso di lei. Le sopracciglia vicine, le labbra serrate e i capelli le sfioravano le guance leggermente arrossate. Appoggiai la schiena contro il tessuto del divano ed incrociai le braccia.

«Hai la mia totale attenzione.»
I lineamenti della c/c si addolcirono:«Facciamo una scommessa come qualche mese fa.»
«Vuoi fare di nuovo la mia maid personale?»
«Non ho intenzione di perdere.»
«Certo mocciosa.» intonai ironico.
«Almeno fammi finire di parlare!» alzai le braccia rimanendo muto. «Sarà una sfida basata sulla fortuna.»

«Ossia?» 
«Fammi parlare!»
«Scusa, scusa...» Cavolo, ma che ha oggi?
«Vince chi si avvicina di più nell'indovinare l'ultimo voto che ha preso l'altro. Chi perde dovrà fare una penitenza.» spiegò.
«Da quando ti piacciono queste minchiate?» T/n arrossì leggermente per l'imbarazzo.
«Non mi sembra importante...»
«Allora accetterò di fare il tuo stupido gioco solo se mi dici da dove ti sia venuta quest'idea.»

Incrociò le mani e iniziò a muovere i pollici seguendo una direzione circolare, aveva gli occhi che viaggiavano rapidamente per la stanza fino a quando non mi guardò in volto notando che stessi parlando seriamente.
«L'hanno fatto alcuni miei compagni di classe dopo che ci hanno consegnato l'ultima verifica. Le penitenze sono state molto divertenti da vedere... Così ho pensato di... ecco...»
Sospirai. «Ho capito. Su che materia è il voto che devo indovinare?»
Sorride contenta:«Fisica. Io?»
«Statistica.»

 Certo che è una sfida abbastanza squilibrata, i giudizi delle valutazioni cambiano molto tra le superiori e l'università, credo che t/n sia svantaggiata in questa sfida. Meglio per me.

«Otto.» risposi rapidamente.
«Mi dispiace, ma ho peso sette.»
«Allora la nostra piccola sfida verrà decisa in base a quello che dirai tu.» lei ci ragionò ancora qualche secondo.
«Venticinque. Circa la tua stessa "puntata".» Non risposi.

«Quindi?- mi esortò- Quanto hai preso?»
«...Ventisette...»
«Dato che tu hai sbagliato di un voto ed io poco meno... Ho vinto io...?» 
«Perchè sei tu quella incredula?!»
«Non credevo avrei vinto veramente! Non ho ancora pensato a una penitenza.»
«Stai dicendo che speravi di perdere? Da quando hai manie masochistiche?!»

Mi guardò con aria sia arrabbiata che imbarazzata. Mi ricordò una dei personaggi di uno degli anime che guardava T/n. Come aveva detto che si chiamava? Tsundere, se non sbaglio. Certo che è un'espressione molto carina...

Complimenti, da oggi ti promuovo a soggetto sadico!
Se avessi potuto avrei schiaffeggiato la mia coscienza, sapendo che forse aveva leggermente ragione. 
Rilassati, se tu sei sadico e le masochista, questo conferma solo la vostra compatibilità.

«Non so decidermi!» la mia attenzione fu catturata nuovamente dalla c/c.
«Di certo non posso consigliarti io.»
«Quello è ovvio. Non potrei mai chiedere a te di-» si interruppe.
«Tutto bene?»
«Ho la soluzione: se io non so decidermi, lo farà qualcun'altro.» prese il telefono e fece partire una chiamata.

«Ciao Hanji, ho bisogno di un favore.»
HANJi!? Perchè tra tutte le persone di questo mondo aveva deciso di contattare quella pazza!
«C-C-Cosa? Non ho intenzione di fare una cosa del genere!... Cosa c'entra adesso?» la sua gote aveva definitivamente mutato colore tingendosi di un rosso intenso. «Non posso farlo per così tanto tempo!»
«Tsk.» mi alzai in piedi e le afferrai il telefono «Va bene qualsiasi cosa tu le abbia detto; ciao.» chiusi la conversazione e lanciai il suo telefono sul divano.

«Allora, cosa ha proposto la quattrocchi?»
Abbassò lo sguardo:«Dovrai comportarti come un neonato per cinque giorni.»
«E come credi che dovrei fare a portare avanti la mia vita da universitario?»
«Ho anche accorciato la tua punizione e mi ripaghi in questo modo. Hanji aveva proposto di andare avanti per cinque mesi!»

Sentii le forze venirmi a mancare per un istante. Lei si accorso del mio sconforto e sorrise:«Non dirmi che Levi Ackeman ha paura di una piccola sfida innocente. Se la cosa può rassicurarti,quando sarei senza di me potrai fingerti un bimbo grande. Che 'mamma' amorevole che hai.- improvvisamente una smorfia beffarda comparve sul suo volto- Chissà come mai tutto questo mi porta a una strana sensazione di deja vù.»

«Tsk.» ruotai gli occhi.
«Non fare così. È stata una sfida senza inganni, non puoi lamentarti adesso che la frittata è fatta.»
Chiusi gli occhi e presi un bel respiro:«Da quando dovrò iniziare a fare il... Fare il... insomma il-?» quella parola faceva molta fatica ad uscire dalla mia bocca, si bloccava proprio prima che riuscissi a darle voce.
«...Bambino» mi completò lei.
«Già b-... Quello che è.»
«Da questa sera: ho bisogno di fare acquisti prima di iniziare a divertirmi. Ci fermeremo durante la strada per andare a fare le prove oggi.»

«Quindi adesso lo trovi divertente?»
«Abbastanza. Goditi le tue ultime ore da adolescente ribelle, da questa sera sarai il mio bambino.»
Cinque giorni, sarebbero stati solo cinque giorni. Nella mia mente però, sembravano così tanti. In un periodo tanto pieno d'impegni perchè avevo accettato di fare una sfida così stupida con T/n. Eppure ormai i giochi erano fatti ed io non potevo tirarmi indietro, il mio orgoglio me lo impediva. Questo è quello che ripensavo nella mia testa, domandandomi come mai avessi deciso di prendere parte ad una cazzata del genere; ma in realtà sapevo la risposta.

Stando con T/n mi divertivo e sentivo bene, in alcuni momenti addirittura spensierato. Era bello divertirsi con lei, giocare e stuzzicarci. Proprio come fanno normalmente i bambini durante la loro infanzia, l'infanzia che a me non era stata concessa avere. Probabilmente è proprio per questo motivo che l'idea di fingermi un bambino con lei non mi metteva a disagio quanto il pensiero che potesse scoprire che effettivamente quel modo di passare il tempo non mi dispiacesse sul serio.




Angolo autrice

Eccoci qua. Sono riuscita a mettere per scritta la richiesta che ha espresso la vincitrice del giochino, nei prossimi capitoli vedrete anche come saranno effettivamente le dinamiche che porterà la sfida. 

~Disagio Queen☄️

Il nostro sogno •||LevixReader||•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora