Cap. 11~ Emozioni complesse

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T/n's pov

Ero a scuola da circa tre ore, ma non riuscivo a seguire nessuna lezione. Prendevo qualche appunto rapido, ma nonostante tutto non mi riuscivo a togliere dalla testa quella strana sensazione di ieri. Che diamine mi stava succedendo.

«T/n... T/n...»
Vedo Armin muovere una mano davanti a me.
«Sì?»
«É suonato la campanella dell'intervallo. Va tutto bene?»
«Ah scusa, non me ne ero accorta» mi alzai di scatto.
Sasha:«Vi va di andare alle macchinette?»
Armin:«Perché no»
T/n:«Veramente io vorrei restare un po' da sola...»

Sasha:«C'é qualcosa che non va?»
T/n:«Non lo so...»
Il biondo e la castana si scambiarono un'occhiata rapida.
Armin:«Ha bisogno di lei»
Sasha:«Assolutamente sì»
T/n:«Di cosa state parlando?»
Mi sollevarono dalle spalle e mi trascinarono fino a davanti alla classe di chimica.

All'ingresso riconobbi Reiner, Bhertoldt ed Annie.
Reiner:«Hei ragazzi tutto okay?»
Sasha mi lasciò è si inginocchiò davanti ad Annie, ignorando completamente il biondo.
Sasha:«Abbiamo bisogno della tua dote per far star meglio T/n. Per favore aiutaci!»
Entrambi la guardammo sbigottiti.
Annie:«Perché dovrei aiutarla io?»
Armin:«Perché vi capite e perché sei brava ad aiutare le persone»
Annie:«Ufff... Oh capito. Vieni T/n»

Entrammo nel laboratorio chiudendo la porta dietro di noi, poi mi portò in una piccola stanza piena di sostanze e materiali per gli esperimenti.
«Scusa, ma perché mi hanno portata da te? E perché ci siamo chiuse in questa sorta di sgabuzzino?!»
«Evidentemente tu devi parlare di emozioni e se vuoi evitare che origlino tutto, questo è il posto migliore»
«...Farò finta di aver capito»

«Allora?» e incrociò le braccia.
«Allora cosa?»
«Mi riferisco alla tue preoccupazioni. Perché hai la testa tra le nuvole?- la guardai cercando di capire a ciò che si riferisse- Guarda che ti ho vista in classe, si vede che hai la testa al trove. E adesso siamo qui per scoprire dove»
«Non lo so»
«Che pessimo inizio...!»
«Ehi!!!»

«A cosa o a chi stai pensando?» mi domandò scocciata.
«Ad una persona»
«E perché le stai pensando?»
«Non ne ho idea, credo che sia dovuto a ieri»
«Cosa ti è successo?»
«Annie, sei una psicologa?»
«Rispondi e basta.»

Sbuffo.
«Abbiamo passato una giornata insieme e mi sono divertita molto. Il fatto è che stando con "questa persona" sto scoprendo nuove emozioni che non credevo esistessero. Erano emozioni negative, alcune facevano tantissimo male, mi facevano venir voglia di chiudermi in una stanza, al buio ad ascoltare canzoni depresse. Altre felici, come quando ascolti una hit estiva fantastica....- sorridevo a raccontare di quei sentimenti a cui stavo finalmente iniziando a dare voce- E poi c'è stata anche quella "cosa".... Ma non so come descriverla»

«Provaci»
«Ho sentito le gambe leggere, il cuore battere forte e infinitamente felice; non riesco a staccargli gli occhi di dosso e voglio vederlo, ma quando siamo insieme non riesco a trovare il coraggio di fissarlo, fissarla se non quando litighiamo. Ogni secondo che ci separa, sembra duri più degli altri, e... e...- sospriro- altre tantissime cose...»
La bionda non mi rispose. Aveva gli occhi spalancati e mi guardava quasi sognante.

«Annie...» scosse la testa.
«Andiamo» aprì la porta dello "sgabuzzino" e prima di aprire la porta per uscire dal laboratorio mi chiese:«T/n, veramente non sai come chiamare questa emozione?»
«No»
«Devi sapere che io non posso aiutarti. Quando arriverà il momento te ne renderai conto da sola di cosa si tratti, non velocizzerò il processo»

«Perché non puoi dirmelo tu ora?»
«Ti vedo ancora un po' acerba, scusami»
Aprì la porta e ci trovammo davanti un gruppo ancora più grande di quello che avevamo lasciato.
Amici:«Allora?»
Marco:«Cosa ti ha detto Annie?»
Eren:«Perché non mi hai chiamato prima?»

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