CAPITOLO 3: FAME

77 5 8
                                    


Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


La città era caduta nelle tenebre, non c'era alcuna luce se non il debole pallore di qualche lampione sparso nella zona, i passi continuavano a risuonare pesanti, sempre più vicini.

Non c'era nessun suono tranne il loro respiro affannoso e lo sbattere di alcune persiane mezze rotte, scosse da un vento freddo.
I ragazzi si alzarono in piedi e si guardarono intorno, la donna accanto a loro continuava a bruciare, spargendo nell' aria l' odore di carne bruciata e sofferenza.
"Stai bene Cas?" Chiese Dean lasciando la sua mano.
"Si... Grazie!" Rispose lui con un debole sorriso.
Dean annuì e cercò di capire da dove provenisse il rumore dei passi, non ne era sicuro, ma sembrava che si stessero avvicinando dalla loro sinistra.
Qualunque cosa fosse doveva essere molto grossa, pensò, per produrre un simile boato.
Improvvisamente starnutì. Poi accadde di nuovo. Dean si sfregò il naso, cercando di bloccare un' altro attacco.
"Strano, mi succede così solo quando ci sono..."
Per un attimo si bloccò. Era impossibile, pensò.
"Quando ci sono?" Continuò Sam.
Alla loro sinistra un enorme zampa nera svoltò l' angolo.
Lentamente tutta la figura si fece più chiara: Nera come la notte, alta come un palazzo di cinque piani, gli occhi rossi iniettati di sangue brillavano nell' oscurità, tre file di denti aguzzi incorniciavano una bocca simile ad una voragine.
Appesa al collo della bestia una testa umana sanguinava, lasciando colare piccole tracce di sangue sull' asfalto.
"Gatti." Sussurrò Dean, con la testa alzata verso la bestia.
Il corpo dell' animale era semi bruciato, e lasciava in vista orrende piaghe rosse e cicatrici.
Il verso che produsse non era simile a niente che avessero mai udito: Sembrava quasi un lamento umano.
"Non è possibile... Cos'è quella creatura?" Disse Castiel arretrando di qualche passo.
"Un incubo... Un incubo che feci molti anni fa." Sussurrò Dean con gli occhi sbarrati.
La bestia si avvicinò silenziosa verso di loro, poi urlò: Urlò in modo umano, un grido acuto, carico di sofferenza e rabbia.
"E come la uccidiamo quella cosa?" Chiese Sam, guardandosi intorno alla ricerca di un' arma di fortuna.
Un lungo verso seguì quell' urlo.
"Io direi di concentrarci sul restare vivi Sammy!"
La bestia caricò verso di loro.
Istintivamente i ragazzi iniziarono a correre, l' animale era veloce e si confondeva con la notte, loro erano lenti, cadevano per via delle buche o restavano intrappolati dai rottami.
Corsero sulla lunga strada davanti a loro, cercando un riparo da quelle fauci affamate, ma non c' erano porte, e quelle che c' erano, erano sbarrate da travi di legno.
Girarono verso destra, puntando ad una chiesa gotica che si ergeva in una piccola piazza.
Mentre correvano in quella direzione Sam sprofondò in una pozza nera e densa, la bestia se ne accorse e puntò velocemente verso di lui, spalancando la bocca.
Dean, che era davanti al fratello, si voltò nel sentire il suo urlo, e accortosi della situazione afferrò il primo rottame che trovò a portata di mano e lo lanciò alla creatura.
Il gatto si voltò, urlò indispettito verso di lui, poi iniziò a corrergli incontro.
Dean diede un rapido sguardo a Castiel, che annuì e si diresse verso Sam.
Una volta certo che il fratello non fosse da solo riprese a correre verso la chiesa, poi mentre attraversava la strada notò una porta aperta, così si diresse in quella direzione. Poco prima di entrare però la porta scomparse sotto i suoi occhi.
"Maledizione!" Imprecò Dean, cercando con lo sguardo un rifugio più vicino.
Castiel stava cercando di tirare fuori Sam dalla melma, finendo per entrarci quasi completamente dentro.
Sam era quasi risalito sul bordo dell' asfalto quando una mano uscì dalla melma nera e lo afferrò per la gamba, trascinandolo bruscamente verso il fondo.
Una seconda mano lo prese per la giacca, Sam cercava di staccarsi da loro e colpirli, ma i suoi colpi non sembravano avere effetto su quelle braccia possenti.
Castiel lo teneva per la mano, cercando con l' altra di aggrapparsi alla strada e farsi forza per riportarlo in superficie.
"Sam resisti! Ti tirerò fuori di qui!" Urlò tirandolo di nuovo verso di lui.
Il viso di Sam era quasi immerso nella melma, una mano lo teneva per i capelli, inclinandogli la testa all' indietro.
"Fai presto!" Disse Sam mentre la melma gli entrava nella bocca spalancata.
Dean dava violente spallate alla porta di legno ricoperta di erbacce.
Poteva vedere gli occhi rossi della bestia puntarlo, poco distante da lui.
Apriva e chiudeva la bocca, facendo battere i denti, mentre la testa dell' uomo sballottava da una parte all' altra, con gli occhi sbarrati e la bocca distorta in una smorfia di dolore.
"Forza apriti! Apriti dannazione!" Urlava Dean, buttandosi di peso sulla porta.
La bestia corse verso di lui, Dean cercò con un ultimo sforzo di aprirla, senza successo.
Una freccia di fuoco squarciò il buio della notte, volando dritta nella schiena dell' animale.
Sul tetto dell' edificio dietro di loro una figura scoccava un' altra freccia infuocata.
Era troppo lontana per capire chi fosse, Dean riuscì solo ad intravedere lunghi capelli che si muovevano ribelli nel vento.
La bestia si gettò verso la figura, Dean di scattò corse sotto di lei, scorgendo una finestra aperta dall' altro lato della strada.

The game of the red doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora