CAPITOLO 9: IL CUORE DELL' UNICORNO

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"Salve giocatori

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"Salve giocatori."
L' ologramma di Kristel apparse davanti ad ognuno dei giocatori ancora in vita.
Come la prima volta che l' avevano vista, la bambina aveva il suo vestitino celeste e delle lunghe calze bianche, i fiocchi rosa ai capelli e il viso innocente.
Sotto braccio teneva un orsetto di pelushe marrone scuro, dagli occhi di bottoni colava del sangue, gli mancava una gamba e aveva un piccolo cuore pulsante sopra il petto, attaccato con degli spilli.
"Si è verificato un evento particolare, per il quale verrà assegnato un gioco extra."
Tutti i giocatori, compresi Sam, Cas, Dean e numero 17, rimasero ad osservarla, furenti ma curiosi.
"La sirena ha suonato due volte, questo vuol dire che due giocatori sono morti nello stesso momento. Per questo motivo vi offro la possibilità di partecipare ad un nuovo gioco: Il cuore dell' unicorno.
Tra poco per la città vedrete galoppare un unicorno bianco, il gioco consiste nel riuscire a catturarlo ed ucciderlo. Se farete bere il sangue del suo cuore ad un giocatore morto, questi potrà tornare in vita.
Potete anche tenerlo per voi, nel caso qualcuno vi uccida o uccida un vostro caro.
Ma fate attenzione, il cavaliere di Blakewood non vi cederà il suo destriero con facilità."
"Fortunam scaenicorum!" (Buona fortuna giocatori!) Aggiuse Kristel, facendo un leggero inchino e alzando il suo vestitino come una piccola lady vittoriana.
Pochi secondi dopo l' ologramma svanì, le tenebre invece restarono, infide e pericolose.
Castiel si chinò verso la donna morta tra le sue braccia.
Sembrava una persona di buon cuore, e aveva un marito che aveva bisogno di lei, che da perso qualche parte in quell' incubo, invocava il suo nome nell' oscurità.
A Castiel non servivano altre ragioni per provare a salvarla.
Strappò delle strisce di tessuto dal suo trench e li usò per bendare le sue ferite, dopodiché si alzò con l' aiuto del paraurti e iniziò a incamminarsi faticosamente alla ricerca dell' unicorno, cercando di non pensare a chi poteva essere la seconda vittima.
"Ci serve quel cuore!" Sentenziò numero 17, camminando velocemente in cerca dell' animale.
"Vuoi salvare il nostro amico meccanico?" Chiese Dean confuso.
"Non essere stupido - Ribattè lei voltandosi - Quel cuore serve a noi! E adesso alzati e dammi una mano, in due sarà più facile abbattere il cavaliere."
Dean rise e si passò le dita sul mento. "Credevo che non avessi bisogno del mio aiuto, che potessi fare tutto da sola..."
Lei lo incenerì con lo sguardo e tornò a camminare. "Fottiti allora, ammazzerò quel bastardo per conto mio!"
Dean scosse la testa, ridendo per la sua testardaggine.
I suoi occhi però erano velati di tristezza, perchè continuava a pensare a quella seconda sirena, al fatto che qualcuno fosse morto, e che forse quel qualcuno aveva pronunciato il suo nome prima di morire.
Si alzò e si passò le mani sulla testa, la ragazza aveva ragione, pensò, gli serviva quel cuore. Solo non per il motivo a cui pensava lei.
Afferrò la sbarra di acciaio e facendo un grosso respiro iniziò a seguirla.
"Andiamo ragazzina, c'è un cavaliere che ci aspetta, non facciamolo attendere!" Disse facendo roteare la sbarra.
Quando lei si girò a guardarlo, Dean potè giurare di averla vista sorridere.
"Sam... Ti prego, non andare!" Implorò Ruby, aggrappandosi disperatamente alla sua camicia.
"Due sirene... Ruby loro potrebbero essere... - Sam fece una lunga pausa e le accarezzò la guancia, sospirando - Hanno bisogno di me."
"Anche io ho bisogno di te!"
"Ruby ti prego, tu devi capire..."
"Io so solo che ti amo..." Ruby si avvicinò di più a lui e tentò di baciarlo, stringendo forte le braccia dietro il suo collo.
Sam la schivò e con delicatezza tolse le sue mani dal proprio corpo.
"Non posso farlo piccola... Mi dispiace, davvero. Non ho potuto salvarti, e ora devo vivere con questa colpa, ma posso ancora salvare mio fratello e Castiel. Devo farlo."
Così dicendo gli diede un bacio sulla fronte e ricacciando indietro le lacrime si voltò per andare a cercarli.
"No, non lo farai. Non mi abbandonerai di nuovo Sam Winchester!"
Prima che Sam avesse il tempo di capire, la porta della chiesa si chiuse di scatto, poco dopo una fila di panche si spostò come sospinta da una violenta folata di vento, andando a sbarrare ulteriormente la porta.
Sam non riuscì nemmeno a voltarsi, prima che lunghi capelli mori caldi come il fuoco, lo afferrassero per le braccia, il busto, il collo e le gambe, trascinandolo in aria.
"Pensavi davvero che ti avrei lasciato andare Sam? Dove credi di essere, in un film d'amore? Non è così che risolviamo le cose in questo posto!"
Sam cercò di divincolarsi dai capelli, ma il solo toccarli gli procurava un dolore accecante.
Guardò la donna che amava ridere istericamente, mentre il suo volto si deformava in qualcosa di mostruoso.

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