CAPITOLO 16 - DI NUOVO INSIEME

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Lungo le vie deserte e lugubri della città degli incubi, Sam Winchester camminava guardandosi intorno, alla ricerca del fratello.

Sapeva dentro di lui che era ancora vivo, solo non sapeva per quanto ancora lo sarebbe stato, e l' ansia gli martellava costantemente la testa, come un tamburo da guerra.
Dietro di lui, una madre e suo figlio camminavano mano nella mano.
Poi improvvisamente il bambino si voltò, attratto da qualcosa che volava dietro di loro.
"Mamma guarda, gli uccelli!" Disse, indicando lo stormo nel cielo grigio.
Annabell e Sam si voltarono distrattamente, senza darci troppo peso, ma c' era qualcosa di strano, in quei grandi uccelli neri.
Qualcosa nel loro stridulo canto, che gli gelava il sangue nelle vene.
Poco dopo, videro un' uomo sbucare da dietro un vicolo, e per un momento, anche lui rimase a fissare quegli uccelli, come incantato.
Quando le creature si accorsero della sua presenza, presero a gracchiare all' unisono, e iniziarono a volare in picchiata verso di lui.
Sam ebbe appena il tempo di capire che qualcosa non andava, quando gli uccelli presero a graffiare e mordere l' uomo, strappandogli brandelli di carne.
L' uomo si dimenava e urlava dal dolore, cercando di scacciargli in preda al panico.
Sam iniziò a correre verso di lui, ma a metà strada gli uccelli si avventarono si di lui, strappandogli gli occhi e la lingua, per poi divorarli.
Annabell urlò.
Fu a quel punto che Sam si voltò indietro, e cambiò direzione.
Era troppo tardi per salvare quell' uomo, ma non avrebbe permesso che quelle creature si prendessero anche loro.
Durante la sua corsa, udì un gemito strozzato, simile a quello che emette un maiale al macello.
Voltandosi appena, vide gli uccelli strappare il cuore dal corpo dell' uomo, e lottare tra di loro per mangiarlo.
Fece appena in tempo a raggiungere Annabell ed il figlio, quando la sirena suonò, facendo calare le tenebre.
Non molto lontano, nei vicoli stretti ed angusti della parte nord della città, Dean e Castiel camminavano uno accanto all' altro, guardandosi ogni tanto con la coda dell' occhio.
Aleggiava uno strano silenzio tra di loro, come se ci fossero tante cose che avrebbero voluto dirsi, ma nessuno dei due trovasse il coraggio per farlo.
Eeiren era poco davanti a loro, in groppa ad Ametista, quando d' improvviso udirono la sirena suonare, e le tenebre calarono impetuose su di loro.
Affrettarono il passo, in cerca di un riparo.
Dean lottava con la vocina nella sua testa che gli diceva che era per suo fratello, che la sirena era suonata.
Ne avesse sentite anche cento, non si sarebbe arreso finchè non lo avesse trovato, vivo o morto.
L' urlo agghiacciante di una donna, interruppe la loro corsa, seguito da quello di un' uomo.
Dean prese a correre nella loro direzione, Castiel lo seguì, mentre Eeiren esitava.
"Sono calate le tenebre! Dovremmo pensare a salvare noi stessi, per quel che ne sappiamo quei due sono già morti!" Esclamò, trattenendo Ametista.
"Scappa allora, se hai così paura! Ma io sono stufo di non fare niente cazzo! Se c 'è anche solo una possibilità di salvare delle vite, vale la pena di tentare!"
Così dicendo riprese la sua corsa, e sebbene non fosse affatto convinta della sua scelta, anche Eeiren lo seguì, persuasa dal suo coraggio e dalla sua volontà d' animo.
Arrivarono al centro di una grande piazza, dove cumoli di macchine erano accatastate una accanto all' altra, ormai nere e consumate dal fuoco.
I ragazzi si nascosero dietro di esse, ed Eeiren si affrettò a mettere al sicuro la giumenta, riparata da una casa in rovina.
Lo spettacolo davanti a loro era drammatico:
C' erano una decina di soldati, ognuno di essi armato fino ai denti e protetto con una tuta arancione e un casco bianco.
Quattro di loro impugnavano un lanciafiamme, e stavano bruciando vivi due amanti, stretti in un' ultimo abbraccio mortale.
Mentre loro urlavano disperati, i soldati ridevano.
Dean si alzò, determinato a fare qualcosa, ma Castiel lo fermò con altrettanta determinazione, bloccandolo con entrambe le braccia.
"Fermati! E' follia, non puoi salvarli ormai!"
Lui cercò di liberarsi dalla presa, stringendo i pugni dalla rabbia.
"Forse no, ma almeno posso ammazzare quei bastardi!"
"Con cosa idiota?" Intervenne Eeiren. "Non abbiamo che un paio di frecce e una sbarra d' acciaio ormai allo stremo, come noi del resto!"
"Ha ragione Dean, non risolveremo niente facendoci uccidere!"
Dean stette un po' a riflettere, diviso tra la rabbia e la speranza di rivedere Sam.
Alla fine tornò a nascondersi, mentre i due emettevano l' ultimo straziante grido e lui sferrava un pugno all' auto, in preda alla frustrazione.
Non era da lui nascondersi, esitare... Ma se Sam era ancora là fuori, la sua priorità era salvare prima il fratello, e poi tutti gli altri.
Poco dopo si udirono due sirene suonare...
I soldati iniziarono ad allontanarsi, svanendo dietro un vicolo bui. Tranne uno, che sorridendo, continuava a bruciare i due corpi ormai ridotti a scheletri deformi.
A quel punto, Dean sorrise. "Sei mio, figlio di puttana!" Susurrò.
Prima che Castiel riuscisse a fermarlo, si scagliò su di lui come una furia, colpendolo alle spalle.
Per primo mirò alle gambe, facendolo inginocchiare.
Lo percosse con forza alla schiena, lo prese a calci nei fianchi, poi lo colpì violentemente in testa, più e più volte, finchè di essa non rimase che una poltiglia rossa.
Quando si rialzò, aveva il volto ed il petto ricoperti da schizzi di sangue, gli occhi lucidi e un macabro ghigno sulle labbra.
Castiel non disse nulla, perché nessuna parola avrebbe potuto lenire quel dolore.
Lo guardò e basta, con una sofferenza infinita. Poi con la manica del trench gli pulì le guancie e la fronte, e Dean lo lasciò fare, mentre lentamente le mani smettevano di tremare e le lacrime iniziavano ad uscire.
Si gettò tra le braccia dell' angelo, nascondendo il viso sotto il suo collo.
Castiel lo avvolse con le braccia, accarezzandogli la nuca.
Un lungo silenzio seguì quel momento, un piccolo sprazzo di pace in quell' incubo senza fine.
Eeiren era china sulle vittime, e si fermò un' istante a pensare alla loro tragica sorte.
Ma non era un persona dedita alla preghiera, preferiva pensare di essere l' unica responsabile della sua vita. Ed era decisa a continuare a vivere, in un modo o nell' altro.
Recuperò del legno da una porta rotta vicino a loro, e si mise a creare delle frecce rudimentali, mentre i due uomini erano ancora avvinghiati l' un l' altro.
"Dovremmo andare adesso, - Disse dopo un po' - prima o poi i soldati si accorgeranno che uno di loro non è tornato, e noi siamo vulnerabili."
Dean e Castiel sembrarono risvegliarsi da un sogno, e lentamente lasciarono reciprocamente la presa.
Poi Dean si avvicinò al soldato morto, recuperando il suo lanciafiamme.
"Vieni da paparino!" Esclamò con un sorriso. "Vulnerabili eh?" Disse alla ragazza, facendole l' occhiolino.
Non ebbero neanche il tempo per riprendersi, che subito udirono un' altro urlo.
E questa volta, Dean Winchester non si sarebbe nascosto.
Sentirono in lontananza il gracchiare degli uccelli, e insieme ad essi, le urla di un bambino.
Seguendo le urla disperate, si precipitarono ad affrontare i loro nemici.
Arrivarono su di una larga strada di pietra, e videro tre figure correre verso di loro, accerchiate da uccelli neri come la pece.
"State giù!" Urlò Dean verso di loro, puntando l' arma al cielo.
Quando si gettarono a terra, lui caricò.
"E' ora di divertirsi!" Esclamò, sparando lunghe fiamme verso le creature della notte.
Alcune di esse bruciarono, altre scapparono, altre gli vennero incontro accecate dall' ira, bruciando anch' esse e cadendo morte ai suoi piedi.
Quando finalmente lo stormo si diradò, le tre figure si rialzarono, avanzando lentamente verso di loro.
All' inizio Dean non ne era sicuro, tra il buio, il fumo e la confusione, ma qualcosa dentro di lui gli diceva di averlo ritrovato.
Lasciò andare l' arma e si mise a correre.
Poi finalmente, il viso del fratello, si fece chiaro tra le ombre.
"Sammy!" Urlò lui, abbracciandolo stretto.
"Dean! Sapevo che eri ancora vivo..." Rispose lui, stringendolo tra le braccia.
"Ne dubitavi fratellino?" Disse Dean, con un mezzo sorriso.
"No... Sapevo che prima o poi mi avresti trovato..." Sussurrò Sam, con gli occhi lucidi.
"Ti troverò sempre, idiota..." Rispose lui, chiudendo gli occhi.

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