Colpire o essere colpiti, ferire o essere feriti, vivere o morire.
Nei lunghi anni in cui aveva combattuto al fianco dei fratelli Winchester, Castiel aveva imparato una cosa: Quando lotti non devi pensare, solo agire.
I pensieri ti distraggono, ti bloccano.
La lotta è puro istinto, gli aveva detto una volta Dean, prima di un combattimento.
Castiel fece un profondo respiro e si preparò all' assalto, senza pensare alla donna che urlava, a Sam che era disperso e a Dean che poteva essere ferito...
Impugnò la sua arma rudimentale e pensò alla strategia migliore per difendersi e al tempo stesso attaccarli.
Colpire quelli al centro, quelli più vicini, cercando di non dare mai le spalle agli altri.
Se solo avesse avuto i suoi poteri... Pensò imprecando.
E poi accadde: Quattro folletti davanti a lui, due sulla sinistra e tre sulla destra.
Lo stavano accerchiando.
I primi due si scagliarono su di lui, spalancando le mascelle.
Castiel usò il paraurti come fosse una mazza da baseball, cercando di colpire entrambi e stordirli.
Funzionò. Subito dopo ne arrivò uno da sinistra, che Castiel colpì duramente in testa.
Poi uno da destra, altri due dal centro.
Castiel sentì la gamba lacerarsi e un dolore accecante invaderlo.
Il primo istinto fu di bloccare la fonte del dolore, così alzò il paraurti e schiacciò il folletto sotto di esso, colpendolo finche di lui non rimase che una poltiglia scura.
Intanto un altro lo stava mordendo al fianco, e il suo urlo si unì a quello della donna a cui cercava di non pensare.
Lontano da lui, frecce fioccavano rapide e letali.
Numero 17 era precisa e mirava ad uccidere.
Una freccia colpì il meccanico al torace, facendolo traballare, un altro alla spalla sinistra, vicino al collo.
Lui indietreggiò lentamente, poi si estrasse la prima freccia, urlando dal dolore.
Mentre estraeva la seconda, una terza lo colpì alla gamba.
Il meccanico urlò nuovamente, poi zoppicando si nascose dietro una macchina.
"Ho un' idea per fare fuori quel bastardo!" Disse Dean alla ragazza.
"Non ho bisogno del tuo aiuto, ce la faccio da sola!" Rispose lei, aspettando che l' uomo uscisse allo scoperto.
"Fai quello che vuoi allora, ma io non posso perdere tempo dietro quel cazzone, devo cercare i miei amici! Quindi tu rimani pure qui ad aspettare che la sua testa sia ben visibile, io vado a finirlo a modo mio!"
Dean corse verso il lato sinistro della macchina, stando ben attendo a non essere visto dall' uomo.
Passava di macchina in macchina, restando nascosto, aspettando di essere abbastanza vicino per sferrare un attacco a sorpresa.
Un fugace pensiero del fratello gli attraversò la mente.
Dentro di lui aveva la sensazione che gli stesse accadendo qualcosa, sperava solo che Castiel fosse li con lui a proteggerlo.
Una chiesa abbandonata, circondata da piante, macerie e acqua.
Dallo stile sembrava gotica, aveva molte vetrate colorate con immagini sacre e incisioni decorative sulla parete frontale. Al centro aveva una torre molto alta dalla quale spiccava un orologio, che segnava le 16:00 in punto.
Sam non sapeva come fosse finito lì, ne perchè quella chiesa lo attraesse tanto.
Sapeva solo che doveva entrare.
Aggirò le pozze d' acqua davanti ad essa, ricordando le orrende creature che abitavano nelle lacune d' acqua nera.
Con l'aiuto di una trave riuscì ad arrampicarsi sui resti dell' edificio adiacente, arrivando così in prossimità della chiesa.
Quando un cumulo di mattoni cedette sotto di lui, si ritrovò a cadere tra le macerie, sbattendo contro quello che restava del vecchio edificio.
Si rialzò imprecando, ai piedi della grande chiesa.
Camminò verso la porta, osservando attentamente l' incisione sopra di essa.
"L' errore domina, ma Signore è l' esatto."
Almeno la prima parte è vera, pensò spingendo la pesante porta di legno per entrare.
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The game of the red door
Fanfic"Il mio nome è Kristel, sono la padrona di questo mondo, e sono qui per illustrarvi le regole del gioco. Fate attenzione, perchè non le ripeterò, ed è in ballo la vostra vita. Queste sono le regole del gioco della porta rossa: 1 Vi trovate nel mio s...