Dentro la chiesa si respirava odore di incenso e di vecchi libri, era completamente buia a parte per le due file di candele che illuminavano la navata centrale, seguendo il tappeto rosso che separava le due file di panche e terminava ai piedi dell' altare.
Alcuni raggi di sole filtravano dalle vetrate colorate, creando dei sottili serpenti luminosi che si muovevano sinuosi tra le panche di legno ricoperte di polvere.
Infondo, inginocchiata davanti all' altare, una donna pregava.
Con la testa china e le mani giunte recitava la sua preghiera in latino, all' ombra del grande crocefisso argentato, che sovrastava l' altare rivestito di candido pizzo bianco.
Sam si avvicinò titubante a lei, facendo piccoli passi lungo il tappeto rosso.
Quando le fu vicino la donna fece il segno della croce e si alzò, voltandosi verso di lui.
"Ciao Sam..."
Sam rimase in silenzio a guardare la donna che tanto aveva amato allungare una mano verso il suo viso, accarezzandogli delicatamente la guancia, passando le dita su un piccolo graffio sul suo zigomo.
"Mi sono mancati i tuoi occhi..."
Per un momento, Sam perse il respiro.
Sapeva che non era reale, eppure le sue carezze erano uguali a come le ricordava, così come la sua voce e il suo sorriso.
Era come essere tornato indietro nel tempo, quando ancora l' amore illuminava il suo mondo oscuro.
"Sei sempre stato un ragazzo silenzioso... Così buono e intelligente... Oh Sam, mio dolce Sam..."
Ruby appoggiò il viso sul suo petto possente, ascoltando il battito del suo cuore.
"Ho sempre amato addormentarmi sul tuo petto, mi faceva sentire così sicura..."
Sam chiusi gli occhi addolorato, ripensando all' ultima volta che avevano dormito insieme...
"Eppure non sono riuscito a tenerti al sicuro... Avrei dovuto proteggerti... Mi dispiace Ruby..." Sussurrò Sam, sistemandole una ciocca di capelli ribelli dietro l' orecchio.
"Puoi ancora farlo Sam. Puoi ancora tenermi al sicuro... Possiamo essere felici."
"No... Non più." Disse Sam allontanandola con le braccia. "Tu non sei reale..."
Lei lo guardò e sorrise dolcemente, passando le dita sottili sulle sue labbra.
"Ti sto toccando in questo momento, questo è reale. Mi stai abbracciando, questo è reale. Noi siamo reali Sam, e siamo insieme. Di nuovo, per sempre."
"Come vorrei che potesse essere vero..." Sam sentiva le lacrime rigargli il volto, lacrime calde e piene di dolore e rimorso.
"Può esserlo Sam... Fidati di me. Devi solo baciarmi, e resteremo insieme per sempre. Forse questo mondo non sarà perfetto, ma sarà nostro se tu lo vorrai... Potremo amarci di nuovo, essere una cosa sola... Devi solo restare con me..."
"Non posso..." Rispose Sam con la voce spezzata dal dolore.
Una lacrima rigò la guancia di Ruby, mentre avvicinava il suo viso al suo.
"Ti prego Sam, resta con me. Non lasciarmi di nuovo, non abbandonarmi."
Sam poteva sentire il suo fiato caldo sul proprio viso, i suoi capelli fargli il solletico al collo, le sue mani sul suo corpo, e per un attimo, desiderò che tutto quello durasse per sempre.
In un altra parte della città, altre due persone erano corpo contro corpo, così vicine da potersi quasi baciare.
In questo caso però, non erano due amanti separati dal destino, ma due uomini, uniti dallo stesso destino crudele, che avevo fatto due scelte diverse.
Il primo era li perchè voleva cercare di salvare le persone, a qualsiasi costo.
Il secondo era li perchè voleva cercare di salvare se stesso, a qualsiasi costo.
Lottavano disperatamente uno sopra l' altro, tra sangue, sudore e macerie.
Numero 17 correva con la freccia tesa, pronta ad essere scoccata.
Dean stringeva la sua sbarra sopra il collo del meccanico, che intanto con una mano lo prendeva a pugni e con l' altra cercava di arrivare al palo appuntito che era scivolato sotto la macchina.
Il suo viso intanto diventava viola, mentre la saliva colava dalla sua bocca e le forze lo abbandonavano.
Dean lo odiava, odiava quello che aveva fatto al ragazzo che giaceva morto poco distante, ma sopratutto odiava quello che lo stava costringendo a fare.
Tuttavia, non c' era altra scelta. Continuò a spingere finche i pugni dell' uomo divennero via via più deboli, fino a quando le sue mani esanimi ricaddero sopra le macerie.
Quando numero 17 arrivò davanti a lui la sirena aveva già iniziato a suonare.
Le tenebre calarono, calarono su di loro, calarono su un uomo ricoperto da folletti affamati di carne umana.
Attorno a lui molti piccoli corpi deformi coloravano la strada di un rosso denso e scuro.
Quando le tenebre furono complete i folletti si irrigidirono e iniziarono a scappare spaventati, lasciando Castiel sofferente, ma vivo.
Con le ultime energie si trascinò fino alla donna che ancora gemeva dal dolore.
"Ti prego..." Sussurrò lei appena lo vide.
"Non voglio farle del male..." Disse lui cercando di tamponare le ferite come poteva.
"Ti prego..."
"Andrà tutto bene, si salverà!"
Lei scosse la testa e fermò la sua mano.
Era una donna sulla quarantina di bell' aspetto, aveva il trucco un po' rovinato e un rivoletto di sangue che usciva dalla bocca.
Il suo lungo vestito verde era ricoperto da chiazze di sangue e brandelli di carne.
"Mio marito... Ti prego... Salv..."
Non riuscì a finire la frase, rimase a guardare Castiel, mentre una seconda sirena iniziava a suonare.
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The game of the red door
Fanfiction"Il mio nome è Kristel, sono la padrona di questo mondo, e sono qui per illustrarvi le regole del gioco. Fate attenzione, perchè non le ripeterò, ed è in ballo la vostra vita. Queste sono le regole del gioco della porta rossa: 1 Vi trovate nel mio s...