CAPITOLO 4: NUMERO 17

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Buio. Denso, pesante, violento.
Dentro la melma si respiravano solo sensazioni.
La sensazione di soffocare, la sensazione di scomparire.
Sulla strada si respirava cenere e polvere.
Cenere della donna che bruciava, polvere alzata dalla bestia che si contorceva.
Una figura misteriosa nella notte scagliava frecce di fuoco, un uomo correva verso una finestra rotta, un' altro si gettava in un lago nero per cercare un amico.
Sam aveva esaurito l' ossigeno, mani possenti e viscide lo trascinavano sempre più in basso, mentre lottava disperatamente per tornare in superficie.
Dean era quasi arrivato alla finestra, la bestia sopra di lui cercava di ripararsi dalle frecce. Aveva poco tempo, ma poteva farcela se avesse corso abbastanza velocemente.
Castiel nuotava nella melma alla ricerca di Sam, cercando di scacciare le forze oscure che aveva intorno.
Non vedeva nulla, poteva solo affidarsi al tatto e all' istinto.
Nuotò verso il fondo, poi improvvisamente sfiorò una mano, una mano diversa da quelle che cercavano di prenderlo.
L' istinto gli disse che era Sam.
Dean scansò la zampa della bestia, si rotolò alla destra delle sue fauci e raggiunse la finestra appena in tempo per evitare che i denti grondanti sangue si chiudessero su di lui, irrompendo nell' edificio.
Sam avvertì una mano che a differenza delle altre si sforzava di portarlo in alto, invece che in basso: Non poteva essere altri che Castiel. La strinse forte e nuotò con tutte le sue forze, scalciando e colpendo qualsiasi cosa gli stesse vicino.
Il magazzino era sporco e deserto, c' era solo qualche cassa di legno e vecchi mobili che cadevano a pezzi, ma per Dean la cosa importante erano i muri: Muri che tenevano lontano la bestia che urlava dall' altra parte degli spessi mattoni.
Riprese fiato mentre faceva mente locale: Sam stava bene? E Castiel? E chi era l' arciere che l'aveva salvato?


Aria.
Sam fece un profondo respiro, facendo finalmente entrare aria nei suoi polmoni.
Con un ultimo sforzo risalì il bordo frastagliato della strada, fino a cadere stremato accanto a Castiel.
Erano ricoperti di una sostanza simile al petrolio, senza forze, e le tenebre non si erano ancora levate. Ma erano vivi, almeno per il momento.
"Stai bene?" Chiese Castiel mettendosi a sedere e pulendosi il viso con le mani.
"Sono vivo... Grazie a te!"
Castiel annuì, riprendendo fiato.
"Dobbiamo trovare Dean..." Aggiunse quando il respiro si fu regolarizzato.
Sam guardò le braccia pallide uscire dalla melma, cercando un appiglio umano.
Poi si guardò intorno alla ricerca del fratello, ma non vedeva nulla con tutto quel buio.
"Si... Sarà meglio muoverci!"

Fuoco.
"E così sei vivo!"
Una voce femminile alle spalle di Dean lo fece sussultare.
Si girò di scatto e riconobbe subito i capelli ribelli dell' arciere che l' aveva salvato.
"Si... Ti ringrazio per quello che hai fatto per me!" Disse alzandosi in piedi, tendendo la mano verso di lei.
"Non essere stupido, non l' ho fatto per te!" Rispose la ragazza togliendosi il cappuccio e mostrando il suo volto: Un viso sottile incorniciato da ciuffi mossi e neri, occhi dello stesso colore, profondi come la notte.
Labbra sottili e zigomi alti, colpiti in vari punti dove si vedevano piccole cicatrici bluastre.
"E allora perchè?"
"Quella bestia schifosa mi avrebbe attaccata di nuovo prima o poi. Ho approfittato del fatto che fosse distratta per attaccarla!"
"Oh... Credevo che l' avessi fatto per salvare il mio bel culo!"
Lei lo guardò seria, senza mostrare un minimo di emozione.
"Il tuo bel culo stà cercando di entrare nella porta rossa. Quindi il tuo bel culo è mio nemico!"
"Veramente io e il mio bel culo stiamo cercando di tirare voi tutti fuori di qui! Sono finito in questo incubo per aiutarvi..."
Lei lo squadrò per qualche istante, soppesando le sue parole.
"Mi chiamo Dean comunque, Dean Winchester."
"Io sono il numero 17. Tu devi essere il 39 o il 40, a giudicare dall' aspetto."
"Cosa?"
"Il numero del giocatore. E' solo questo che siamo qui, giocatori."
La ragazza fece per andarsene, quando Dean le afferrò un braccio.
"Io sono Dean Winchester. Nessuno mi metterà mai un numero addosso!"
"Dicevano così anche gli ebrei." Rispose lei scostando bruscamente il braccio e allontanandosi.
"Aspetta, dove vai?"
Lei si fermò un istante davanti alla finestra da cui era entrato Dean.
"Tra poco le tenebre si ritireranno, è ora di uscire pivello!"

The game of the red doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora