Le urla della donna erano sempre più disperate, mentre Castiel cercava Sam con lo sguardo. Era come sparito nel nulla.
Il suo primo istinto fu di correre a cercarlo, poteva essere in pericolo, e Dean lo aveva affidato a lui.
Le urla strazianti della donna però gli impedivano di muoversi, non poteva abbandonarla al suo destino.
Rimase qualche momento bloccato, senza sapere cosa fare.
"Aiuto! Vi prego aiutatemi!" Urlò la donna, gridando dal dolore.
Castiel fece un profondo respiro, si guardò un ultima volta intorno e poi corse verso di lei.
Resisti Sam, tornerò a cercarti. Pensò mentre correva.
"Vedi qualcosa?" Chiese Dean, seguendo la direzione in cui puntava la freccia di numero 17.
"Non ancora... Ma qualunque cosa sia, è vicino. Il sangue è ancora caldo."
Dean si guardò in giro, cercando qualcosa da poter usare come arma.
Non molto lontano individuò una sbarra di acciaio, probabilmente appartenuta a qualche vecchia tubatura.
Con una corsa lo raggiunse, e quando finalmente lo strinse tra le mani, si sentì più sicuro. Era una delle prime cose che aveva imparato iniziando a cacciare: Se ti trovi in pericolo, la priorità è trovare un arma. La seconda è colpire prima che lo faccia l'altro.
Improvvisamente il sibilo della freccia che veniva scagliata attirò la sua attenzione, guardò verso la ragazza senza nome e la vide incoccarne un' altra.
Si voltò verso la direzione in cui stava mirando, e riconobbe una figura umana, armata con pali di legno appuntiti come pugnali.
Era un uomo sulla cinquantina, con la tuta da meccanico lacerata e sporca di sangue.
Ai suoi piedi un giovane ragazzo giaceva morto, con uno di quei pali conficcato nel petto e un' altro nella gamba.
In un' altra zona della città, Sam correva disperatamente. Correva e chiamava il suo nome, ma lei non si voltava, continuava a camminare e per quanto lui corresse veloce, non riusciva mai a raggiungerla.
"Ruby! Ruby fermati!"
Lei si voltò, aveva il volto rigato dalle lacrime.
"Sam... Aiutami..." Disse con la voce spezzata, poi tornò a camminare, come trainata da una forza invisibile.
Sam accelerò il passo, ma quando fu abbastanza vicino da riuscire a toccare i suoi capelli lei scomparve.
Rimase con la mano tesa, lo sguardo perso, quel nome sulle sue labbra e un ciuffo di capelli tra le dita.
Castiel sentiva di essere vicino, sperò solo di aver fatto in tempo.
Attraversò un lungo vicolo stretto, dalle cui pareti nere colava sangue, fino ad arrivare ad una piccola piazza.
Al centro di essa una figura femminile era circondata da piccoli folletti, intenti a staccare la sua carne a morsi.
Lei urlava, si dimenava e scalciava gli assalitori, cercando di mandargli via, ma loro erano aggrappati con i denti affilati alla sua carne e più lei li spostava, più la sua carne veniva lacerata.
I folletti erano marroni e ricoperti di grinze, occhi rossi come il sangue e lunghe braccia che terminavano in piccole mani dalle dita sottili e le unghie lunghissime e affilate.
Si guardò intorno e cercò qualcosa con cui combatterli, sapeva che non avrebbe mai potuto farcela a mani nude.
C' erano delle auto accanto a lui, che bruciavano e provocavano una densa nube scura che si alzava sopra di loro.
Corse verso la più vicina e iniziò a prendere a calci il paraurti in fiamme finche non si staccò.
Poi dopo averlo afferrato nella parte sinistra, dove il fuoco si era estinto, si avviò verso le creature.
"Ehi bastardi, perchè non ve la prendete con me?" Urlò, tenendo il paraurti davanti a sè come scudo.
I folletti si girarono verso di lui, con la bocca ancora piena di pezzi di carne grondante sangue.
Urlarono tutti insieme, era un urlo acuto e stridulo, simile a quello di un aquila.
Poi corsero a quattro zampe verso di lui, con le mascelle spalancate.
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The game of the red door
Fanfiction"Il mio nome è Kristel, sono la padrona di questo mondo, e sono qui per illustrarvi le regole del gioco. Fate attenzione, perchè non le ripeterò, ed è in ballo la vostra vita. Queste sono le regole del gioco della porta rossa: 1 Vi trovate nel mio s...