Dean stringeva tra le braccia Castiel, i loro corpi martoriati erano stretti l' un l' altro, tanto che non si capiva più dove iniziavano le ferite di uno e iniziano quelle dell' altro.
"Andrà tutto bene Cas, non preoccuparti."
"Non mi preoccupo, l' importante è che sei salvo... Non avrei mai potuto perdonarmi se..." Un colpo di tosse lo interruppe, mentre con le mani tremanti si aggrappava alla schiena di Dean.
"Shh... va tutto bene. Non ti sforzare, ci sono io adesso."
Castiel annuì e sorrise, cercando di mostrargli la sua sofferenza.
Dean gli accarezzò la nuca, cercando di non far trapelare la sua preoccupazione.
Poco distante, il cavaliere giaceva a terra ed esalava gli ultimi respiri, sussurrando un nome.
Quando aprì gli occhi, gli sembrò di vedere una figura di donna sopra di lui, che lo guardava seria.
"Quando incontrerai la dama nera, digli che è stata Eeiren delle terre d' Irlanda, a spedirti a calci in culo da lei."
Lui rise. "Ti aspetterò oltre la soglia, Eeiren delle terre d' Irlanda. Sono sicuro che non dovrò attendere a lungo per rincontrarti..."
Tra i sussurri confusi e i gemiti di dolore, la ragazza udì distintamente un nome.
Kristel. Fu questo che disse il cavaliere, allungando la mano nell' oscurità e chiudendo gli occhi.
Poi il suo corpo si tramutò in cenere, che sospinta dal vento, si sparse per la città degli incubi eterni.
L' unica cosa che rimase di lui, fu la sua rosa bianca.
Eeiren la prese tra le mani, mentre ripensava a quel nome...
Aveva imparato a conoscerlo fin troppo bene, durante il gioco della morte.
Ametista nitrì e s' imbizzarrì, come a voler dire addio al suo padrone.
Poi si avvicinò alla rosa, annusandola. Ad Eeiren parse che delle lacrime scendessero dai suoi occhi viola.
Estrasse il suo pugnale, anche se ucciderla, non era semplice come aveva pensato.
Di fronte a quella maestosa creatura, alla sua pena, la sua mano indugiava.
Ametista appoggiò la fronte alla sua, come se in qualche modo, potesse capirla.
Poi si diresse verso Castiel, guardandolo a lungo, quasi volesse scrutare nella sua anima.
Annusò la sua ferita e la leccò, fin quando essa si rimarginò completamente.
Fece lo stesso con la spalla di Dean, finchè il sangue non smise di sgorgare dalla sua carne.
Rimasero entrambi stupidi da quello che era appena successo, non sapendo come comportarsi.
Fino a quel momento, non avevano incontrato altro che orrore e crudeltà, nelle creature che abitavano quel luogo oscuro...
Castiel le accarezzò la guancia con la mano, guardandola dritta negli occhi.
Fu nelle sue pupille nere, che vide uno scorcio del passato di colei che gli aveva costretti a quel gioco mortale.
Vide un bel giardino rigoglioso, pieno di fiori colorati e di fontane d' acqua cristallina.
Vide l' unicorno giocare con la bambina, rincorrerla e leccarle il viso.
C' era qualcosa di diverso in lei, il suo viso era gentile, i suoi occhi colmi di dolcezza, il suo sorriso innocente.
Castiel si chiese quale orribile avvenimento, avesse potuto trasformare quella candida bambina nel mostro che lui conosceva.
Perfino i lineamenti del suo viso parevano diversi, come se la malvagità gli avesse trasformati in una smorfia di odio e di dolore.
Quando raccontò la sua visione a Dean e Eeiren, rimasero entrambi in silenzio, cercando di dare un senso a tutto, di incastrare un' altro tassello in quel gigantesco puzzle.
Alla fine, nessuno dei tre ebbe il coraggio di uccidere la giumenta.
Fu in quel preciso momento, che una porta rossa apparve davanti a loro.
Molto lontano da li, dentro una chiesa in rovina, le labbra di lei si avvicinavano a quelle di lui.
Sam Winchester la guardava con lo sguardo tormentato, mentre cercava di allungare la mano verso il pugnale nella sua cintura.
Quando le loro labbra si toccarono e lei socchiuse gli occhi, lui estrasse il pugnale.
Fu una questione di secondi, la trafisse con forza al fianco, mentre lei urlava ed il suo viso si trasformava in quello di un mostro.
Lottarono, Sam la colpiva ancora e ancora, intanto lei gli stringeva i capelli intorno al collo, soffocandolo e bruciandolo al tempo stesso.
Alla fine lo scaraventò a terra, colpendolo con tutto ciò che poteva.
Lui strisciava tra le panche, nascondendosi, parandosi, alla disperata ricerca di una via d' uscita.
Afferrò una croce, puntandogliela contro, lei rise istericamente, ma fece un passo indietro.
Lui ne fece uno avanti.
"Exorcizamus te, omnis immundus spiritus, omnis satanica potestas..." Iniziò a recitare.
Lei urlò, contorcendosi.
"Omnis incursio infernalis adversarii, omnis legio..." Continuò con più forza Sam.
Lei arretrò ancora, mentre con i capelli gli lanciava contro le panche di legno e urlava in una lingua sconosciuta.
Si arrampicò fino al soffitto, contorcendo il suo corpo come se fosse fatto d' ombra.
"Non puoi sconfiggermi, lurido mortale! Non hai alcun potere qui!"
"Forse no, ma non intendo arrendermi senza lottare! Dovresti conoscermi..."
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The game of the red door
Fanfic"Il mio nome è Kristel, sono la padrona di questo mondo, e sono qui per illustrarvi le regole del gioco. Fate attenzione, perchè non le ripeterò, ed è in ballo la vostra vita. Queste sono le regole del gioco della porta rossa: 1 Vi trovate nel mio s...