La casa era vecchia e buia, odorava di cadaveri in putrefazione.
Strani gemiti e sussurri gli accolsero, accompagnandogli ad ogni loro passo.
Sam tenne vicina Annabell, mentre cercava con lo sguardo un' arma di fortuna.
Afferrò la gamba di un tavolo, e la strinse con le mani.
"Meglio essere preparati!" Disse alla donna, con un mezzo sorriso.
Attraversarono un grande salone, una cucina e lunghi corridoi, le cui porte erano sbarrate e ricoperte da schizzi di sangue.
Sam ne sfiorò uno con le dita, che rimasero bagnate.
"E' fresco..." Sussurrò.
"E' un brutto segno?" Chiese Annabell, stringendo la croce d' argento appesa al collo.
Sam non seppe come rispondere, e lei la strinse ancora un poco.
Cercarono in ogni angolo, sotto i mobili e dentro di essi, in ogni piccola fessura.
La donna iniziò a chiamarlo, sempre più in ansia.
Ombre senza volto si aggiravano intorno a loro, facendole eco.
"Non ascoltarle... Vogliono solo spaventarti!"
"Ci stanno riuscendo..."
Salirono le scale, Sam aprì una porta, ma la richiuse immediatamente.
"Cosa c' era li dentro?" Chiese Annabell preoccupata.
"Solo... Morte."
Ne aprirono un' altra, dalla quale uscirono ombre che urlavano e chiedevano disperatamente aiuto.
Annabell continuò a chiamare il figlio, ancora e ancora. A volte, aveva la sensazione che lui la stesse chiamando, altre ancora che le prendesse la mano o le tirasse il vestito.
La sua voce la guidò fino alla soffitta.
C' erano alcuni corpi putrefatti ammassati uno sull' altro, i volti deformati in una smorfia di terrore.
"Non c' è niente qui..." Disse Sam. "Forse non è entrato nella casa, proviamo ad uscire e..."
"No! – Esclamò lei – Io so che è qui. Lo sento!"
Poco convinto, Sam annuì e si arrampicò per gli ultimi scalini, fino ad entrare.
"Dennis? Amore sei qui?" Chiese lei.
Per un attimo si sentì toccare la mano, ed ebbe un sussulto.
Quando si voltò tuttavia, non c' era nessuno.
Sam avvertì un soffio gelato vicino all' orecchio, sospingergli i capelli.
Subito dopo qualcosa gli strinse il braccio.
Ma ogni volta che si voltava, non c' era nessuno. Nessuno a parte le ombre.
Improvvisamente, udirono una debole voce. "Mamma?"
Annabell corse verso un mucchio di mobili rotti, cercando tra di essi e continuando a chiamarlo.
"Mamma?" Questa volta la voce pareva provenire da sotto di loro.
Subito dopo udirono un' urlo agghiacciante, e una donna si levò dall' ammasso informe di cadaveri.
"Mamma! Mamma!" Urlò la donna.
Le sue vesti erano strappate, la sua carne fatta a pezzi, come se qualcosa l' avesse mangiata poco a poco. Le mancava un braccio e parte della gamba sinistra, e metà del suo viso era ormai decomposto.
"Mamma aiutami, ho tanta paura!" Urlò, lanciandosi verso Annabell.
Sam la colpì con il bastone, facendola cadere all' indietro.
Dopo qualche minuto udirono uno scricchiolio, e lentamente la donna si rialzò.
"Dobbiamo andarcene!" Esclamò Sam, prendendo Annabell per un braccio e trascinandola via.
"No! Dennis è qui da qualche parte, lo sento!" Urlò lei, cercando di divincolarsi.
Ma Sam non stette ad ascoltarla, e continuò a scendere gli scalini, cercando di ritrovare la scala principale ed uscire.
Le ombre si ammassavano intorno a loro, urlando e tirando le loro vesti, cercando di trattenerli in tutti i modi.
Alcune di esse chiedevano aiuto, altre gli intimavano di scappare, altre ancora, cercavano di fargli del male.
Ma tra le loro urla, Annabell riconobbe quella del figlio.
L' avrebbe riconosciuta tra mille, la sua voce.
Si divincolò dalla presa di Sam, mentre lui era intento a colpire un' uomo.
Un uomo morto.
Parte del suo corpo era stata mangiata, e l' altra era in decomposizione, eppure aveva una forza straordinaria.
Sam dovette lasciare la mano di Annabell, per spingerlo via prima che gli mordesse un braccio.
Fu in quell' istante che lei scappò, inseguendo la voce del figlio.
Molto lontano da li, Dean combatteva strenuamente contro gli uomini senza testa, con le mani, con l' acciaio, con le pietre, con ogni cosa trovasse.
Eeiren scagliava una dopo l' altra le sue frecce, cercando di recuperarle quando poteva, visto che ormai erano quasi finite.
Castiel rileggeva senza sosta quella frase, ma ogni volta che pensava d' aver trovato la soluzione e la pronunciava ad alta voce, la porta rimaneva chiusa.
Dean resisteva ma era accerchiato, ed Eeiren combatteva con l' unica freccia che le era rimasta, usandola come un pugnale.
Castiel continuò a provare, dicendo tutto ciò che gli veniva in mente, anche se ormai le parole iniziavano a perdere di significato.
Sapeva che se la situazione fosse peggiorata per Dean, sarebbe dovuto intervenire, anche a costo di non aprire mai quella porta.
Quando due di loro lo afferrarono ed iniziarono ad artigliarlo con le loro unghie, lui seppe cosa fare.
Gli corse incontro, scacciandogli a pugni e calci.
"Che stai facendo?!" Urlò Dean. "Hai un compito da svolgere, posso cavarmela da solo!"
"Il mio compito è proteggere te!" Replicò Castiel, liberandolo dalla presa di uno dei mostri.
Per un momento, Dean si morse il labbro, come faceva sempre quando si costringeva a non dire qualcosa.
"Se non apri quella porta, moriremo tutti qui maledizione!" Aggiunse dopo.
"Se la apro e tu sei morto, a che sarà servito?"
"Castiel..." Dean fece un profondo respiro, mentre colpiva una delle creature con un lungo vetro, ricavato dal finestrino di un' auto.
"Concentrati sulla porta, è l' unico modo per fermare tutto questo! Se uscirai da qui, avrai la possibilità di fermare Kristel nel nostro mondo! Non ha poteri lì! Almeno avremo una possibilità."
"Almeno sarò riuscito a salvarti..." Disse sottovoce.
Ma Castiel non si mosse, rimase a combattere al suo fianco.
"Preferisco vivere pochi giorni qui con te, che millenni da solo... Ci è voluto molto tempo, ma finalmente sono riuscito a capirlo..."
Dean rimase a guardarlo intensamente, mordendosi di nuovo il labbro, con l' espressione tormentata e felice al tempo stesso.
Fu in quel momento che Castiel capì.
"La conoscenza..." Sussurrò. "La risposta è la conoscenza!"
La porta rossa si aprì.
Dietro di essa tuttavia, non c' era la salvezza.
Solo un fiume di sangue, denso e caldo, che travolse ogni cosa al suo passaggio.
Eeiren riuscì ad aggrapparsi ad Ametista, che nuotava come poteva, cercando di raggiungere un posto abbastanza alto da sfuggire al fiume porpora.
Dean si strinse un lampione, e con la mano libera afferrò quella di Castiel, con tutta la forza che aveva.
Dentro una vecchia casa, oscura e piena di morti, una madre abbracciava suo figlio, baciando le sue guance rigate dalle lacrime.
Quando Sam riuscì a raggiungerla, rimase qualche momento ad osservarla.
E per quei pochi momenti, pensò a come sarebbe stato bello se anche lui avesse potuto riabbracciare sua madre.
Poi udirono quella voce terrificante.
Pareva provenire dalla casa stessa.
Non è educato entrare dentro una casa senza chiedere il permesso non trovate? Visto che siete stati maleducati, temo che non potrò farvi più uscire.
In quell' istante le porte si chiusero, e le ombre iniziarono ad urlare all' unisono.
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The game of the red door
Fanfiction"Il mio nome è Kristel, sono la padrona di questo mondo, e sono qui per illustrarvi le regole del gioco. Fate attenzione, perchè non le ripeterò, ed è in ballo la vostra vita. Queste sono le regole del gioco della porta rossa: 1 Vi trovate nel mio s...