CAPITOLO 15: LA TUA MANO NELLA MIA

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Dennis urlava terrorizzato aggrappandosi alla madre, che lo teneva stretto proteggendolo con il suo stesso corpo.
Sam combatteva come poteva le ombre, scacciandole con il bastone e recitando tutti gli incantesimi che gli venivano in mente, ma le ombre intorno a loro erano sempre di più, e sempre più forti.
I cadaveri urlavano e gemevano dall' altra parte della porta, battendola con i pugni, nel tentativo di entrare.
"Non riuscirò a tenergli a bada ancora per molto! – Esclamò Sam – Dobbiamo trovare un modo per uscire da qui!"
"Hai ancora le tue ampolle?" Chiese nervosamente.
"No... Cosa possiamo fare Sam?" Rispose lei.
"Non possiamo uscire dalla porta... E la finestra è sprangata. Cercate qualcosa nella stanza, mentre io gli distraggo!"
"Cosa?"
"Qualsiasi cosa!"
"Mamma... - Intervenne Dennis, tirando la mano della madre – Hanno paura della luce..."
Annabell e Sam si guardarono per un momento, e ad entrambi fu chiaro cosa fare.
"Dobbiamo creare un fuoco! Sapete come farlo?" Esclamò lui, mentre colpiva senza sosta le ombre.
"Ce lo hanno insegnato al camping estivo mamma, io lo so fare!"
"Bravo piccolo, ti aiuto io!"
Sam annuì e riprese a recitare i suoi incantesimi, mentre Annabell proteggeva il figlio, intento a sfregare i legnetti uno contro l' altro.
Erano ormai accerchiati, le urla delle ombre sovrastavano ogni loro parola, e tutto si fece buio.
Poi d' improvviso, una scintilla.
Sempre più forte, la luce allontanò le tenebre, e con esse le ombre che vi dimoravano.
Tutto intorno a loro incominciò a bruciare, consumando ogni cosa al suo passaggio.
Sam provò ad aprire la porta, ma un' orda di non morti si avventò su di lui, che ebbe a malapena il tempo di richiuderla con l' aiuto della donna.
"Dobbiamo aprire quella maledetta finestra, o finiremo per bruciare anche noi!"
Annabell si strappò un lembo del vestito, e lo mise intorno alla bocca e al naso del figlio, allontanandolo dalla finestra.
Sam fece lo stesso con le maniche della sua camicia, ne mise una intorno alla bocca e una la diede alla donna.
Poi si misero entrambi a tirare le travi, cercando in ogni modo di strappare via i chiodi, finchè le loro mani si ricoprirono di sangue.
Erano ormai allo strenuo delle forze, quando la prima venne via.
Tra i colpi di tosse e la vista appannata, era sempre più difficile continuare, ma non avevano altra possibilità, se volevano sopravvivere.
Dennis era accasciato a terra, e stava lentamente perdendo i sensi, quando riuscirono a creare un' apertura abbastanza grande per farlo passare.
Per prima cosa lo fecero uscire, poi Sam aiutò Annabell a fare altrettanto.
"Andate! Non pensate a me, mettetevi in salvo!"
"No! Coraggio, ce la puoi fare!"
"Non passerò mai per questo buco! – Rispose lui – Proverò a farmi forza tra i non morti."
"Ma sono troppi! Non ce la farai mai..." Annabell lo prese per la mano, trattenendolo.
"Non preoccuparti! Sono uscito da situazioni ben peggiori..."
"Non riesco ad immaginare niente di peggio..."
"Oh credimi, ho affrontato il diavolo e le sue legioni, non saranno un branco di cadaveri a fermarmi!"
Così dicendo la spinse via, poi afferrò una trave che stava bruciando, impugnandola saldamente.
"Andate adesso! Ci vediamo fuori!"
Aprì la porta, ed iniziò la sua lotta con i dannati, facendosi largo con il fuoco, alla disperata ricerca di una via d' uscita.
Tra i palazzi distrutti della città, Eeiren era in sella ad Ametista, e perlustrava le strade deserte in cerca di una porta rossa.
Non aveva ancora perso la speranza di uscire da quel luogo, del resto, era l' unica cosa a tenerla in vita, la speranza.
Dietro di lei, Dean camminava silenzioso, cercando Sam.
Non aveva ancora perso la speranza di rivederlo, e finchè fosse stato in vita, non avrebbe mai smesso di cercarlo.
Accanto a lui, Castiel era avvolto da mille pensieri, da una parte si chiedeva se suo padre stesse ancora vegliando su di lui, o se l' avesse abbandonato in quel luogo oscuro. Dall' altra, pensava a Dean.
A quanto avrebbe voluto proteggerlo, salvarlo... Ma soprattutto, a quanto quella situazione disperata avesse fatto emergere i sentimenti che per tanto tempo aveva nascosto, senza riuscire a comprenderli. Ed ora che lo aveva fatto, temeva che fosse troppo tardi.
Provò a dire qualcosa, ma era come se le parole non volessero uscire.
Poi improvvisamente, iniziò a piovere.
Solo che non pioveva acqua, ma sangue.
Iniziarono a macchiarsi i vestiti, poi le mani, il viso, la testa...
E a quel punto si accorsero che la pioggia faceva male, bruciava.
Iniziarono a correre in cerca di un riparo, Eeiren riuscì ad entrare in un negozio, ma prima che i due potessero raggiungerla, la pioggia aumentò d' intensità.
Dean avvistò una macchina poco distante, e subito chiamò Castiel perché lo seguisse.
Entrarono in fretta e furia, cercando di chiudere le portiere e i finestrini, ma quelli davanti erano rotti, così si spostarono nei sedili posteriori.
Castiel riprese fiato, mentre Dean dava calci al sedile di fronte a lui, preso dalla frustrazione.
"Un po' di tregua cazzo, non chiedo altro!" Esclamò esasperato.
"Andrà tutto bene, vedrai..." Gli disse Castiel.
"Non ne sono più tanto sicuro..." Si lasciò sfuggire lui, portandosi la testa tra le mani.
"Sai Dean, durante i lunghi anni che ho passato ad osservarvi dall' alto dei cieli, ho visto uomini molto coraggiosi, capaci di grandi imprese, votati al sacrificio per un bene superiore. Gli ammiravo, perché nonostante non fossero che deboli esseri mortali, non si arrendevano mai. E poi un giorno ho visto te... Non eri che un ragazzino spaventato, eppure hai guardato il male negli occhi e l' hai mandato a farsi fottere. Tu hai affrontato l' inferno Dean, hai portato il peso del mondo sulle spalle, e hai salvato tutti noi rischiando la tua stessa vita. Solo in te ho conosciuto il vero coraggio... Sei molto più forte di quanto pensi, e sono sicuro che supererai anche questo momento... Io ho fiducia in te."
Dean rimase qualche minuto ad osservarlo, perso nei suoi occhi azzurri, così calmi e rassicuranti, e lentamente il suo respiro tornò regolare.
D' improvviso si sentì sfiorare la mano, e per un' attimo sobbalzò.
Castiel gliela strinse, sorridendo dolcemente.
Per un attimo Dean considerò l' idea di scappare.
Non sapeva perché quel gesto lo spaventasse tanto, ne perché provasse l' irrefrenabile istinto di baciare l' angelo davanti a lui.
Ma non scappò. Chiuse gli occhi e fece un profondo respiro, che sembrò durare un' eternità.
Rimase immobile ed in silenzio, cercando di riordinare i pensieri.
Solo che non ci riusciva, non riusciva a pensare a niente, solo alla mano calda di Castiel sulla sua.
Solo che il mondo gli stava crollando addosso, e che non sapeva se ci sarebbe stato un domani.
Alla fine, lasciò andare tutto quanto, la paura, la rabbia, ed i dubbi...
Strinse la mano di Castiel, con tutta la forza che aveva, intrecciando le dita tra le sue.
Non aveva il coraggio di riaprire gli occhi, proprio lui, che aveva affrontato ogni genere di mostro.
Si rimproverò per questo, si dette dell' idiota, ma era più forte di lui.
"Al diavolo. Al diavolo tutto quanto!" Esclamò, aprendo finalmente gli occhi.
Castiel era lì davanti a lui, calmo e sereno, con quel sorriso comprensivo che lo aveva confortato nei momenti più difficili, con gli occhi che brillavano di gioia come le stelle del firmamento.
E Dean Winchester pensò, che non aveva mai visto niente di più bello.
Si avvicinò velocemente a lui, prima che il coraggio svanisse, e lo baciò.


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