POV's Greta
Ormai erano settimane che non tornavo a casa di Filippo, erano settimane che mangiavo pochissimo, erano settimane che Filippo non mi parlava. Sfuggiva a ogni mio contatto visivo e mi evitava spudoratamente. Forse quella notte avrei dovuto cacciarlo dalla mia stanza, forse non avrei dovuto proprio parlargli dei miei problemi. Chi mai vorrebbe come amica una ragazza disastrata come me, che è semplicemente un fottuto casino?. Camminavo lenta per i corridoi della scuola. Tutto sembrava glaciale come il suo sguardo. Quegli occhi mi mancavano da morire, di un colore così freddo da bruciarmi la pelle. Mi mancava quel profumo di colonia mischiato all'odore acre del fumo e della birra. I suoi tatuaggi che decoravano le grandi braccia muscolose che sapevano stringermi come nessuno facendomi sentire a casa. I miei pensieri vennero interrotti dallo scontro con qualcosa di caldo. In una frazione di secondo mi sentii afferrare per il braccio ed essere stretta a qualcuno per poi barcollare e cadere rovinosamente addosso al ragazzo, attirando inevitabilmente l'attenzione di tutti gli studenti della scuola che qualche minuto prima vagavano per i corridoi alla ricerca della rispettiva aula. Appena riuscii a mettere a fuoco la figura su cui ero sdraiata, i miei occhi si illuminarono
-Niccolò!- urlai abbracciandolo
-Ciao Gre- disse il ragazzo ridendo e stringendomi a se. Quando notai di essere stesa ancora su di lui, mi alzai goffamente per poi aiutarlo a fare lo stesso
-Che ci fai qui a Monza?- chiesi con un sorriso stampato sulle labbra e gli occhi che brillavano come quelli dei bambini il giorno di natale.
-Diciamo che nun potevo lascià na bella pischella tutta sola in mezzo a tutti sti pariolini de Monza- disse avvicinandosi al mio volto e sussurrando nel mio orecchio provocando la mia risata. Allacciai nuovamente le mie braccia dietro la sua nuca riabbracciandolo e sentendo il suo respiro calmo sul mio collo.
-Mi sei mancato tanto Nico- dissi guardandolo fisso nei suoi occhi azzurri
-Anche tu piccolè. Daje annamo a fumarce na siga n'giardino così parlamo un po'- io annuii aggrappandomi al suo braccio come fanno i bambini e uscendo da scuola con un sorriso entusiasta. Ci sedemmo su una panchina poco distante dall'entrata dell'edificio. Come ero solita fare prima di andarmene da Roma, appoggiai le mie gambe sulle sue rimanendo accoccolata sul suo petto cullata dal ritmo del suo cuore. Lui con una mano giocava con una ciocca corvina facendosela passare tra le dita, mentre nell'altra reggeva una sigaretta dalla quale di tanto in tanto inspirava lasciando poi una nuvola di fumo che rendeva visibile il suo respiro. Niccolò era sempre stato il mio migliore amico. Era poco più grande di me e i suoi capelli erano tendenti al biondo. Sapeva ogni cosa di me ed era rimasto nonostante tutti i casini. Tra di noi, per un periodo, ci fu una sorta di relazione. Cioè, qualche bacio e qualche momento intimo, ma senza mai ufficializzare niente. Comunque quella storia si era affievolita con l'arrivo del mio trasferimento, facendoci perdere anche un po' i rapporti fino a quel giorno. Lui mi voleva bene ne ero cosciente.
-Ho saputo de tuo padre- disse schietto facendosi incredibilmente serio, aspirando l'ultimo tiro di sigaretta e gettando via il mozzicone. Mi scostò una ciocca di capelli corvini dal volto scoprendo un ematoma
-Dovresti denunciarlo- lo guardai implorante
-Lo so, ma nun vojo che te faccia der male- una lacrima mi cadde sullo zigomo e lui si affrettò ad asciugarla muovendo delicatamente il pollice sulla mia guancia. Eravamo occhi negli occhi quasi a mischiare i nostri respiri. Il suo sguardo ricadde sulle mie labbra rosse e lievemente screpolate. lo vidi avvicinarsi quando una voce ci interruppe
-Rol chi è questo?- spostai di scatto la mia attenzione sulla figura del ragazzo di fronte a noi. La sua mascella era contratta e le mani strette tanto forte in due pugni da far diventare le nocche bianche. Niccolò lo squadrò dalla testa ai piedi per poi alzarsi. Li vidi avanzare minacciosi l'uno contro l'altro quindi mi alzai velocemente appoggiando una mano sulla spalla di Nic per bloccarlo.
-Non sono affari tuoi Filippo- sputai fredda. Notai gli occhi del ragazzo piumato scurirsi non appena Nic mi avvolse la vita con un braccio.
-Rol rispondimi- disse quasi ringhiando. Ero stanca di quella situazione, quindi mi allontanai da lui senza rispondergli affiancata da Nico. Il romano procedeva davanti a me a passo spedito, ma in una frazione di secondo Fil mi afferrò il polso facendomi voltare. Quel contatto sembrò bruciare entrambi -Dimmi chi è quello!- urlò
-Adesso ti interessa di me eh?! Chi cazzo sei per voler sapere ogni cosa di me?! L'ho capito, hai paura di non essere più al centro della mia attenzione. Notizia flash non lo sei mai stato! Sei solo capace di giocare con le persone per soddisfare i tuoi porci comodi! Ma con me non funziona così, e se anche solo lo credevi ti sei sbagliato di grosso. Non ho bisogno di nessuno! Non ho bisogno di te! Ti ho raccontato cose importanti l'altra notte, e dal quel giorno manco avevi il coraggio di guardarmi, davvero ti faccio così schifo? Davvero non mi merito neanche un tuo sguardo? Mi ignori per settimane e appena mi vedi con un ragazzo fai il protettivo? Sei davvero ridicolo Filippo- le lacrime questa volta non scesero nonostante i miei occhi ne fossero stracolmi
-Rol- sussurrò avvicinandosi, ma io indietreggiai
-Mi fai pena- conclusi acida avviandomi con Niccolò e lasciandomi il piumato alle spalle. Continuai a camminare a testa alta anche quando Nic mi mise un braccio sulle spalle stringendomi a se.
-Nun te ricordavo così stronza- scherzò il romano guadagnandosi un mio spintone e generandomi una risata. Poi mi afferrò stampandomi un bacio sulla guancia che fece allargare ancora di più il mio sorriso -Ho una sorpresa per la mia coatta- lo guardai confusa, ma appena girammo l'angolo tutto fu più chiaro
-Nun ce credo- scoppiai a ridere -Te sei portato a moto- gli saltai addosso ridendo
-Na pincipè nun pò girà senza er cavallo suo- rise passandomi un casco. Montammo entrambi e prima di partire scrissi un messaggio a Benny
"Sto tornando a casa"
Misi via il telefono aggrappandomi alla schiena di Nic senza stringermi, lui però con una mano tirò i miei polsi facendo aderire il mio petto alla sua schiena. Il suo profumo mi inebriava mentre mi accoccolavo sul suo corpo, ero felice. Mi era mancato tanto. In poco tempo arrivammo davanti a casa quindi scesi dalla moto seguita da lui. Levai il casco e glielo porsi. Anche lui levò il suo per poi lasciarmi un bacio all'angolo della bocca. Arrossì immediatamente
-Me sei mancata anche in sto senso- disse staccandosi da me e sorridendomi. Nascosi le mani nel maglione imbarazzata -Quello ce deve fissà ogni vorta che stamo assieme?- disse riferendosi alla figura di Filippo appoggiata allo stipite della porta d'ingresso. Scossi la testa rassegnata per poi mettermi in punta di piedi stampandogli un bacio sulla guancia -Notte principè te vengo a prende domani mattina- annuii sorridente avviandomi verso la porta e voltandomi nuovamente per salutarlo con la mano. Davanti a me c'era la figura imponente di Filippo che io sorpassai entrando nell'edificio.
-Rolex dobbiamo parlare- disse Filippo dietro di me non ottenendo nessuna risposta da parte mia, che mi avviavo a passo svelto verso camera mia -Rolex!- gridò ancora salendo le scale. Entrai nella mia stanza
-Greta. Mi chiamo Greta- dissi secca per poi sbattergli la porta in faccia.