Capitolo 11

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POV's Greta

Io e Lori iniziammo a sparecchiare e a lavare i piatti. Quel ragazzo mi aveva salvato dal dormire per strada e non aveva preteso nulla in cambio. Era lì quando mi rifugiavo in stanza senza voler toccare una briciola di cibo, mi aveva asciugato le lacrime alle quattro del mattino e mi aveva fatto divertire come non facevo da molto tempo
-Lori- esitai. Lui mi guardò -Solo grazie- sorrise dolce abbracciandomi e lasciando un bacio tra i miei capelli. Continuammo a sistemare casa finchè non decisi di farmi una doccia per togliermi un po' di farina da dosso. Mi avviai verso le scale soffermandomi a guardare la figura di Filippo che parlava con Benny. Quei due erano molto simili ed ero felice nel vedere che il loro rapporto si fosse rafforzato. Entrai nel bagno lasciando cadere sul pavimento i vestiti sporchi, aprii l'acqua della doccia e mi soffermai sulla mia immagine riflessa. Con le mani pizzicai i fianchi e la pancia, le cosce e il volto. Accarezzai la cicatrice e iniziai a struccarmi mostrando le macchie violacee che con cura nascondevo col trucco ogni mattina. Sul fianco c'era il più grande ed evidente, il calcio era stato davvero forte, mi aveva fatto mancare il respiro per alcuni minuti. Una lacrima rigò lo zigomo arrossato e mi affrettai ad asciugarla. Entrata in doccia lasciai che l'acqua calda accarezzasse il mio corpo, sentivo ancora su di esso la stretta di Filippo che sembrava avermi ustionato la pelle. Quegli occhi troppo puri per un ragazzo che sapevano scavarti l'anima tanto che dovevi trattenerti per non raccontargli tutta la tua storia. Chiusi la doccia avvolgendo le mie curve in un candido asciugamano e i capelli in un altro nonostante alcune ciocche ribelli. Aprii la porta notando la schiena nuda di Fil intento a parlare al telefono
-Certo Marta, si promesso ti porto in un posto fantastico- rise -Ci vediamo più tardi piccola, si ciao un bacio- chiuse la chiamata e si voltò continuando a guardare il cellulare con un sorriso sulle labbra. Appena alzò lo guardo mi vide e la curva sulle sue labbra sparì. Degluttii stringendo l'asciugamano. Ci osservammo per secondi che parvero interminabili prima che mi voltassi ed entrassi nella mia stanza chiudendomi la porta alle spalle, per poi accasciarmi sul pavimento afferrando il cellulare e scrivendo a Nico un messaggio
"Ti va di uscire?"
La risposta affermativa non tardò ad arrivare, quindi mi truccai e indossai le mie collant nere, i pantaloncini del medesimo colore, un maglione verde petrolio e dei Dr. Martens neri. Lasciai i capelli mossi al naturale e uscii dalla stanza
-Ei Gre- mi chiamò Lori che guardava la televisione abbracciato a Benny -dove vai?-
-Esco con Nico- in quel momento comparve dalla cucina Filippo ancora senza maglietta e con una birra in mano -Non credo di tornare a dormire- i suoi occhi ustionarono la mia pelle e lo avvertii irrigidirsi
-Sta attenta e non fare cazzate- si raccomandò Benny mentre Lori aveva lo sguardo fisso su Filo. Io annuii e appena mi arrivò un altro messaggio da Nico salutai i miei due migliori amici e uscii di corsa abbracciando il romano e montando sulla sua moto. Mi abbandonai alla brezza che pizzicava il viso, ormai era inizio dicembre e la sera non si vedeva nessuno per le strade. Arrivammo in un parchetto non particolarmente distante da casa e ci sedemmo su una panchina
-Piccolè perché sei voluta uscì?- mi chiese Nico confuso
-Avevo bisogno di distrarmi- ammisi guardando un punto indefinito difronte a me. Sentii la mano del ragazzo posarsi sulla mia guancia
-Mi dispiace per quello che ti fa tuo padre- sorrisi amara nel constatare che quello che subivo da mio padre mi faceva meno male che sapere il ragazzo dagli occhi puri lontano da me. E in quell'istante decisi di non dipendere da Filippo e mi fiondai sulle labbra di Nico. Lui, inizialmente sorpreso, ricambiò il bacio per poi prendermi per mano e portarmi alla moto. In pochi minuti eravamo a casa sua, labbra contro labbra. I vestiti scivolavano sul pavimento e le mani accarezzavano il corpo. Volevo dimenticarmi di Filippo eppure ogni carezza la paragonavo a una sua, il respiro affannoso sul mio collo non era il suo e la mia pelle era contro quella sbagliata. Volevo dimenticarlo, lo desideravo con tutta me stessa eppure la sua figura non si spostava dal mio cervello, dal mio cuore. Nico rotolò su un fianco ancora sudato dall'atto mentre io continuai a fissare il soffitto
-Mi sei mancata- sussurrò lasciandomi un bacio a fior di labbra -vorrei che fossi mia- lo guardai confusa -Greta vuoi essere la mia ragazza?- annuii distrattamente ricevendo un bacio di risposta. Pochi minuti dopo lui si addormentò e io mi rivestii. Indossai l'intimo e il maglione, per poi uscire sul balcone. Faceva davvero freddo quella sera ed io ero sola a guardare il panorama con una sigaretta tra le esili dita che di tanto in tanto venivano sostituite dalle mie labbra screpolate. Da esse si sprigionava una nuvoletta densa che saliva nel cielo lentamente. Chissà se come me c'erano ragazze e ragazzi innamorati su quei balconi, chissà quante piccole braci rosse s'illuminavano ad ogni respiro. Chissà quanti fortunati erano insieme a fumarla quella sigaretta contornata da baci e risate, chissà invece quanti come me avevano nel letto la persona sbagliata. Stupido essere fuori al freddo piuttosto che tra le braccia del tuo uomo al caldo, ma in quel momento preferivo il gelo di inizio dicembre piuttosto che la pelle calda e l'anima glaciale. La cenere cadeva lenta accorciando la mia sigaretta insieme alle mie scuse per star lontano da quel letto disfatto. Mi alzai dalla sedia e raggiungendo la ringhiera del balcone ed appoggiandomici.
-Chissà se tra quelle braci che brillano nella notte c'è anche la tua- sospirai amara -Chissà se c'è lei al tuo fianco oppure è nel letto abbracciata a te- asciugai una lacrima furtiva
-Amore con chi parli- mugolò Nico stropicciandosi gli occhi
-Nessuno tranquillo- dissi guardando un'ultima volta l'orizzonte prima di rientrare in casa
-Vieni qui- disse allargando le braccia ancora ad occhi chiusi. Tolsi il maglione e mi rimisi nel letto con la testa appoggiata sul suo petto, lui subito si riaddormentò mentre io restai a guardare fuori dalla finestra
-Buonanotte Fil- sussurrai addormentandomi

Tin Heart || IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora