POV's Filippo
Ero stato un fottuto coglione, non le avevo detto niente e ora lei era con quel malato. Immaginare il suo fragile corpo in balia di quel sadico mi faceva venire da vomitare. Appena lei si chiuse la porta alle spalle, Lori si affrettò ad alzarsi vedendomi pallido e mi accompagnò in cucina
-Fratello tutto bene?- annuii e tirai un sorriso
-Devo prepararmi tra un po' devo andare a prendere Marta- il moro mi fulminò, ma feci finta di nulla ed entrai nella mia stanza. Chiusi a chiave e iniziai a buttare tutto a terra in preda all'ira. Mi guardai allo specchio, avevo gli occhi arrossati dalle lacrime e la fronte sudata. Mi sedetti sul letto cercando di levarmi dalla testa la sua ultima frase. Mi alzai e presi una maglietta pulita bianca, una camicia di jeans e dei jeans neri. Indossai i miei anelli e mi sistemai i capelli. Presi le chiavi dell'auto e scesi le scale di corsa. Con un cenno salutai Lori che ancora una volta mi rimproverò con lo sguardo. Salii in macchina e accesi la radio a tutto volume sfrecciando per le strade addormentate. Raggiunsi la casa di Marta e citofonai. Misi una sigaretta tra le labbra cercando di accenderla, ma le mani mi tremavano dalla rabbia e l'accendino era scarico. Appena il portone si aprí guardai la ragazza avvolta in un abito che le fasciava le curve e le metteva in risalto il seno
-Fanculo- dissi lanciando via sigaretta ed accendino per lanciarmi sulle labbra della giovane. Con una mano le afferrai la nuca facendola indietreggiare. Intensificai il bacio in maniera violenta. La feci sbattere contro il muro e in un lampo le strappai quell'abitino striminzito troppo piccolo per lei. La guardai in intimo, la sua pelle era perfetta, ma non morbida come quella di Rolex. Quella ragazza mi stava rovinando la vita doveva uscire dal mio cervello, dal mio cuore. Io non dipendevo da Rolex, quella ragazzina troppo fragile per stare sola e troppo sfacciata. Io, Filippo Maria Fanti avevo paura di baciarla, avevo paura che solo con uno sguardo di troppo si frantumasse davanti hai miei occhi. Che per giunta le ragazze come lei le avevo sempre evitate, ma Rolex, non so come, era perennemente nei miei pensieri. Quegli occhi, grandi come quelli dei bambini e profondi come l'oceano, erano calamite per i miei color ghiaccio. I capelli neri corvini mossi, che le cadevano dolci lungo le spalle. Quando la vidi avvolta nell'asciugamano con una ciocca che usciva dal turbante, il mio cuore si era pietrificato. Dannatamente bella e fragile, ma sapevo di averla delusa con quella chiamata. Ogni volta che le stavo accanto mi ripetevo di essere sciolto e di non essere così dannatamente paranoico mei suoi confronti. Ma dalla discussione con Benny erano usciti particolari che non conoscevo e che mi avevano terrorizzato. Come poteva un padre fare del male a sua figlia. Con una rapida mossa levai il reggiseno a Marta. Avevo un casino nel cervello e tanta rabbia da scaricare. Lei era nel letto con Nicoló, era lui a farla sentire donna non io. Lei era fottutamente innamorata di lui, non temeva nulla. Eppure io conoscevo la verità. Quel mostro mi aveva detto ogni cosa, io sapevo e non avevo fatto nulla per aiutarla. Ero un vigliacco. Continuai a baciare Marta fino alla sua camera dove la spinsi sul letto permettendole di slacciarmi i pantaloni. Mi levai la camicia e la maglia con foga. Lei era troppo lenta quindi le spalancai le gambe penetrandola con rabbia. I movimenti erano rigidi, rabbiosi, violenti e i suoi gemiti mi facevano immaginare quelli di Rolex. E più pensavo a Rol più mi arrabbiavo. Le unghie della bionda mi graffiavano la schiena, mentre lei mi baciava il collo con foga. Diedi dei colpi finali con molta forza e uscii da Marta appena in tempo rifugiandomi subito dopo nel suo bagno dove mi diedi una lavata e mi guardai allo specchio. Che avevo fatto, avevo giocato con una donna solo perché l'unica che mi tormentava il sonno era uscita con un verme. Mi rivestii e tornai da Marta, ma dormiva beatamente nel letto disfatto, quindi decisi di andare a fumare una sigaretta sul balcone. Guardai l'orizzonte mentre inspiravo il tabacco facendo brillare la brace. Chissà se stavi bene Rolex, se eri felice di stare tra le braccia di quell'uomo. Chissà se tra miliardi di giovani innamorati come me c'eri anche tu, cosciente di essere con la persona sbagliata. Oppure ero solo io ad avere nel letto la donna sbagliata, magari lui ti aveva reso felice. Una lacrima cadde furtiva e mi affrettai ad asciugarla. Guardai il nulla finché non sentii una mano audace sulla mia spalla
-Ei Filippo va tutto bene?- annuii
-Perdonami non volevo essere violento- mi scusai flebile
-Il sesso è stato una meraviglia di cosa ti scusi?- rise acuta per poi sedersi sulle mie gambe mordendosi il labbro. Iniziò a muovere il bacino stuzzicandomi l'intimità
-Non sei mai sazia- sbuffai evitando il contatto visivo. Lei mi prese il volto tra le mani
-In realtà volevo chiederti di frequentarci- disse malevola
-Vuoi essere la mia ragazza?- chiesi
-Non mi dispiacerebbe- disse baciandomi mentre io continuai a guardare oltre il suo corpo mezzo nudo. Inutile negare che Marta fosse una bella ragazza, alta, bionda, occhi verdi. Ma per quanto mi sforzassi nel provare qualcosa per lei, davanti ai miei occhi compariva l'esile corpo di porcellana di Rolex.
-Torna dentro, adesso arrivo- dissi freddo e lei fece come le dissi. Mi alzai e mi appoggiai sulla ringhiera del balcone.
-Dove sei piccola Rolex? Spero tu stia bene, che ti renda felice- sospirai -il fatto è che tu mi hai travolto all'improvviso mi ha destabilizzato- dissi quasi come fosse una scusa per quello che avevo fatto. Decisi di rientrare e sdraiarmi accanto alla donna che ormai era la mia ragazza. Sospirai amareggiato quando si accoccolò al mio petto e continuai a fissare il soffitto finché lo schermo del mio cellulare si illuminò. Mi avvicinai e sul display compariva una notifica di Lori che diceva
"Sei un coglione, Rolex non risponde. Alza il culo da quel letto e aiutaci a cercarla. Benny è nel panico"
A quelle parole scattai in piedi, rivestendosi alla velocità della luce. Raggiunsi l'auto e guidai disperato fino a casa
-Rolex dove sei!-
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