Capitolo 3

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POV's Greta

Non sapevo cosa gli fosse preso quella mattina. Avevo fatto fatica a dormire nonostante la vicinanza di Lori. Lorenzo era un buon amico e una bravissima persona, nonostante ci conoscessimo da un giorno si era preso cura di me. Filippo, invece, non lo capivo proprio. Quando eravamo in cucina era stato così premuroso. Forse ero stata io ad essere fredda in quella situazione, ma se fossi rimasta qualche minuto in più tra le sue forti e calde braccia tatuate con i suoi occhi glaciali a bruciarmi le labbra, non sarei riuscita a trattenermi dal baciarlo. Cosa non consigliata visto il nostro rapporto. Passeggiavo con Benny per i corridoi raccontandole cosa fosse successo la sera prima
-Stai scherzando?!- disse con euforia
-Shh abbassa la voce- risi -Ti giuro Lori mi ha aiutato in un momento un po' difficile. È stato molto dolce- in quel momento ricevetti una spallata così forte da farmi barcollare
-Levati dai piedi troia- disse Filippo con disprezzo. Subito intervenne Lorenzo che spinse Filo e si mise davanti a me
-Filippo cazzo finiscila! Non ti ha fatto niente! Sei solo uno st- lo interruppi
-Lori tranquillo so difendermi da sola- dissi avanzando -Io non so cosa sia successo di così grave tra noi due. Ieri sei stato gentile a preoccuparti per me, l'ho apprezzato davvero. Ma è innegabile che provi un qualche strano risentimento verso di me. Una cosa è certa, non sono qui per essere trattata da zerbino da te, nonostante io possa essere scontrosa, antipatica e acida quanto vuoi. Non so, magari ti da fastidio il mio essere così diretta nei tuoi confronti oppure il fatto che non sia ricca quanto te, soltanto che io sto bene così. Non mi importa tutto l'odio che provi nei miei confronti e puoi insultarmi quanto ti pare. Dai siamo sinceri Filippo neanche tu mi stai a genio, siamo come cane e gatto. Davvero sei libero di sprigionare tutto il disprezzo che ti tieni dentro, ma ti chiedo solo di lasciarmi stare perché non sai cosa ho dovuto passare. Di sicuro non saranno i tuoi insulti a fermarmi- dissi esasperata -Ora se permetti vorrei farmi un giro- aggiunsi poi sorpassandolo e restituendogli la spallata. La gente si spostava al mio passaggio e nessuno osava proferire parola. Appena riuscii a raggiungere il giardino mi appoggiai al muro sospirando
-Cosa significa tutto quello che mi hai detto?!- urlò Filippo col fiatone
-Hai capito benissimo- aggiunsi alzando gli occhi al cielo
-No invece, non capisco un cazzo di quello che dici. Sei svalvolata ragazzina, sei pazza!- continuò lui
-Filippo ti prego basta. Non sono una cazzo di bambola e io sono stanca di te e dei tuoi atteggiamenti- mi allontanai da lui a passo svelto
-Fermati cazzo!- disse lui correndomi dietro bloccandomi il polso. Strattonai il braccio liberandomi dalla sua presa
-Lasciami Filippo, lasciami stare. Non ti sto chiedendo tanto, d'altronde- risi amara -Manco mi conosci, non sai niente dello schifo che nessuno nota- dissi voltandomi nuovamente e incamminandomi
-Mi fai impazzire!- gridò. Mi bloccai girandomi lentamente verso di lui
-Che... che cosa?- balbettai. I suoi occhi parevano più puri del solito
-Mi fai impazzire perché sei ingestibile, perché non cadi ai miei piedi come fanno tutte e non ti importa del mio denaro. Sei così fragile, ma anche inarrestabile. Cazzo mi mandi fuori quando mi tieni testa. Non ti importa quello che la gente pensa di te. Questo mi sconvolge. Continuo a tormentarmi per ieri sera. Mi sento colpevole di averti fatta star male anche se non so perché. Greta mi terrorizzi. Mi terrorizzi perché quando eri stretta a me stavo impazzendo. E si avevo una voglia matta di baciarti anche se non ne capisco il motivo. Ti ho vista con Lorenzo e ho iniziato a svalvolare. Mi sentivo inutile come non mai. Cazzo Greta non so che mi hai fatto. Non so neanche cosa ti porti dentro e non vedo l'ora di scoprirlo e mettere in ordine quel casino perché odio vedere i tuoi occhi spenti. Ero geloso e non trovo un fottuto motivo-  disse tutto d'un fiato avvicinandosi -Non so neanche perché ti ho detto tutte queste cose- ormai eravamo a pochi centimetri. I nostri respiri danzavano, i cuori acceleravano e il suo profumo mi inebriava le narici mandandomi il cervello completamente a puttane.
-Io... io- si avvicinò cauto alle mie labbra con l'intenzione di farle combaciare -Filippo... No. Io sono troppo difficile- dissi bloccandolo e allontanandomi dal suo corpo sentendo immediatamente un vuoto proprio al centro del petto. Me ne andai scuotendo la testa per scacciare i mille pensieri che mi vorticavano nel cervello. Raggiunsi Benny letteralmente scossa
-Che succede?- mi chiese preoccupata
-Filippo ha provato a baciarmi- mi guardò scioccata -L'ho allontanato-
-Perché?!- chiese stupita
-Perché non mi bastano belle parole per cadere ai suoi piedi. Io voglio i fatti Benny. Io non sono un gioco- dissi accendendomi una sigaretta.
-Gre!- ci interruppe Lori -Come stai?- chiese premuroso
-Bene tranquillo- lo rassicurai
-Ti porto a casa, dove abiti?-
-No davvero faccio da sola è complicato- mi guardò confuso. Sospirai -Non ho una vera e propria casa. Ecco sto in hotel-
-Come non hai una casa?!- esclamò Lori -Non preoccuparti sarai la nostra coinquilina tanto le camere ci sono-
-No Lori davvero, Filippo non mi sopporta e quella è casa sua-
-Guarda che l'affitto lo pago anch'io quindi di conseguenza la casa è anche mia e tu starai con noi ormai è deciso- lo abbracciai
-Grazie mille- mi sentii stringere e ne fui felice
Raggiungemmo l'auto di Fil e con noi venne anche Benny. Nessuno osò parlare. Una volta arrivati a casa mi rifugiai nella mia stanza con la mia amica.
-Perché è ancora qui!- disse Filippo a Lorenzo
-Perché aveva bisogno di una sistemazione e a noi serviva un altro coinquilino- continuò il moro
-Potevamo far venire Marta lei si che è figa- il mio cuore si frantumò leggermente
-Lei aveva bisogno Marta no- disse Lorenzo
-Finiscila Lori lei ti piace e ci stai provando- disse Fil rabbioso
-Si lei mi piace, ma la sto aiutando perché ha bisogno. Non sono come te Filo. Io non ho bisogno di comprarmi le persone- disse per poi andarsene in camera sua mentre Fil andò sul balcone
-Benny non so che fare- dissi malinconica
-Sei nella merda amica mia- rise
-Sempre molto gratificante tu- risi anch'io
-Un giorno mi racconterai perché delle volte pari assente?- mi domandò cauta e speranzosa
-Certo Benny. Sei l'unica di cui mi fido davvero- mi abbracciò e il mio cuore parve alleggerirsi.

Tin Heart || IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora