Capitolo 7

106 9 0
                                        

POV's Greta

Ero davanti allo specchio e studiavo ogni centimetro della mia pelle soffermandomi su ogni singolo livido. Era da tanto tempo che la mia pelle candida non veniva macchiata. Infilai un paio di jeans, una maglia nera e una felpa grigia. Infilai le scarpe e tentai di coprire il livido con un po' di trucco senza grandi risultati. Lasciai i capelli scuri davanti all'occhio per mascherarlo. Scesi in cucina ottenendo uno sguardo preoccupato da tutti i presenti. Cercai gli occhi ghiaccio di Filippo, ma lui appena mi vide abbassò lo sguardo e uscì dalla cucina per poi mettersi il giubbotto
-Vi aspetto in macchina- disse uscendo. Qualcosa dentro di me si crepò. Mi sedetti difronte alla mia tazza di thè fumante sentendo gli guardi dei miei amici trapassarmi anche l'anima.
-Greta che sta succedendo?- chiese Benny. Io in risposta alzai lo sguardo e con gli occhi lucidi la guardai per poi scuotere la testa. Mi alzai e cercai di tornare in camera, ma davanti alla mia porta Lori mi bloccò
-Io non so cosa stia succedendo, ma sono sicuro che Filo è scosso. Non devi aver paura di noi. Ti aiuteremo a superare qualsiasi cosa, insieme perché gli amici fanno così e tu piccola Rolex hai noi. Hai Filo. Farebbe di tutto per te- sorrisi leggermente e lo abbracciai -Dai adesso andiamo a scuola- annuii. Una volta usciti di casa ci avviammo in macchina mantenendo la solita formazione: io davanti affianco a Fil e nei sedili posteriori Lori e Benny. Appena mi sedetti affianco al ragazzo con le piume iniziai a far fatica a respirare. Questa volta però lui non mi rivolse neanche uno sguardo. Mi concentrai sul paesaggio di inizio novembre. Parcheggiammo e scendemmo dall'auto. Io mi avviai insieme a Lori e Benny verso la mia aula lasciando indietro Filippo a fumarsi una sigaretta. Una volta in classe mi sedetti al mio banco sentendo la mancanza di quella sensazione di bruciore che solo uno sguardo sapeva darmi. Mi voltai cercando quegli occhi color ghiaccio trovandoli però rivolti verso Marta, una di quelle oche bionde tinte. Mi posizionai dritta stringendo le braccia al mio petto sentendo un gelo mai provato prima d'ora. La professoressa di filosofia entrò in classe a testa alta. Era una donna colta lo si capiva soltanto guardandola camminare. Iniziò la lezione su Pirandello e le maschere che ogni persona possiede. Io al contrario della professoressa tenevo il capo chino giocando con le maniche della felpa grigia.
-Greta, vieni tu alla cattedra- mi alzai lentamente e la raggiunsi. Lei iniziò a farmi domande sulla lezione senza ottenere risposta da parte mia. A un certo punto si alzò per spostarmi i capelli dal viso coi quali mi nascondevo. E appena scoprí l'occhio destro si pietrificò. Dei bisbigli si levarono per tutta la classe, sguardi e sorrisini. Quella sensazione di fuoco sulla mia pelle ritornò e voltandomi leggermente vidi l'espressione seria e imbronciata di Filippo che mi guardava il livido. Tutto era troppo quindi scappai verso il bagno chiudendomici dentro e scivolando contro la parete scoppiando in lacrime. La voglia di urlare e sfogare tutto il dolore. Le lacrime scioglievano il trucco che avevo messo rivelando una macchia di un viola scuro mentre il mascara nero formava righe nere come la mia chioma. Dentro me sentivo un silenzio assordante talmente assordante da levarmi la forza di far rumore. Tutto era ovattato. Qualcuno bussò alla porta
-Gre, sono Benny- disse -È la prima volta che mi capita di sedermi per terra in un bagno. Io ho capito sai, nonostante tu dia colpa alla tua goffaggine, dove nessuno ha peccato se non tu, io ho capito e vorrei che l'occhio nero lo avessi per il mascara. Davvero credi che non mi sia accorta del graffio sulla faccia di tuo padre? Davvero credi di riuscire a nascondermi i lividi che hai su tutto il corpo? Greta io l'ho capito. Ho capito che in tutto questo c'entra tuo padre ed è proprio perché è tuo padre che non denunci niente. Greta ricorda che sei forte e devi ribellarti. Stai con me e Lori, ma soprattutto con Filippo. Lui a te ci tiene moltissimo.- restai ad ascoltarla e il mio cuore sussultò al nome del ragazzo con le piume -Io non so il perché di questo atteggiamento da parte di tuo padre, ma finché starai a casa con noi sarai al sicuro. Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l'amore, mentre la violenza e l'odio si diffondono alla luce del sole. Ti prego Gre sii forte, non per me, non per Lori, non per Filo. Sii forte per te stessa- spalancai la porta del bagno lanciandomi tra le sue braccia stringendola e riuscendo finalmente a emettere un suono
-Grazie- sussurrai a malapena, quasi impercettibilmente -Ti prego non dire a nessuno tutto questo- lei annuì. Mi aiutò a ricompormi, togliendo il trucco colato con tale leggerezza che pareva avere piume al posto delle mani. Uscii dal bagno insieme a Benny, ma quel lieve sorriso ci mise poco a scomparire. Poco più avanti c'era la figura di mio padre affiancato dalla professoressa che mi attendevano. Il mio sguardo ricadde verso il pavimento e la stretta di Benny aumentò intorno alla mia spalla come per invogliarmi ad andare via. Io la guardai e scossi la testa entrando nell'aula con le due figure autoritarie. La porta si chiude facendomi sussultare.
-Mi scusi il disturbo signore, ma mi sono subito allarmata quando ho notato l'ematoma di Greta- disse premurosa. Io cercai di parlare, ma mio padre mi interruppe
-L'altro giorno è caduta e ha picchiato contro uno spigolo. Niente di grave, guarirà tra qualche giorno- disse tenendo due dita sotto il mento squadrandomi. La professoressa annuì non del tutto convinta. Infatti appena ci dirigemmo verso l'uscita dell'aula mi guardò preoccupata. Camminai verso il cancello della scuola affiancata da mio padre. In quel momento sentii la mia pelle bruciare, ma quella volta non mi voltai. Una volta nella macchina di mio padre nessuno dei due proferì parola e appena arrivai a casa sua mi rifugiai nella mia camera. Mio padre avanzò verso il mio letto levandosi la cravatta che mamma gli regalò anni prima. Mi spinse sul letto e attivò il mio vecchio carillon color tiffany. In quel momento spensi il cervello, concentrandomi unicamente sul carillon e lasciandomi in balia di quelle mani che non erano mai state in grado di donarmi una carezza.

Tin Heart || IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora