POV's Filippo
Arrivai a casa trovando già i miei amici nel vialetto. Lori discuteva animatamente con una figura che, appena riconobbi, fece scoppiare dentro di me un turbinio di rabbia. Uscii dalla macchina fiondandomi contro essa, lo afferrai per il colletto sbattendolo alla parete
-Che cazzo le hai fatto pezzo di merda! Dov'è adesso?! Parla figlio di puttana- gridai minaccioso
-Secondo te se lo sapessi sarei venuto qui?- disse facendo comparire sulle sue labbra un sorrisetto beffardo
-Io ti ammazzo!- ringhiai stringendo la presa sulla sua giacca
-Finitela voi due!- s'intromise Lorenzo che stringeva Benny cercando di farla calmare -Vi sembra il momento adatto per fare i coglioni?! C'è una ragazza in pericolo e voi due vi preoccupate di dimostrare chi è il più forte?! Fate gli adulti cazzo!- ci rimproverò separandoci con forza. Non so per quale strano motivo Lori si fosse preso così a cuore quella ragazza. Certo era sempre stato un ragazzo di buon animo, ma solo con me si era spinto a tanto. Quante volte mi aveva salvato il culo durante risse e allontanato da situazioni pericolose quando ero ubriaco. Lui c'è sempre stato per me per questo lo considero un fratello. Lasciai andare la presa e indicai la mia auto
-Lori tu prendi l'auto, Benny tu vai con lui. Io e Niccolò vi seguiamo con le moto- dissi tirando fuori dal garage il mio mezzo per poi infilarmi il casco e montarci sopra facendo rombare il motore. I miei amici partirono a tutta velocità e io con loro. Il mio cervello continuava a creare i peggio scenari, provocandomi sensi di colpa e grande paura. Se non avessi avuto paura di dirle che l'avrei difesa sempre e che non mi importava degli abusi che aveva subito, che avrei saputo far battere il suo cuore al tempo del mio, lei non sarebbe uscita e adesso non sarebbe in pericolo. E proprio in quel momento realizzai di essermi innamorato di quella ragazzina dispettosa. Lo ammisi, avevo paura di amare. Ma non solo di amare, ma di amare lei. Portava dentro di se delle cose che nessuno aveva ancora capito. E io, io avevo paura di fallire, così come tutti gli altri. Lei era come l'oceano, e io ero solo un ragazzo, che amava le onde, ma era terrorizzato all'idea di nuotare. Perchè si, Dio si, ero innamorato follemente di Rolex. Perchè la sua paranoia, la sua insicurezza, timidezza, il suo essere troppo complessa, instabile, incomprensibile. Il fatto che non si sapesse accontentare di niente, restando sempre una lunatica, capricciosa e vendicativa, incazzata perennemente con il mondo, la rendeva l'unica capace di sostenere i miei occhi troppo freddi per chiunque. Guardai alla mia sinistra vedendo la tranquillità che aleggiava nello sguardo di Niccolò che mi fece avvertire un senso di nausea. Come poteva un uomo innamorato restare tranquillo sapendo che la sua ragazza era in pericolo, proprio non lo riuscivo a capire. Finalmente arrivammo davanti a una palazzina e io mi fiondai giù dalla moto seguito da Lori e dal romano
-Terzo piano a destra- c'indicò Benny tra i singhiozzi. Iniziai a salire i gradini di corsa arrivando in un lampo davanti alla porta. Bussai senza ottenere risposta, ma ad un tratto sentii qualcosa rompersi e un pianto femminile quindi iniziai a tirare calci alla porta finchè non si aprì. corsi nella camera trovandomi davanti uno spettacolo terrificante. Il pavimento era ricoperto di bottiglie di alcolici, sul letto era distesa Rolex che cercava di allontanare un uomo sulla sessantina, lo stesso uomo che era venuto a prenderla a scuola un po' di tempo fa. Vedevo le mani di quel viscido cercare di allargarle le gambe e di toccarle l'intimità. Tutto successe troppo velocemente. Mi fiondai sul corpo di quell'uomo scaraventandolo lontano da Rolex, lo presi a calci e a pugni gridandogli contro di tutto. Lori prese Rolex aiutandola ad uscire da quel posto infernale
-Come puoi, brutto figlio di puttana, fare questo a tua figlia!- continuai a colpirlo -E' tua figlia cazzo- urlai -E' una ragazzina!- qualcuno mi allontanò dal corpo di quell'uomo trascinandomi fuori da quell'edificio. Avevo il labbro e lo zigomo sanguinanti e Lori mi portò lontano per farmi calmare. Appena Rolex e Benny uscirono dalla hall del condominio, tutti ci avvicinammo. Vidi Benny stringersi tra le braccia di Lorenzo mentre Rol fiondarsi tra quelle di Niccolò. Restai indietro cercando anche solo uno sguardo da parte sua, ma lei nascose il viso contro il petto del romano e io decisi di allontanarmi. Mi appoggiai contro l'auto guardandomi le nocche distrutte. Presi una sigaretta e la strinsi tra le labbra accendendola e aspirando un po'. Avevo avuto davvero paura di perderla per sempre, il suo corpo era completamente ricoperto di ematomi. Come poteva, una ragazza così fragile, sopportare tutto questo per interi anni. Era lì che cercava con tutte le sue forze di dire no per una volta, nonostante il pericolo, lei stava lottando. La cenere cadeva inerme mentre io cercavo di far tacere la mia mente che continuava a pensare a cosa sarebbe accaduto se non fossimo arrivati in tempo. Mi voltai per pochi secondi vedendo Rol e il romano baciarsi e il mio cuore sembrò frantumarsi. Mi rigirai sorridendo amareggiato, d'altronde era stata tutta colpa mia, decisi di inviare un messaggio a Lori per non interrompere il momento
"Ho bisogno di stare da solo, ti lascio la macchina. Per favore non tornare con Benny stanotte, voglio stare totalmente in solitudine. Vi ho pagato già una stanza in uno dei migliori Hotel, spero mi perdonerai. Ti prego controlla che Rolex stia bene prima di andare. Sei un fratello"
Inviai e la risposta non tardò ad arrivare
"Non preoccuparti fratello, non fare cazzate"
Spensi la sigaretta e montai in moto, alzai lo sguardo incrociando quello di Lori. Annuii e sfrecciai via cercando di trattenere le lacrime. In poco tempo arrivai a casa e una volta sistemato il mio mezzo nel garage, entrai in nell'abitazione chiudendo la porta a chiave dietro di me. Mi sfilai la giacca e la maglia sporche di sangue rimanendo solo nei jeans attillati. Entrai in cucina e mi presi della birra sedendomi al tavolo, alternavo un tiro di sigaretta a un sorso della mia bevanda cercando di spegnere la mente che non voleva star zitta. Piansi rivedendo l'immagine terrorizzata di Rolex, come poteva essersi tenuta tutto questo male dentro senza avere neanche un modo per sfogarsi. Come mai non si è accorta che ero lì per lei, mi bastava sapere che lei era cosciente che, nonostante tutte le nostre liti, io ci sarei sempre stato per proteggerla. In quel momento la serratura della porta d'ingresso scattò facendomi alzare il capo dal tavolo...