all about you

507 35 4
                                    

Scorpius non amava le feste commerciali che tutti si ostinavano a festeggiare: perché dover sprecare un giorno della propria vita a esprimere il proprio amore l'uno per l'altro?

Probabilmente questo cinismo derivava dal fatto che il giovane Malfoy, nei suoi 17 anni di vita, non aveva mai avuto una relazione. Tantissimi ragazzi erano entrati nel suo cuore, si era innamorato dei loro occhi, del loro carattere scontroso. Il problema era che tutti quei ragazzi si erano sempre rivelati attratti da altre ragazze e non da lui; soprattutto, solamente il suo migliore amico sapeva del suo segreto.
 Scorpius e Albus Potter, amici per caso e da allora inseparabili, erano la coppia di amici più strana di tutta Hogwarts.

I loro genitori si erano detestati per tutta la loro esperienza scolastica, mentre loro erano riusciti a trovare un punto di incontro.
 Quando Scorpius aveva finalmente detto ad Albus il suo segreto, quest'ultimo lo aveva abbracciato: non lo aveva giudicato, come aveva pensato Malfoy, ma era stato comprensivo e lo aveva capito e supportato.


"Pensavi davvero che me la sarei presa? O che ti avrei urlato contro?" Aveva detto Albus dopo essersi staccato da quell'abbraccio.
 Da quel giorno, il povero Potter aveva dovuto ascoltare Scorpius parlare dei ragazzi più belli della scuola, di come fossero irraggiungibili e di come mai e poi mai avrebbe potuto avvicinarsi a loro. Ogni volta che Scorpius parlava di una delle sue nuove cotte, Albus ridacchiava e gli diceva che il momento giusto sarebbe arrivato anche per lui.

Malfoy, però, si chiedeva quando quel momento sarebbe arrivato: durante Hogwarts? Nel posto di lavoro o mai? Soprattutto, quando sarebbe passata la sua cotta più grande, quella per il suo migliore amico? 
Per anni aveva cercato di reprimerla, lasciando spazio ad altri ragazzi e fingendo che quest'altri fossero più importanti, più belli e più generosi di Albus Potter.
Niente e nessuno però era ancora riuscito a fargli dimenticare i sentimenti, sbagliati, che provava per il giovane Potter.


Il giovane lasciò da parte quei pensieri e si alzò dal letto del dormitorio della sua Casa: era una soleggiata domenica di febbraio, perfetta per fare una passeggiata fino al Lago Nero. Quello era stato il programma che lui e Albus avevano fatto la sera prima: avevano bisogno di rinfrescarsi un po' la mente prima di tornare, nel pomeriggio, in biblioteca per studiare. 
La mattina di San Valentino del loro ultimo anno ad Hogwarts, nella Sala Comune di Serpeverde c'era già fermento da parte delle ragazze. Alcune di loro tenevano in mano pacchi di cioccolatini, così come alcuni ragazzi, probabilmente pronti a regalarli alle loro amate. Vicino al focolare c'era uno dei ragazzi più popolari di Serpeverde con in mano una scatola a forma di cuore, dove c'era incavato il nome di Melissa Wood, la Grifondoro che nelle partite di Quidditch aveva il ruolo di Portiere.

"Scorpius?" Disse una voce appena il ragazzo arrivò nella Sala Comune. A chiamarlo era stata una ragazza del quarto anno, dai lunghi capelli argentei e un sorriso in viso. Per un momento, Malfoy si spaventò: e se la ragazza avesse voluto dargli dei cioccolatini o esprimergli il suo amore? Fortunatamente, però, la giovane non aveva nulla in mano.


"Sì?" Rispose lui, mettendosi le mani nella tasca dei jeans che aveva deciso di indossare quella giornata; il maglione, invece, che aveva addosso, glielo aveva regalato la nonna di Albus qualche Natale prima, era verde scuro e aveva una enorme 'S' nel centro.


"Una ragazza ti cerca all'entrata. E' urgente!" La ragazza sorrise una ultima volta e poi sparì insieme a un gruppetto di ragazze del suo stesso anno.
 Scorpius, curioso e chiedendosi chi fosse la ragazza in questione, si diresse verso l'uscita della Sala Comune di Serpeverde. Appena aprì la porta, una massa di capelli rossi lo abbracciò: Rose Weasley, la cugina di Albus.

La cosa più bella della famiglia di Albus era l'immensità di parenti e cugini che il suo migliore amico possedeva, mentre lui era l'unico giovane della famiglia. Certo, in teoria Teddy Lupin era un suo lontano cugino, ma non avevano mai avuto una relazione così stretta da poter dire di essere legati. Invece, la famiglia Potter-Weasley era una di quelle famiglie che si vedono nei film: due dozzine di persone che si vogliono un bene dell'anima.

Rose era tra le persone preferite di Albus e anche di Scorpius: fin da subito l'aveva colpito con la sua felicità che sembrava non andarsene mai, con la sua generosità e voglia di rendere tutti immensamente felici e a proprio agio.


"Buongiorno anche a te!" Commentò Scorpius, staccandosi dall'abbraccio della ragazza. "Che succede?"


"Ho la bocca cucita: tu devi solo seguirmi, d'accordo?" Domandò lei, senza però aspettare alcuna risposta del giovane Serpeverde. Rose prese per il polso Scorpius e insieme salirono le scale dirigendosi verso la Sala Grande: effettivamente, lo stomaco del ragazzo aveva iniziato a brontolare per la fame. 


"Neanche un indizio?" Chiese il ragazzo, mentre raggiungevano la grande porta che lasciava intravedere i quattro tavoli delle Casa di Hogwarts. Qualche studente era già all'interno, gustandosi la colazione; subito, Scorpius notò che dal soffitto, oltre al cielo azzurro che rispecchiava quello esterno, cadevano cuori rossi, bianchi e rosa che appena toccavano una superficie, sparivano.


"Buona fortuna." Fu tutto ciò che disse Rose prima di correre dentro la Sala Grande; il ragazzo la guardò strabuzzando gli occhi: cosa stava succedendo? Perché tutto questo mistero? Cosa avrebbe trovato nella Sala Grande di così tanto strano o sorprendente?


Tutti gli studenti che un momento prima stavano mangiando in tranquillità di voltarono prima verso il tavolo di sinistra, quello di Serpeverde, e poi verso Scorpius. Con un enorme sospiro, il giovane entrò nella Sala Grande sperando che fosse tutta una sua illusione. Forse era un caso che tutti si fossero girati verso di lui, forse si stava immaginando tutto quanto, forse stava ancora dormendo.
 Al tavolo di Corvonero, l'ultimo sulla destra, Scorpius notò Lily, la sorella più piccola di Albus, sorridente e con gli occhi illuminati; al tavolo di Grifondoro, invece, il primo sulla sinistra, Rose aveva un sorriso enorme sul viso e lo seguiva con lo sguardo. 


Solo quando Scorpius spostò il suo sguardo sul tavolo della sua Casa, il suo cuore perse un battito: al centro del tavolo, Albus Potter si stava alzando in piedi; in mano aveva una chitarra e il viso era nervoso.
Ancora prima di poter chiedere cosa stava succedendo, Albus iniziò a pizzicare le corde della chitarra e una melodia famigliare iniziò a risuonare nella Sala Grande.

Se c'era una cosa che Scorpius e sua madre, quando ancora era in vita, condividevano, era l'amore per una band britannica dei primi anni duemila chiamata McFly. La donna aveva fatto ascoltare al figlio alcune delle canzoni, quelle meno esplicite, e insieme le cantavano mentre preparavano dolci o semplicemente avevano voglia di ballare. 
Quella che Albus aveva iniziato a suonare era "All About You", la tipica ballad d'amore. Il suo migliore amico lo fissava negli occhi ma Scorpius si guardò intorno, cercando la ragazza alla quale Albus stesse dedicando la canzone: il ragazzo, però, notò che Albus continuava imperterrito a fissare lui. 


Solo quando la canzone stava per finire, Albus mosse per la prima volta i suoi piedi verso il suo migliore amico: Scorpius era rimasto fermo poco dopo il tavolo di Grifondoro, dove Rose stava mimando con la bocca le parole. Quanto tempo ci aveva messo Albus per imparare a suonare la chitarra e a imparare la canzone? 


"Yes, you make my life worthwhile, so I told you with a smile" Stava cantando Albus quando arrivò talmente tanto vicino a Scorpius che quest'ultimo poteva sentire il battito dei cuori di entrambi. "it's all about you..."


Nella Sala Grande, tutti i presenti iniziarono a fare da coro, continuando a ripetere quelle quattro parole. Rose aveva la voce più forte, mentre Albus lo fissava continuando a dire 'it's all about you'.


Quando anche le ultime parole furono dette e le ultime note suonate, il giovane Potter lasciò che la chitarra gli pendolasse dal corpo e con le due mani prese il viso di Scorpius e lo baciò.
 C'era qualcosa in quel bacio che fece girare la testa a Scorpius: sembrava che il suo corpo stesse volando, che gli angeli stessero cantando. Il suo cuore, però, stava davvero correndo all'impazzata e le sue mani si erano davvero posate sui fianchi di Albus.


"Ti amo, Scorpius Malfoy." Sussurrò Albus, staccandosi dal bacio, mentre tutti i presenti della Sala Grande battevano le mani.


"Ti amo anche io, Albus Potter."

times of our lives | scorbus one-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora