being myself

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Scorpius toccò le guance di Albus, bagnate: si era messo a piangere da un momento all'altro, senza un vero motivo, senza spiegazioni. Scorpius era rimasto fermo, zitto, aspettando che l'altro gli desse qualche spiegazione, che gli dicesse cosa era successo, perchè tutto d'un tratto piangeva. Albus era quello forte, impassibile, che non si sarebbe mai lasciato andare così facilmente.

"Dimmi cosa è successo!" Gli aveva urlato Scorpius mentre con le dita gli asciugava le lacrime che continuavano a cadere dai verdi occhi dell'altro.

"E' troppo tardi. Ormai è fatta." Disse lui dopo un po' abbassando il capo. "E' finita."

"Cosa è finita?" Chiese Scorpius confuso.

"La recita, la mia recita." Disse l'altro, prendendo il viso di Scorpius tra le mani e iniziando a baciarlo con passione.

Il biondo fermò Albus e lo allontanò: stava sognando? Era tutto un incredibile sogno ad occhi aperti? Tra poco si sarebbe svegliato e si sarebbe reso conto che tutto quanto era stato solo il suo cervello, che ancora una volta cercava di farsi burla di lui?
Non poteva essere reale, non era reale: Albus non l'avrebbe mai baciato, non avrebbe mai fatto una cosa del genere perchè lui non era come Scorpius. Lui era... di fronte a lui, reale.

"Non vuoi?" Chiese Albus con delusione nel viso.

"E' uno scherzo?"

"Assolutamente no." Albus si riavvicinò nuovamente a Scorpius prendendogli la mano e baciandone le nocche. Un brivido percorse la schiena di Scorpius: sembrava tutto così reale, era tutto così reale.

"Perchè stavi piangendo allora?"

Albus lo baciò di nuovo, questa volta con più calma, più dolcemente, gustandosi le labbra dell'altro, assaporandone il sapore e cercando di riporlo nella sua mente. Erano entrambi distesi nel letto di Scorpius, questi sempre più confuso, Albus emozionato, eccitato dall'intera situazione.

"Scorpius... io..." Provò a dire quando si distaccò per un secondo dalle labbra dell'altro, ma lo chiamavano: sentiva che doveva baciarle, assaporarle.

"Ho capito una cosa." Riprese quando finalmente si fermò.

"Che cosa?"

"Era più doloroso non ammettere di non amarti che cedere e amarti, nonostante tutto il resto, nonostante il mondo contro di noi. Preferisco amarti che soffrire." Le lacrime ora scendevano dagli occhi di entrambi. Albus si sentì finalmente libero, felice quando pronunciò quelle parole: le aveva tenute dentro per così tanto ma ora poteva finalmente farle uscire. "Ogni volta che andavo da qualche parte, avevo la sensazione che i miei occhi stessero cercando qualcuno. Ogni faccia che mi passava accanto però non era mai quella giusta. Poi ti ho visto nella folla, mi hai sorriso e finalmente ho capito."

Albus diede un bacio casto all'altro e poi poggiò la fronte su quella di Scorpius chiudendo gli occhi e finalemente lo lasciò andare, quelle parole tanto temute e agognate: "Ti amo, Scorpius Malfoy."

"Ti amo anche io, Albus Potter."

times of our lives | scorbus one-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora