what's going on?

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Il ragazzo si svegliò di soprassalto nel suo letto e si ricordò di essere ad Hogwarts, nel dormitorio diCorvonero  e che tutti gli altri ragazzi stavano ancora dormendo e lui non poteva urlare. Silenziose lacrime  scendevano dal volto di Scorpius e, anche se provò ad asciugarsele, non riuscì a far calmare i suoi occhi.

Aveva fatto di nuovo lo stesso sogno – o meglio dire incubo – che lo perseguitava da anni: sua madre morta davanti ai suoi occhi, ancora e ancora. L'aveva vista morire di fronte a sé anche nella realtà, durante la sua prima estate dopo Hogwarts, ma nei suoi incubi era peggio: la scena continuava a ripetersi mentre delle voci gli urlavano che era solo colpa sua. Ogni volta che era convinto di aver superato quel trauma, quell'incubo tornava imperterrito nella sua mente e lo deprimeva per giorni.

Il Corvonero buttò di nuovo la testa sul cuscino ma tenne gli occhi aperti: erano passati ormai tre anni e ancora la paura di quel ricordo lo perseguitava e non riusciva a trovare un modo per oltrepassare quella memoria: gli occhi della madre, aperti e penetranti, lo raggelavano.

Quando anche i suoi compagni si svegliarono, Scorpius fu costretto ad alzarsi e andare a colazione, ancora con il ricordo dell'incubo che premeva sulla sua mente. La tavola di Corvonero era piena di persone che – felicemente – facevano colazione.

Scorpius, contrariamente, si sentiva tutt'altro che affamato, così dopo un quarto d'ora in cui era stato fermo a guardare il piatto, decise di girare i tacchi e tornare in dormitorio per prepararsi a quell'ennesima giornata scolastica. Senza rendersene conto, ancora preso dai ricordi del sogno della sera prima, andò a sbattere contro qualcosa, anzi qualcuno.

"Scusami..." Bofonchiò Scorpius senza nemmeno guardare contro chi si era scontrato, il quale era finito a terra.

"Non ti preoccupare." Disse la voce piatta e calma dietro di lui. Solo che, non si era scontrato con una persona qualcunque e soprattutto, a terra c'erano sia il ragazzo ma anche i suoi libri, pronti per una nuova giornata ad Hogwarts.

"Lascia che ti aiuti." Si propose Scorpius mentre porgeva una mano ad Albus Potter, capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde e suo nemico sul campo per molti anni.

"Grazie." Rispose Albus mentre veniva aiutato dall'altro a tirarsi in piedi: successivamente, i due iniziarono a raccogliere i libri di Potter. Tra questi c'era un giornale dalla copertina rosa che professava "I Nargilli sono tra in aumento: 1 persona su 3 è infetta!"

"Cosa sono i Nargilli?" Domandò Scorpius mentre ritornava il giornale all'altro.

"Sono delle creature magiche che una propensione per le burle che può suscitare nelle vittime  una gamma di sentimenti che passa dal fastidio alla furia," Disse lui alzando gli occhiali quadrati dal naso. "Sono certo, però, che Lorcan e Lysander ne sapranno di più."

I due ragazzi citati dal capitano di Serpeverde erano i figli di Luna Lovegood, redattore del giornale Il Cavillo, che solo allora Scorpius comprese fosse il giornale che Albus teneva in mano. I due gemelli erano stati smistati in Grifondoro, con grande sorpresa di tutti ma Scorpius era certo che Albus li conoscesse meglio del giovane Corvonero, essendo suo padre amico della Lovegood.

"Beh, suppongo di sì." Sbottò Scorpius, prendendo il commento leggermente di petto. "Magari tu sei quella persona su tre che è infestata ed è per questo che sei così infastidito."

Il suo commento doveva essere inteso come una risposta stizzita, ma Albus si mise a ridere, affermando che probabilmente era così. Quell'affermazione, così fuori dal normale, così diversa da come aveva sempre visto Albus Potter, lo aveva fatto stare meglio. 

Alla fine della risata, i due ragazzi si osservarono, nessuno sapendo più cosa dire: alla fine, non si conoscevano bene se non per le partite di Quidditch. 

times of our lives | scorbus one-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora