potter's anatomy

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[QUESTA STORIA CONTIENE SCENE SESSUALMENTE ESPLICITE]

Svegliarsi in quelle mattine era faticoso. Sapere che sua madre, la sua ancora di salvezza se ne stava andando lentamente. Per anni aveva pensato che quella famiglia perfetta, quella che tutti conoscevano fin dall'inizio dei tempi, potesse sgretolarsi fosse impossibile.

Scorpius, come ogni mattina, finiva per pensare a tutti i posti in cui lui e la madre avevano passato le vacanze estive, tra il mare francese e le lande scozzesi. Ora invece, nel suo viaggio mentale, riusciva solo a pensare al letto d'ospedale dove la madre viveva da mesi.

Avrebbe perso il controllo.

Sua madre era stata fortunata, lo sapeva. Aveva avuto il tempo di passare del tempo con il figlio, di ridere e scherzare con il marito e di dire addio a tutti i suoi famigliari. Diversamente, Scorpius non si sentiva per nulla fortunato.


Vedeva il padre ridere fortissimo e dire cose senza senso alla moglie, mentre le accarezzava i capelli color cioccolato: a volte, Scorpius aveva sperato che quello malato fosse stato suo padre, ma anche solo pensarlo lo faceva sentire un mostro.

"Vado a farmi un giro." Disse Scorpius ai genitori.

Era cosciente che uscire da quella stanza poteva essere fatale: la madre sarebbe potuta morire da un secondo all'altro, ma non poteva più stare lì. La vista della donna sul letto gli faceva chiudere lo stomaco.

Cosa sarebbe successo dopo la morte della madre? Cosa ne sarebbe stata della loro famiglia? Cosa ne avrebbe fatto della sua vita?

Anche se, in teoria, era stato fortunato ad avere molto tempo con la donna, non ne avrebbe mai avuto abbastanza per dirle addio e per capire cosa fare. Per tutta l'estate aveva passato il tempo nell'ospedale con la speranza di capire sé stesso, ma nessuna soluzione era arrivata.

"Tutto bene?" Chiese una voce di fronte a lui.

Non era la prima volta che succedeva: camminava per i corridoi dell'ospedale fino a perdersi. Alzando lo sguardo, il viso non gli era nuovo. Davanti a lui c'era un ragazzo della sua età, i capelli erano neri come la pece e il viso scuro che però lasciava spazio a due grandi occhi verdi: con la tunica da membro dell'ospedale sembrava ancora più intrigante.

"Sì." Riuscì a rispondere Scorpius, rendendosi conto di aver davanti il ragazzo più popolare di Hogwarts.

"Hai bisogno di informazioni su un paziente?" Domandò il ragazzo, fingendo di non sapere chi fosse il biondo che aveva davanti.

Per anni, Scorpius Malfoy e Albus Potter avevano incrociato i loro sguardi nei corridoi della scuola di Hogwarts senza mai parlarsi. Anche se Scorpius aveva sempre avuto una cotta per il giovane Potter, era certo che quegli scambi di sguardi non fossero solo nella sua mente.

"No, grazie. Mia madre è ricoverata qui ma so dove andare." Rispose Scorpius, cercando di controllare la sua voce.

"Oh, mi dispiace." Commentò Albus, guardando un ingegno elettronico che teneva tra le mani, probabilmente qualche idea rubata al mondo babbano. "Ci conosciamo già?"

"Eravamo nello stesso anno ad Hogwarts," Rispose Scorpius, cercando di stare al gioco dell'altro. "Sono Scorpius Malfoy."

"Oh, è vero!" Rispose Albus, fingendo di ricordarsi il nome dell'altro solo in quel momento. Come poteva far finta di non conoscerlo o di non conoscere la faida che i loro genitori avevano avuto anni prima? "Albus, piacere di conoscerti."

Albus si guardò intorno mentre le sue guance si arrossavano un poco: il giovane Malfoy non ci poteva credere: stava davvero guardando Albus Potter arrossire? D'altro canto, Scorpius cercava nella sua mente un motivo per continuare a parlargli.

"Mi potresti mostrare un posto per stare da solo?" Domandò infine Scorpius, ricordandosi del principale motivo per cui era uscito da quella stanza. "Senza pazienti o medici. Un posto solo per me."

Albus sorrise e si incamminò dalla parte opposta da cui era venuto: i due non parlarono, semplicemente camminarono silenziosamente verso la fine del corridoio.

"Non dovrei mostrartelo," Iniziò Albus. "ma posso capire quello che provi."

Dalla tasca della sua tunica, il giovane Potter tirò fuori la sua bacchetta e puntandola al muro bianco mormorò: "Specialis revelio".

Una maniglia dorata si materializzò e, dopo averla girata, i due entrarono in una stanza piuttosto piccola dove c'era principalmente scatolame di cibo. Si stava decisamente stretti e i due erano faccia a faccia.

"Spero ti possa sentire meglio, qui da solo." Commentò Albus: i suoi piedi se ne stavano andando verso l'uscita ma Scorpius gli prese il polso.

"Forse non voglio stare da solo."

I due si guardarono per un secondo negli occhi: verdi e azzurri.

Poi, Scorpius lasciò la presa e Albus si avvicinò irruento: la porta di chiuse in un battito d'occhi e i due iniziarono a spogliarsi mentre le loro bocche iniziavano a conoscersi.

Albus fu il primo a rimanere nudo: il suo corpo era scuro e perfetto; Scorpius toccò gli addominali dell'altro, ma le sue mani bramavano il membro. Lo aveva sognato per anni e finalmente poteva averlo tra le sue mani e nella sua bocca.

Non voleva andarsene, voleva averlo completamente e subito.

Così, Scorpius girò Albus e gli aprì bene le gambe: in un baleno, era dentro di lui e gli baciava il collo.

Non c'era più nessuna preoccupazione, l'unica cosa importante era venire.

E così fece.

times of our lives | scorbus one-shotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora