Sangue

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ADE

Sangue...

C'è così tanto sangue sulle mie mani.

Grida...

Ci sono così tanti rumori intorno a me.

Morte...

È ovunque.

Il torpore che pervade il mio corpo mi opprime, odio queste sensazioni, non mi sembra neanche di essere padrone del mio stesso corpo, i ricordi si offuscano.

Ero mai stato padrone del mio corpo?

Una voce calda e femminile mi richiama all'ordine.

"Non sforzare quel tuo cervello sottosviluppato Dio dei Morti, non puoi sfuggirmi, tu sei mio." Al suono di queste parole il mio corpo non si ribella come dovrebbe.

'Io non appartengo a nessuno' grida ogni centimetro della mia mente, ma il resto di me non sembra capirlo altrettanto bene.

La rabbia monta dentro come un fuoco, un fuoco che mi richiama a casa.

Casa?

I pensieri sono confusi.

Non so chi io sia, né dove mi trovo.

Un colpo violento allo stomaco esige la mia attenzione, l'odiosa voce femminile si rifà sentire, ora talmente forte da non poter fare null'altro che obbedire.

"Non ribellarti animale che non sei altro!" Mi impone gelida.

Le uniche parole pronunciate furono un: "Si Signora." Un eco lontano della mia voce che non riconosco.

Il profumo di gelsomino si fece più intenso ricco di approvazione cosa che fece rilassare le mie membra stanche.

Nella mia mente però il tumulto continuava ad imperversare, trovando conforto nel ricordo di capelli rossi come il fuoco.

La mia casa.


La Primavera e il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora