La spazzatura ha fame

1.2K 72 1
                                    



PERSEFONE

Una settimana dopo, Delfi.

"Sei ancora qui?!" La domanda sarcastica dell'Oracolo giunse alle mie orecchie come una vecchia lamentela ormai troppo sentita, come risposta mi appoggiai comodamente ad una colonna del suo tempio e la fissai, sapeva perfettamente che non me ne sarei andata senza di lei.

Mi serviva o per lo meno mi serviva la sua conoscenza.

Le sorrisi come una vecchia amica.

"Tanto lo so che questo giochetto ti piace, non partirò senza di te." La informai come tutte le mattine da quando ero arrivata cinque giorni prima. La ragazzina appariva più rilassata di come l'avevo trovata al mio arrivo, sembrava davvero che questa nostra routine la divertisse, lo sguardo tormentato si era attenuato e gli attacchi da parte delle Parche erano stati radi, in compenso la sua follia sembrava essersi sempre più radicata dentro di lei, questa era una cosa positiva in quanto la rendeva più divertente.

"Certo, adoro farmi rompere le palle da una Dea insistente e scorbutica che critica ogni cosa. Sai dovresti proprio farti una scopata ogni tanto." Mi disse con tono acido e divertito.

Sorrisi alle sue parole, dopotutto cosa ne poteva sapere una ragazzina a riguardo.

"Con quella boccuccia baci i tuoi adepti?"

"No, sai essere l'Oracolo ha i suoi vantaggi, se solo volessi potrei chiedere di istituire un giorno in cui tutti vadano in giro con della cacca addosso con la scusa delle mie madri divine, mettermi seduta e godermi lo spettacolo." Disse la ragazzina seria.

Risi della scena che mi pervase la mente, quella era decisamente una cosa che avrebbe potuto fare il Dio dei Morti.

"Sarebbe epico tranne per il fatto che correresti il più lontano possibile dopo due minuti per colpa del fetore." L'Oracolo strabuzzò gli occhi non avendoci pensato per poi scoppiare in una fragorosa risata.

La fissai per un tempo indefinito, c'era qualcosa in lei che me la faceva sentire vicina, ma non per questo mi sarei risparmiata, avevo fatto una promessa a me stessa, avrei riportato indietro il Dio dei Morti.

Mi avvicinai lentamente alla giovane, lei smise di ridere e mi fissò nel mio incedere sospirando si mise comoda sul suo trono.

"Non posso farlo Dea, vorrei ma proprio non posso." Mi riferì seria, la collera alle sue parole non trovava giustificazione data l'espressione contrita di lei.

Non capivo.

"Perché?" Le chiesi.

"Non mi è permesso andare nel Regno dei Morti, se lo facessi non potrei più tornare ed essendo una mortale potrei morire, le Parche mi abbandonerebbero e così il fulcro dei miei poteri." Sospirò.

La collera salì davvero e giustificata.

"MI HAI TENUTA QUI FACENDOMI CREDERE DI POTERTI CONVINCERE QUANDO NON ERA VERO!" le urlai contro incredula. Per giorni ero stata ingannata, mi aveva fatto credere di non poter venire perché dovesse assolvere ai suoi doveri da Oracolo quando invece la verità era ben diversa.

Così ancora una volta le chiesi: "Perché?"

La ragazzina volse il suo sguardo altrove facendo risaltare ancor di più la sua giovane età insieme alla sua infelicità.

"Mi diverti Dea, tutte le volte che mi vieni a trovare trovo sempre un po' di pace, è una cosa che agogno come l'aria, per questo motivo non mi scuserò con te."

La Primavera e il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora