PROLOGO: Sei mesi per redimersi

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ZEUS

Mi risvegliai dal mio torpore, come se non lo facessi da anni, la sensazione era così fastidiosa ed estranea che brividi freddi mi percorsero fin nelle ossa. Gli occhi pesanti non volevano saperne di obbedirmi e aprirsi, ma il problema più grande era la nebbia mentale che mi avvolgeva come un abbraccio indesiderato. Ci vollero parecchi minuti per riprendere un minimo di coscienza, subito venni colpito da un dolore lancinante, questo mi fece desiderare di non averlo mai fatto. Ogni singola parte del mio corpo sembrava andare a fuoco.

Ma cosa cazzo stava accadendo?!

Non riuscivo a sentire nulla dal collo in giù, solo un lieve formicolio cercava di informarmi su cosa fosse realmente successo.

Figlio di Puttana!

Qualcuno mi aveva decapitato.

L'unica opzione a mia disposizione in quel momento era anche l'unica non piacevole.

Aspettare.

Qualsiasi cosa fosse successo al mio corpo sarebbe guarita, dopotutto lo faceva sempre.

Ero il fottuto Re dell'Olimpo, ci avevano provato in molti ad uccidermi ma alla fine avevano fallito tutti.

Sconfitta. Questa era la parola giusta da usare.

Ci misi un po' prima che i miei occhi riuscissero ad abituarsi alla poca luce della foresta nella quale ero stato lasciato. Il cielo plumbeo e carico di pioggia sopra la mia testa permetteva una guarigione più rapida alla mia vista, in esso non vi era nessuna traccia delle mie folgori, sembravano avermi abbandonato anche loro. Gli unici fedeli compagni su cui abbia mai potuto contare.

Il vento freddo e carico di elettricità portava al mio naso il sentore di sangue appena versato. Nelle immediate vicinanze si era svolto uno scontro.

Di cosa stavo blaterando?! Sicuramente ero stato un protagonista in quello date le mie attuali condizioni, e in qualche modo qualcuno era riuscito a sopraffarmi.

Qualcuno che sarebbe presto morto.

Mi stavo proprio rompendo il cazzo di stare in quel luogo senza poter far nulla, cercai di attivare il processo di guarigione accelerandolo.

Non accadde nulla.

Davvero spiacevole.

Improvvisamente, come se li avessi invocati a gran voce, dei flash di immagini iniziarono a susseguirsi in modo confuso e scomposto nella mia testa, troppo velocemente per riuscire a fermarli e analizzare ogni momento. Furono le urla di tantissime persone però a farmi compagnia, per quelle che mi parvero ore interminabili. Non ero mai stato schizzinoso sul dolore inferto agli altri, mortali o non, un Dio doveva farsi rispettare e temere allo stesso tempo con ogni mezzo a sua disposizione ma lo strazio legato alla mia condizione di immobilità resero la cosa stranamente fastidiosa.

Quel poco che riuscii a percepire mi fece accapponare la pelle, qualcuno aveva osato tenermi sotto il suo giogo come fossi stato un semplice burattino.

Io?!

Il Re degli Dei?!

Una rabbia sconosciuta mi pervase, il desiderio di sfogarla era tanta, solitamente sarei andato a prendermi una giovane mortale per omaggiarla con le mie attenzioni e il mio cazzo, ma nuovamente la mia condizione mi manteneva esattamente dov'ero.

La Primavera e il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora