PROLOGO: Sei mesi per amare

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APOLLO

"Moriranno tutti." Queste furono le ultime parole del Dio dei Morti prima di sparire con quella grande stronza di Gea.

Rimasi incredulo per quanto era appena accaduto.

Chi se lo sarebbe aspettato?!

Non avevo tempo per fermarmi a pensare a quelle cose o alle conseguenze che ci avevano portato fino a quel punto, finalmente potevo muovermi nuovamente, con la ritrovata libertà il mio primo pensiero andò a mia sorella... e sì anche a Dioniso.

Corsi da Artemide con in sottofondo le urla isteriche della Dea della Primavera, quel giorno la Dea era stata l'unica a perdere realmente.

Io avevo ritrovato mia sorella e sospettavo buona parte degli Dei caduti sotto il giogo di Gea ma Persefone di contro sembrava fuori controllo.

La ignorai avendo pensieri molto più urgenti per la testa.

"Sorella! Tutto bene?!" Parlai con voce urgente alla Dea confusa che si stava a fatica rialzando.

"Adesso esigo seriamente delle spiegazioni fratello. Cosa diamine è appena accaduto?!" Artemide non era mai stata una donna paziente, sospirai sarebbe stata una conversazione difficile da affrontare ma ci avrei pensato dopo, ora dovevo portarla in salvo e raccattare il corpo ancora privo di sensi di Dioniso.

Lo sguardo della Dea della Caccia continuava a vagare per la radura facendosi ogni minuto più urgente e quasi spaventato.

La Cacciatrice che ha paura come fosse una delle prede solitamente cacciate da lei.

Non pensavo avrei mai visto questo giorno e quello mi diceva quanto la situazione fosse grave.

Mi avvicinai di più per poterla rassicurare, la tenni stretta a me in modo confortante e protettivo e giurai su quel campo di battaglia su cui era ancora visibile il nostro sangue fresco che l'avrei protetta per sempre.

Nulla ti farà più del male sorella!

"Stupidi cosa fate lì in palati, dobbiamo cercare mia madre e Ade!" Persefone sembrava fuori di sé, continuava a farneticare di ributtarci in un'altra guerra che evidentemente ora nessuno era in grado di combattere, con i nostri cari appena tornati e le molteplici ferite riportate non eravamo di certo in grado di poter affrontare né Gea né tanto meno il Dio dei Morti.

"Persefone ora sarebbe solo un suicidio affrontarli, dobbiamo prima pensare a noi, rimetterci in forze e tra qualche giorno possiamo ritrovarci per capire cosa fare." Cercai di parlare in modo calmo e chiaro, non ero disposto a rischiare la vita di nessuno oggi più di quanto non avessimo già fatto.

"NO! ORA MI AIUTERETE A RITROVARLO! DOBBIAMO RITROVARLO!" La Dea continuava a parlare di piani e strategie mentre tutti noi ci fissavamo allibiti.

Era seria?!

Mi guardai attorno per capire dagli altri cosa avremmo potuto fare per far desistere la Dea nei suoi folli propositi, intravidi Thanatos in disparte con uno sguardo duro e bellicoso, questo non era rivolto a noi ma supposi più a se stesso per non essere riuscito a salvare il Dio suo caro amico, i pugni chiusi erano serrati in modo evidentemente doloroso. Mi dispiacque per lui.

Mi avvicinai alla Dea cercando di infonderle un po' di calma ma più la gente si avvicinava più lei indietreggiava come se fossimo diventati noi i suoi nemici.

Improvvisamente alle sue spalle apparì Hypnos, con un gesto della mano sparse sulla Dea della Primavera un'ingente quantità di polvere dorata.

"Dormi Dea." Sussurrò il Dio del Sonno prima di vedere la Dea accasciarsi a terra priva di sensi.

La Primavera e il CacciatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora