Il Bettino era impallidito; pareva che stesse per svenire. Si era quasi aggrappato al braccio del padre.
«Babbo, che è successo? Che è successo?»
Ripeteva quelle parole senza riuscire a smettere, il labbro che tremava, gli occhi fermi sull'immagine scomposta dell'Agnese e del Martino, lì, abbandonati, senza vita. Si era avvicinato, li aveva scossi, li aveva colpiti sul viso con il palmo aperto.
«Mollali», gli aveva detto secco il padre. «Non vedi che son morti?»
Si vedeva, sì. I corpi iniziavano a irrigidirsi, pallidi, cerei. «E chi glielo dice, ora, al Mino?»
Pareva che la verità innegabile, ciò che più di ogni altra cosa spaventava il Cecco, sfuggisse completamente al Bettino. Il vecchio se ne era accorto immediatamente, non appena era riuscito a mettere a fuoco l'accaduto: li avevano ammazzati. Poco da discutere. Avevano ammazzato lei, e quell'anima innocente del Martino. Non poteva essere altrimenti: avevano trovato l'Agnese, con il piccolo ancora lattante in braccio, e l'avevano ammazzata mentre lei prendeva il becchime per le galline.
Un orrore talmente grande da risultare difficile perfino da concepire. Chi mai avrebbe potuto fare una cosa del genere? All'Agnese, poi; una donna, graziosa e perfino un po' vanesia. Soldi non ne avevano, non abbastanza da tentare chi volesse fare del male; torti non ne avevano mai fatti, debiti nemmeno. E quale bestia avrebbe potuto mai pensare di levare la vita a una mamma e alla sua creatura? Quel pensiero gli martellava in testa, al Cecco; il timore che quel folle - perché altro non poteva essere - fosse ancora lì, nascosto da qualche parte, e il terrore cieco e muto, che non voleva sentire, che ad ammazzare l'Agnese fosse stato qualcuno dei suoi. Ma no, non poteva essere: doveva essere stato qualche pazzo, uno di quei briganti che hanno perso il senno e la grazia divina. Le novelle che si raccontavano alla veglia, quelle sempre uguali da una generazione all'altra, ne erano piene.
Il Bettino era uscito fuori dal magazzino e si era messo a urlare a gran voce il nome dei fratelli. Il Cecco avrebbe preferito parlargli e comprendere il da farsi, prima; ma era inutile ragionare su quello che sarebbe potuto essere, e non era stato. C'era di sicuro da chiamare qualcuno, ma chi? Il conte, forse? Era tramortito, confuso; per la prima volta in vita sua, non sapeva da dove cominciare, non comprendeva cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Era un uomo semplice, il Cecco; sessant'anni di fatica e di lavoro nei campi, come suo padre e suo nonno e ogni generazione di cui avesse memoria, e la coscienza leggera che ogni notte lo accompagnava nel sonno, che ricordasse o dimenticasse le due preghiere che conosceva.
***
Era arrivato il Mino, per primo. Ed era stato tutto molto prevedibile, e terribile: l'attimo di sbigottimento, le urla, il pianto. Il Cecco l'aveva lasciato solo, d'istinto e perché non avrebbe saputo cosa dire, e si era messo sulla porta del magazzino per impedire alle donne e ai ragazzi più grandicelli di entrare e di vedere quell'orrore inenarrabile.
Il Bettino era venuto fuori, poco dopo, pallido come un cencio e con lo sguardo improvvisamente cerchiato; lo seguivano da presso il Tonio e il Bruno - tre uomini, la stessa faccia ripetuta identica. Il Mino era restato dentro, dall'uscio lo si udiva singhiozzare.
«C'è poco da vedere, qui», aveva detto il Bettino, brusco, alla moglie e alle cognate che, con i bambini al petto o per mano, si affacciavano per cercare di capire cosa fosse successo.
«Babbo, babbo, voi sapete cos'è accaduto?».
Il Cecco, ancora sbigottito, si era sentito incalzare dalla Cecilia, la moglie del Bettino. Aveva sollevato una mano, per richiamare al silenzio quella piccola ciurma indisciplinata - il vociare lo innervosiva, gli pareva un'incresciosa mancanza di rispetto alla morte e al silenzio che essa dovrebbe avere intorno -; i bambini si erano allontanati un tantino, le donne gli si erano avvicinate di più.
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L'Uomo Di Paglia
Mystery / ThrillerQualcuno ha ucciso Agnese e il suo bambino. E si è portato via molto più di queste due vite. Un thriller psicologico, ambientato in una realtà italiana, in una apparentemente quieta campagna d'inizio Novecento.