XII

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VITA E MORTE


POV'S LILITH
Sento freddo.
Tremo.
Sono in una stanza parzialmente buia e piccola.
Stringo le braccia al mio corpo per riscaldarmi un po', ma non sembra funzionare.
Tento di mettermi in piedi, ma noto uno specchietto rotto e antico che si trova circa qualche passo da me, lo raccolgo e mi specchio attraverso quei piccoli pezzetti di vetro distrutti .
La mia pelle è pallida, ma noto che i miei occhi sono diventati grigi, un grigio freddo e glaciale e non più rossi e neri.
- che sta succedendo?- sussurro tra me e me rilasciando una nuvoletta causata dal mio respiro a contatto con il clima freddo.
Indosso una camicia da notte bianca che mi lascia scoperte le braccia.

-

Il tempo passa e io sono rinchiusa qui, mi sento debole, il mio respiro è irregolare e pesante, ma proprio quando sto per chiudere gli occhi per riposare la stanza inizia a tremare provocando delle crepature lungo i quattro muri che mi circondano.
Chiudo gli occhi per calmarmi e attendo che cessi il tremore,
- Lilith - dice una voce fredda che avevo già sentito in precendenza.
Spalanco gli occhi e la stanza cessa di tremare,
davanti a me si trova un uomo in giacca nera che mi guarda diritto degli occhi,
Mi alzo in piedi e cerco di assumere una posizione che trasmette sicurezza e freddezza nei confronti dell'uomo,
- chi sei?- dico ricambiando lo sguardo
- te lo dirò quando sarai pronta- dice iniziando a camminare intorno a me.
I suoi occhi sono di un grigio freddo e i capelli sono neri,
il suo portamento è molto elegante, sembra un uomo di molta esperienza nonostante la apparente giovane età sui trent' anni , ma dal momento che la mia vita è stata stravolta immagino che io mi stia sbagliando.
La pelle è chiara e sono presenti delle occhiaie sotto i suoi occhi gelidi.
- Non fate altro che dirmi che non sono pronta, non fate altro che pensare che io non sono in grado di sopportare tutto questo, pensate che non sia all'altezza- dico innervosendomi
- come fate a sapere che non sono all'altezza se non ne avete una prova?!- continuo arrabbiata mentre mi avvicino all'uomo
- hai ragione - risponde l'uomo senza scomporsi di un solo millimetro nonostante la mia vicinanza
- bhe? Tutto qui? - dico confusa
- dobbiamo parlare di cose più importanti- dice senza rispondere alla mia domanda
- tipo? - rispondo con una risatina isterica provocata dal mio nervosismo
- tu sei in coma in questo momento e tu ti trovi tra la vita e la morte- dice l'uomo
- quindi questo vuol dire che anche tu sei in coma?- domando un po' scossa
- non proprio, io sono qui per istruirti- risponde determinato
- istruirmi per cosa? - domando
- per crescere- risponde serio
Scoppio a ridere
- Bella battuta! io credo solo in me stessa e imparerò a ' crescere' da sola, ma grazie lo stesso- dico
L' uomo assume uno sguardo terrificante , si scaglia verso di me,
mi prende per i capelli tirandomi indietro la testa costringendomi a guardarlo negli occhi
- smetti di comportarti come una stupida ragazzina viziata, tu non sei nessuno in confronto a me e se morirai nessuno piangerà per te, perché sei sempre stata sola e sempre lo sarai!- dice digrignando i denti .
Nonostante sia il primo uomo a provocare in me paura lo guardo diritto negli occhi sfidandolo,
- sono sola, è vero. La parte divertente e che non me ne frega nulla di essere sola, potrai dire tutto ciò che vuoi ma, quello che dirai non mi sfiorerà nemmeno di un millimetro - rispondo
- Hai ragione. Adesso non ti importa delle mie parole, ma ti importa di ciò che provi.
Ti sei sempre sentita " difettosa", hai sempre sentito un gran peso, un gran dolore sulle spalle, un dolore che non sai da dove provenga o quale sia il suo principio,
io lo so,
perché io e te, anche se tu non ne sei a conoscenza, siamo legati.- replica lui
Rimango in silenzio pensando a ciò che mi ha appena detto.
Mi lascia i capelli e mi massaggio la testa per risistemare i cappelli.

POV'S MALIK
La cella in cui mi trovo è umida e calda, ma d'altronde cosa mi aspettavo? Siamo all'inferno.
Mentre sono immerso nei miei pensieri lo stridolio della porta che si apre mi costringe ad alzare lo sguardo verso Iron.
- Sei venuto a trovarmi?- dico con un pizzico di ironia
- Si, un buon demone deve essere ospitale con i propri prigionieri- risponde con altrettanta ironia
- cosa vuoi?- domando irritato
-Lo sai cosa voglio- risponde serio
- Non avrai il mio sangue- replico fermo nella mia posizione
- Lo prendo con la forza o me lo cederai tu? Se me lo darai di tua spontanea volontà non ti succederà nulla, se al contrario dovrò utilizzare la forza non solo mi divertirò a torturati ma lascerò il resto del lavoro a Lilith e sinceramente nella sua trasformazione completa penso che sia molto più crudele-  dice sorridente
- Ma Lilith potrebbe anche morire con il mio sangue- dico fiero
- Lei non morirà!- replica infuriato.
Non mi resta altra scelta.
So già quale è la scelta più giusta.
Non posso rischiare.

Spazio autrice

Scusate la mia assenza, ma avevo bisogno di pensare meglio all'evoluzione della storia.
Fatemi sapere se vi sta piacendo!
By @stregattodark

The Heir Of The DevilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora