VITA E MORTE
POV'S LILITH
Sento freddo.
Tremo.
Sono in una stanza parzialmente buia e piccola.
Stringo le braccia al mio corpo per riscaldarmi un po', ma non sembra funzionare.
Tento di mettermi in piedi, ma noto uno specchietto rotto e antico che si trova circa qualche passo da me, lo raccolgo e mi specchio attraverso quei piccoli pezzetti di vetro distrutti .
La mia pelle è pallida, ma noto che i miei occhi sono diventati grigi, un grigio freddo e glaciale e non più rossi e neri.
- che sta succedendo?- sussurro tra me e me rilasciando una nuvoletta causata dal mio respiro a contatto con il clima freddo.
Indosso una camicia da notte bianca che mi lascia scoperte le braccia.-
Il tempo passa e io sono rinchiusa qui, mi sento debole, il mio respiro è irregolare e pesante, ma proprio quando sto per chiudere gli occhi per riposare la stanza inizia a tremare provocando delle crepature lungo i quattro muri che mi circondano.
Chiudo gli occhi per calmarmi e attendo che cessi il tremore,
- Lilith - dice una voce fredda che avevo già sentito in precendenza.
Spalanco gli occhi e la stanza cessa di tremare,
davanti a me si trova un uomo in giacca nera che mi guarda diritto degli occhi,
Mi alzo in piedi e cerco di assumere una posizione che trasmette sicurezza e freddezza nei confronti dell'uomo,
- chi sei?- dico ricambiando lo sguardo
- te lo dirò quando sarai pronta- dice iniziando a camminare intorno a me.
I suoi occhi sono di un grigio freddo e i capelli sono neri,
il suo portamento è molto elegante, sembra un uomo di molta esperienza nonostante la apparente giovane età sui trent' anni , ma dal momento che la mia vita è stata stravolta immagino che io mi stia sbagliando.
La pelle è chiara e sono presenti delle occhiaie sotto i suoi occhi gelidi.
- Non fate altro che dirmi che non sono pronta, non fate altro che pensare che io non sono in grado di sopportare tutto questo, pensate che non sia all'altezza- dico innervosendomi
- come fate a sapere che non sono all'altezza se non ne avete una prova?!- continuo arrabbiata mentre mi avvicino all'uomo
- hai ragione - risponde l'uomo senza scomporsi di un solo millimetro nonostante la mia vicinanza
- bhe? Tutto qui? - dico confusa
- dobbiamo parlare di cose più importanti- dice senza rispondere alla mia domanda
- tipo? - rispondo con una risatina isterica provocata dal mio nervosismo
- tu sei in coma in questo momento e tu ti trovi tra la vita e la morte- dice l'uomo
- quindi questo vuol dire che anche tu sei in coma?- domando un po' scossa
- non proprio, io sono qui per istruirti- risponde determinato
- istruirmi per cosa? - domando
- per crescere- risponde serio
Scoppio a ridere
- Bella battuta! io credo solo in me stessa e imparerò a ' crescere' da sola, ma grazie lo stesso- dico
L' uomo assume uno sguardo terrificante , si scaglia verso di me,
mi prende per i capelli tirandomi indietro la testa costringendomi a guardarlo negli occhi
- smetti di comportarti come una stupida ragazzina viziata, tu non sei nessuno in confronto a me e se morirai nessuno piangerà per te, perché sei sempre stata sola e sempre lo sarai!- dice digrignando i denti .
Nonostante sia il primo uomo a provocare in me paura lo guardo diritto negli occhi sfidandolo,
- sono sola, è vero. La parte divertente e che non me ne frega nulla di essere sola, potrai dire tutto ciò che vuoi ma, quello che dirai non mi sfiorerà nemmeno di un millimetro - rispondo
- Hai ragione. Adesso non ti importa delle mie parole, ma ti importa di ciò che provi.
Ti sei sempre sentita " difettosa", hai sempre sentito un gran peso, un gran dolore sulle spalle, un dolore che non sai da dove provenga o quale sia il suo principio,
io lo so,
perché io e te, anche se tu non ne sei a conoscenza, siamo legati.- replica lui
Rimango in silenzio pensando a ciò che mi ha appena detto.
Mi lascia i capelli e mi massaggio la testa per risistemare i cappelli.POV'S MALIK
La cella in cui mi trovo è umida e calda, ma d'altronde cosa mi aspettavo? Siamo all'inferno.
Mentre sono immerso nei miei pensieri lo stridolio della porta che si apre mi costringe ad alzare lo sguardo verso Iron.
- Sei venuto a trovarmi?- dico con un pizzico di ironia
- Si, un buon demone deve essere ospitale con i propri prigionieri- risponde con altrettanta ironia
- cosa vuoi?- domando irritato
-Lo sai cosa voglio- risponde serio
- Non avrai il mio sangue- replico fermo nella mia posizione
- Lo prendo con la forza o me lo cederai tu? Se me lo darai di tua spontanea volontà non ti succederà nulla, se al contrario dovrò utilizzare la forza non solo mi divertirò a torturati ma lascerò il resto del lavoro a Lilith e sinceramente nella sua trasformazione completa penso che sia molto più crudele- dice sorridente
- Ma Lilith potrebbe anche morire con il mio sangue- dico fiero
- Lei non morirà!- replica infuriato.
Non mi resta altra scelta.
So già quale è la scelta più giusta.
Non posso rischiare.Spazio autrice
Scusate la mia assenza, ma avevo bisogno di pensare meglio all'evoluzione della storia.
Fatemi sapere se vi sta piacendo!
By @stregattodark

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The Heir Of The Devil
ParanormalSiamo veramente quello che siamo? Siamo davvero le persone che crediamo di essere? Lilith se lo chiede spesso, non si sente in sintonia con la società, si sente diversa da tutto. Lei ha 17 anni e frequenta la Stuyvesant high school di New York, c...