.Capitolo 13.

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-Eleonora
Sono appena uscita dall'ospedale. Il ragazzo che guidava la macchina che è andata addosso a Silvia è Edoardo,si quel Edoardo, l'Edoardo di Londra, quello stronzo che faceva il dolce con me e intanto se la spassava con un'altra. È ferito ma non penso in modo esagerato. Comunque non me ne frega niente. Anche perché penso ci sia qualcosa tra Silvia e lui.
Mi sto facendo portare a casa da Sana, voglio stare un po' con mio fratello.

È mattina, ieri sera ho passato tutta la serata in famiglia (e per famiglia intendo mio fratello, viviamo insieme). Ora sono nel letto a girarmi e rigirarmi, non riesco a non pensare a Edoardo. Il fatto che abiti a Roma cambia tutto e questa cosa non mi piace.
È domenica e non so cosa fare. Chiamo Eva che però non mi risponde.
Mi vesto senza sapere dove devo andare di preciso e mi trucco un po' più del solito. Prendo le chiavi della macchina ed esco.

Dopo dieci minuti mi ritrovo davanti all'ospedale senza volerlo, e dico sul serio, non voglio proprio parlargli, ma dobbiamo chiarire una cosa.
Prendo le scale al posto dell'ascensore  per perdere tempo. Arrivo al suo piano ma non voglio entrare nella sua stanza, così mi siedo sulle sedie che ci sono davanti alla sua porta. Dopo poco vedo un dottore entrare con estrema urgenza che grida ad una dottoressa lì vicino di aiutarla
Qualcosa non va...
Chiudono la porta alle loro spalle per non far entrare nessuno, così non mi muovo.
Sento gridare a squarciagola qualcuno ed il dottore che grida alla dottoressa di tenerlo fermo. Non so cosa succede ma mi sto preoccupando.
Dopo pochi minuti vedo il dottore e l'infermiera uscire straziati.
Il dottore mi guarda, mi rassicura che va tutto bene e che posso entrare.
Io ho gli occhi spalancati, non so cosa sia successo ma non me lo faccio ripetere due volte ed entro.
Vedo Federico tutto sudato che dorme sul suo letto e Edoardo che guarda il soffitto perplesso. Quando mi vede non si scosta dalla sua posizione e questa cosa mi preoccupa.
"Tutto bene?" gli chiedo.
"Gli hanno appena somministrato una pesante dose di antibiotici per l'infezione che ha sul fianco." mi risponde, come se la mia domanda riguardasse proprio le grida che avevo appena sentito.
"No dico, tu stai bene?".
Lui mi guarda un po' stupito della mia domanda e mi risponde con secchezza.
"No, non sto bene."
"Ok...allora, sono qui per chiederti di non parlare della nostra breve relazione, se si può chiamare così, con le ragazze o con chiunque. Ora devo andare ciao."
Ero troppo imbarazzata, così me ne volevo andare ma lui mi prende per un polso e mi ferma.
"Non puoi sfuggire dai tuoi problemi chiedendo alla gente di dimenticarsi tutto. Te ne sei andata senza dirmi niente, senza avvisarmi, senza nemmeno salutarmi,..." forse lui non si rende conto di quello che ha fatto perché magari lui ne è abituato, ma io mi sto irritando particolarmente.
"Senti, non ne voglio parlare ora ok? E comunque la causa della nostra fine sei tu. Ora non voglio più sentire una parola su questa cosa." e senza farlo rispondere me ne vado.
Quando sono sulla porta la sua voce spezza il silenzio che ci divideva.
"Eleonora..."
Io mi fermo, ma non lo guardo, ho il viso rivolto fuori dalla stanza.
"Non dirò niente alle tue amiche o a chiunque, ma non puoi sfuggire da me."
Stringo il pugno e chiudo gli occhi, lo odio!
Fuori dalla sua porta mi accascio a terra, con la schiena contro il muro.
Le lacrime cominciano a scendermi sul viso, senza contegno. Rivivo un dejavu, come quando ero in ascensore a Londra, pronta a dargli un'altra possibilità.

Ciao!❤️ Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia... Eleonora darà mai un'altra possibilità a Edoardo?
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