Un viaggio strano

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10: UN VIAGGIO STRANO

Un mese dopo l'aggressione da parte di Checco, Ezio si risveglia. Caterina, per fargli cicatrizzare la ferita più velocemente, gli ha spalmato ogni giorno un intruglio all'Aloe Vera."Caterina? Sara? La Mela... è a Roma o qui?"chiede incerto. È la sua prima preoccupazione appena si sveglia.

"La Mela ce l'ho ancora io. Sara l'ha presa a Checco, prima di ucciderlo."lo informa lei.

"Oh... Caterina, devo portare La Mela a villa Auditore, dallo zio Mario."nel dire queste parole, tenta di alzarsi dal letto.

Lei lo respinge giù tra i cuscini.

"No, non puoi viaggiare. La ferita non è ancora del tutto rimarginata..."cerca di convincerlo, ma testardo lui non ascolta e ritenta, con scarsi risultati.

Entrano nella camera Sara ed Erika, avvertite del suo risveglio."Eh... io devo andare, non potete tenermi qui!"esclama.

"Potete andare con la mia carrozza, però attento alla ferita."dice Caterina rassegnata.

Appena un'ora dopo, i tre Assassini salgono sulla carrozza e le donne aiutano Ezio a stendersi, prendendo poi posto nel sedile di fronte al suo.

Poco dopo essere partiti i movimenti oscillanti del mezzo lo fanno addormentare.

Quando respira gli fa ancora male la ferita, è per quello che ansima ogni tanto.

Sara, invece, decide di leggere un libro."A me non piace leggere quella storia, finisce male."dice Erika dopo aver visto il titolo sulla copertina.

La ragazza sembra intenzionata a diventare sua amica.

Sara capisce dai suoi occhi che le piace leggere."L'ho preso dalla biblioteca del mio palazzo a Firenze, prima di andarmene da casa."spiega.

Le dispiace di aver litigato con Maddalena e Clarice ed essere fuggita in quel modo, senza neppure salutare. Forse dovrei scusarmi per la mia reazione esagerata. Sono semplicemente le loro idee. Al matrimonio di Maddalena lo farò. Pensa, ricordando che l'evento avverrà a breve nella città di Venezia."Il libro parla delle Crociate, della Mela e di Altair."

"Sì, l'ho letto. Era il Maestro del nostro Ordine."

Sara le porge il libro, c'è un disegno preciso che vuole farle vedere: raffigura Altair con la spada alzata, mentre sta per uccidere quell'uomo. Poi nota un'altra immagine e ci ripensa."Secondo te, che cosa significa questo disegno? Non capisco..."chiede Erika confusa anche lei colpita.

"Anche se sono Templari il nostro Credo non ce li fa uccidere. Dipende se sono innocenti o no."risponde Ezio assonnato. L'ultimo violento scossone della carrozza deve averlo svegliato, ma finita quella frase ritorna a dormire.

Le due si spaventano."La mia famiglia, i Medici, è perseguitata per le mie idee..."

"Quindi sei la figlia di Lorenzo De Medici? Cosa c'entrano le tue idee?"

"Sono d'accordo con gli Assassini, pure noi dobbiamo essere istruite..."evita la prima domanda, non sa perché, ma è in imbarazzo. Le fa poi vedere da vicino cosa c'è scritto sulla lama della sua spada, dopo averla lentamente estratta dal fodero."Tu davvero pensi quello che è scritto qua sopra o è solo per mettere paura ai tuoi nemici?"

"Non è per spaventare nessuno, lo penso sul serio! Diventerò l'Assassina perfetta!"Erika la guarda perplessa, non capisce tutta quella rabbia repressa che ha addosso. Lei a disagio si sistema meglio sul sedile e toglie il cappuccio che fino a quel momento le copriva parte della testa: ha i capelli lunghi e neri, gli occhi invece sono marroni. Io, prima di essere un'Assassina, abitavo a Milano. La nebbia non mi piace, proprio come adesso. Guarda fuori dal finestrino, notando la foschia farsi sempre più densa. È solo mezzogiorno, eppure sembra già sera a causa del cielo nuvoloso e della fitta nebbia."No! Mi sembra di essere tornata a Milano. Nella pianura c'è quasi sempre nebbia d'inverno, per questo me ne sono andata. L'umidità entra nelle ossa e fa male."dice Erika, distogliendo lo sguardo. È ancora con i suoi pensieri quando sente il rumore di un'altra carrozza lì vicino.

"Ehi... ma che vogliono da noi? Non vedono che siamo aristocratici?"chiede, sporgendosi verso la finestrella alle spalle del cocchiere. Di solito quelle stradine tra i prati vengono attraversate solo dai contadini o da chi abita nelle cascine.

"Sono soldati. Forse cercano l'Assassina che ha ucciso Clarice De Medici."risponde l'uomo. Sara, sentendo quelle parole, si deprime ancora di più. Le hanno dato la colpa dell'omicidio di Clarice!

Ezio intanto dal dolore per i movimenti bruschi del mezzo si sveglia.

È confuso quando Erika si inginocchia tra i due sedili e lo tiene bloccato sulla poltrona. Proprio in quel momento vengono affiancati dalle guardie."ECCOLI! SONO LORO... GLI ASSASSINI! IL PAPA CI DARA' IL DENARO!"grida una di esse infilando la testa oltre il finestrino della carrozza, riconoscendo gli indumenti dei passeggeri.

"Ezio, stai fermo! Siamo nei guai. I soldati vogliono noi!"ordina Erika. L'amica intanto prende i coltelli dai foderi nascosti dietro la schiena e ne tira uno verso il soldato più vicino, colui che ha dato l'allarme.

Lo uccide, poi continua con gli altri.

Ma i coltelli non bastano per tutte le guardie, deve trovare subito una soluzione! Il cadavere del primo soldato, ancora incastrato verso l'interno della carrozza, viene spinto giù da Ezio che è riuscito a liberarsi."OH, NO! IL COCCHIERE E' MORTO! I CAVALLI VANNO DOVE VOGLIONO!"grida lui per farsi sentire sopra il rumore delle ruote. Erika allora apre uno degli sportelli e agilmente raggiunge la postazione del cocchiere, recuperando le redini.

"SARA TIENI EZIO! ORA SIAMO SULLA GHIAIA!"tira con forza e i cavalli rallentano, evitando così che la carrozza slitti sulla strada.

"E COME FACCIO? DEVO LEGARLO O DARGLI UNA BOTTA IN TESTA?"grida in risposta. Erika dal silenzio che segue poco dopo comprende che Sara prima gli ha dato una botta in testa, poi lo lega con la corda. Evidentemente era davvero quello l'unico modo per immobilizzarlo.

Erika riesce a seminare gli ultimi soldati sulle loro tracce, potendo così proseguire a un'andatura più moderata.

Al termine di quel viaggio abbastanza movimentato, i tre arrivano a villa Auditore.

E' notte, dunque non è difficile passare inosservati.

Quando scendono dalla carrozza, Ezio non è per nulla contento del trattamento che gli ha riservato l'adepta.

Supera le due donne e bussa al portone principale.

L'anta si apre mostrando la figura di Mario, il quale non sembra particolarmente sorpreso di quella visita improvvisa.

Senza dire una parola, li accompagna ognuno nelle rispettive stanze.

Sono ormai le 2.30... non desiderano altro che mettersi a letto.

Le due Assassine si svestono, lo stesso fa Ezio aiutato dal maggiordomo.

Alla fine tutti dormono.

La vendetta di Ezio AuditoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora