L'Occhio dell'Aquila

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7: L'OCCHIO DELL'AQUILA

Sara passeggia tra la gente, consapevole di essere invisibile ai loro occhi; ama vedere cosa fanno le persone quando pensano di non essere notate dagli altri.

È sera, dopo aver vagato per ore si dirige verso il cimitero per fare visita alla tomba del padre.

Non c'è nessuno.

Giunta davanti alla lapide, si attarda a sistemare dei gerani nel vaso.

Sotto la luce del tramonto rosso le ombre nere delle piante fanno contrasto con il colore dei palazzi vicini. Prima di andare a casa fa una breve sosta dal fabbro, ha un ordine per lui.

Appena mette piede nella fucina, si avvicina a passo deciso all'uomo.

"Mi serve una spada."dice senza giri di parole, guardando il fabbro dritto negli occhi.

Lui sembra scettico davanti a quel tono e solo quando lei appoggia i fiorini sul bancone si decide ad annuire."E puoi scriverci sopra... sulla lama intendo: Sara De Medici?"

"Sì, ma, ti costerà di più dato che la vuoi personalizzata. Tra qualche giorno sarà pronta."il fabbro le indica l'uscita per poi chiudere la grata della fucina.

Lei è di nuovo sola in strada, mentre distoglie lo sguardo dalla bottega ormai chiusa.

Non sapendo cosa fare, si incammina verso casa. Spero di non vedere mia madre e nemmeno mia sorella! Pensa l'Assassina varcando il portone di Palazzo Medici, prima di iniziare a correre tra i corridoi dell'abitazione con passo leggero.

Purtroppo la fortuna non è con lei quella sera e incontra entrambe in pochi minuti. Sua madre l'attende proprio davanti alla porta della sua camera e scruta la figlia con aria severa."Dove sei stata? È venuto il capitano di questo quartiere..."chiede a Sara con un filo di agitazione nella voce.

La ragazza assomiglia a sua madre Clarice solo per quanto riguarda l'aspetto fisico, dato che caratterialmente sono una l'opposto dell'altra."Mah... nulla... ero in giro per Firenze."esclama con noncuranza, aprendo la porta della camera, decisa a chiudere quella discussione sul nascere. Ma Clarice segue l'Assassina all'interno della stanza, chiudendo poi la porta alle sue spalle.

Sara trattiene un sospiro mentre si dirige dietro al paravento e inizia a spogliarsi.

Clarice si avvicina alla cassapanca ai piedi del letto, tirando fuori un vestito giallo, decisamente più femminile rispetto agli abiti che sua figlia ha indossato fino a poco prima. Dunque raggiunge sua figlia e l'aiuta a indossare il vestito, stringendole i lacci dietro la schiena. Sara poi va a sedersi davanti allo specchio della toiletta e inizia a pettinare i lunghi capelli."Ah, guarda che vengono la zia e il nonno, non fare come sempre!"si raccomanda lei riferendosi al solito broncio che mette su Sara quando i parenti vengono in visita.

"Sì... va bene. Ora uscite, devo finire di prepararmi!"Clarice esce dalla stanza della figlia con aria insoddisfatta.

Sara finisce di prepararsi, acconciando i capelli con calma.

In realtà non ha nessuna voglia di intrattenere gli ospiti, ma deve farlo!

Quando scende nella sala, nota che sua sorella sta parlando con la zia allegra.

Maddalena e Sara hanno la stessa età anagrafica ma cerebralmente no."Buonasera... come va a casa?"chiede l'Assassina intanto che prende posto accanto alla sorella. Non può tirarsi indietro dal solito noioso scambio di convenevoli.

"Piero... che ne dici di invitare Maddalena da noi?"Piero, il nonno delle due ragazze, non ha mai sopportato la nuora, ma abitandoci insieme per evitare litigi risponde solo quando è obbligato, come in quel momento:"Sì, dai... magari Marco Barbarigo se la sposa..."esclama senza entusiasmo.Sara non vuole sentire discussioni sui matrimoni, perciò decide di isolarsi dal gruppo recuperando un libro dalla libreria. Lo ha appena poggiato sulle gambe, iniziando a leggere la prima pagina, quando sente Maddalena:"Sì, voglio conoscerlo! Devo andarmene da Firenze, qui non succede mai nulla!"dice eccitata.

L'Assassina a quelle parole alza lo sguardo dal libro, cominciando a fissare il tavolo davanti a sé.

Ricordo di Sara.

Sono con mio padre dal medico... Maddalena non è qui con noi, sarà di sicuro a fare la smorfiosa con qualche stupido ragazzo! Tutti vogliono sposarla, li fa innamorare sé, e poi appena le chiedono di essere la loro moglie, lei rifiuta. Dice loro che non sono abbastanza belli. Mi fa venire il nervoso! Riporto a casa mio padre. È stanco, così giunti al nostro Palazzo Medici andiamo nella sua stanza e lo svesto. Una volta sdraiato sul letto, gli spalmo tre creme preparate dal medico; hanno un odore forte, riesco quasi a riconoscere le erbe di cui sono composte. In quel momento dalla porta entra mia sorella."Cosa state facendo?"chiede disgustata.

"Il medico gli ha dato queste creme da mettere..."rispondo distaccata.

"Stiamo un po' insieme, volete?"chiede nostro padre, mentre gli do una mano a rivestirsi. Prende dei fogli dal cassetto del comodino, sono lettere spedite da Giovanni, il nostro amico banchiere. Ci avviciniamo a lui."Sì, ma cosa servono tutte queste tabelle e numeri?"chiedo molto interessata, in attesa della spiegazione dettagliata di mio padre, che non si fa attendere. Maddalena invece, dopo nemmeno un'ora, si annoia e così se ne va lasciandoci soli. Io amo studiare! Senza accorgercene arriva l'ora del pranzo e scendiamo a mangiare. Giovanni si unisce a noi."A Sara interessano le tue lettere! Vuoi venire a spiegarle il tuo lavoro?"

"Davvero? Sono contento di poter parlare di ciò che faccio... ai miei figli non interessa, lo trovano noioso."

"Cominciamo subito? Sono troppo curiosa!"chiedo facendo gli occhi dolci all'uomo. All'inizio tra tutti quei numeri mi perdo, ma poi con l'aiuto di Giovanni pian piano capisco. Dopo diverse lezioni con lui, ho avuto il permesso di tenere i conti della casa.

Un pomeriggio, mentre sono al parco con la mia famiglia, mi accorgo di vedere in modo strano le guardie di ronda: sono rosse, appaiono ai miei occhi come fantasmi, trasparenti."Ci sei? Sara, non fare la stupida!"mi sgrida mia madre arrabbiata dal mio strano comportamento, probabilmente pensa che io stia solo fingendo quello stato di stordimento.

Tornati a casa, salgo in camera mia e indosso una camicia da notte. Sto per mettermi a letto, quando sento delle voci provenire dal corridoio. "Non dovevi sgridare Sara! Ci è rimasta malissimo!"

"Stava facendo la stupida... sembrava posseduta!"

"Vostra figlia non è posseduta! Ha un'abilità: l'Occhio Dell'Aquila. Lo sviluppano quasi tutti gli Assassini!"spiega Giovanni irritato. Non crede alla gente posseduta, per lui tutto può essere spiegato con la ragione.

Il giorno seguente sono fuori in cortile a esercitarmi con l'arco, quando sulla stradina davanti il portone dell'entrata vedo un uomo parlare insieme a mia madre."SARA, VIENI! IL MEDICO VUOLE VEDERTI!"mi chiama.

Non mi fido, ma ci vado comunque. Saliamo in camera mia e l'uomo chiude la porta."Spogliati e mettiti stesa là sul letto."faccio come richiesto, ma appena si avvicina vedo che non si tratta di un medico, ma è l'esorcista! Dalla borsa prende delle cose strane."No, non voglio... sto bene!"

"Su, è per farti stare meglio, non vuoi essere normale?!"appena si volta verso la borsa, spaventata allungo una mano e prendo il bisturi, accoltellandolo. Non ho bisogno dell'Occhio Dell'Aquila per capire le sue intenzioni.

"Le donne non devono andare all'università, ma stare a casa!"sta dichiarando la zia con espressione seria.

"Già, hai ragione zia! È inutile lo studio. Non serve a nulla, non manteniamo noi la famiglia."al che Sara esplode indignata:"Questa stupida distinzione tra uomini e donne deve finire!"grida furiosa, alzandosi di scatto e sbattendo un pugno sul tavolo. Svelta esce dalla sala, accompagnata dal silenzio dei presenti. Non la rivedono fino al giorno seguente.

Quando Sara torna dal fabbro la sua spada è pronta e lei guarda estasiata. Sul ferro, come richiesto, c'è la frase: SARA DE MEDICI... SONO COME IL FUOCO DEGLI ASSASSINI... BRUCIO TUTTO, DETESTO L'INGIUSTIZIA E UCCIDO PER LE MIE IDEE.

Paga l'uomo, per poi rinfoderare la lama.

Va alla colombaia, dove recupera un messaggio per Ezio da parte dello zio.

Quando torna a Palazzo Medici, sua sorella Maddalena è già partita per Venezia.

La vendetta di Ezio AuditoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora