Capitolo 7

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La settimana successiva alla festa della luna piena fu stremante e alquanto strana. Cercai di evitare il più possibile Tyrone sia a scuola che in palestra, cosa che sembrò riuscirmi molto bene perché non restammo mai soli, evitando ogni tipo di imbarazzo. Alec, dal canto suo, sembrava trovasse ogni scusa per non stare insieme a me e a Derek, cosa che trovammo entrambi sospetta.
Se Tyrone fu estremamente chiaro sui sentimenti che provava per me, trovavo molto difficile capire quelli che aveva Alec nei miei confronti. Quella sera sotto la luna piena sembrava come se ci capissimo alla perfezione e quel bacio sulla fronte era stato così veemente che mi aveva stordito. Ma forse era meglio per la relazione che avevo che non indagassi, soprattutto perché di mezzo c'erano due fratellastri.

Quel giorno di inizio aprile era cominciato con grande entusiasmo. June era venuta di buon ora per truccarci assieme perché finalmente era arrivato il giorno del matrimonio.
La mia amica si era portata con sé tutto l'occorrente per renderci splendide. June iniziò ad armeggiare con una busta contenente il suo vestito, finché riuscì ad estrarlo. Mentre lei si vestiva, io mi adagiai sul letto nell'attesa e chiudendo gli occhi mi apparve l'immagine di Alec che mi baciava soavemente.
June fece una piroetta con il suo bellissimo vestito da cerimonia e fece cadere dei libri dalla mia scrivania, facendomi tornare alla realtà.
-Allora, cosa ne pensi?-, domandò speranzosa. Osservai dettagliatamente l'abito: aveva un elegante scollo a cuore nella parte superiore e una gonna a ruota che le arrivava al polpaccio; il tutto reso perfetto da un tenue rosa che le risaltava molto. Mi alzai controvoglia e mi trascinai fino all'armadio e presi il mio bellissimo abito lilla in pizzo e lo indossai con estrema cura per evitare di rompere gli intricati ricami. Mia madre ci aiutò a sistemarci i capelli e infine June iniziò a truccarmi il viso con mano esperta.
-Sono un'artista-, disse, porgendomi un piccolo specchio per potermi vedere. L'eyeliner sulle palpebre mi donava un tocco di mistero leggermente smorzato dalle sfumature violacee dell'ombretto. Posai lo specchio sul letto e andai a vedermi nel grande specchio che si trovava nella camera dei miei genitori. Mi stavo guardando quando mia madre entrò nella stanza e si mise dietro di me stringendomi le spalle con le sue mani delicate.
-Sei bellissima-, ammise lei.
-Grazie-, risposi. Dopo il discorsetto che avemmo avuto qualche settimana precedente sembrava cambiata: aveva ricominciato a mangiare ma soprattutto a lavorare e dovendo sostenere solo lei la famiglia accettava qualsiasi incarico anche fuori mano perciò era poco presente a casa ma quando c'era cercava in ogni modo di farmi capire che era dispiaciuta del suo comportamento. Ero contenta per lei che avesse ripreso in mano la sua vita e capivo perché non c'era mai, ma al contenpo non riuscivo ancora a
perdonarla per avermi fatto sentire in qualche modo responsabile della morte di mio padre.

Lasciò la stanza così che rimasi sola. Feci qualche piroetta, la gonna si gonfiava e ruotava con me; mi sentivo una principessa. Andai nella mia stanza e presi un coprispalle bianco, un'elegante pochette che mi aveva prestato mia madre perché si intonava al vestito e infine indossai il meraviglioso regalo di Derek. Quelle scarpe mi donavano molta classe, anche se non ero molto abituata ad indossare i tacchi e molto probabilmente ad un certo punto della serata avrei camminato come un t-rex, ma non mi importava.
Sentii un clacson suonare ripetutamente, era June che mi diceva di sbrigarmi. Presi tutto ciò che mi serviva e corsi giù per le scale facendo attenzione a non rotolare. Ero quasi alla porta, quando mia madre mi chiamò.
-Roxanne-, disse lei dalla cima delle scale.
-Sono in ritardo, cosa c'è?-, domandai sull'uscio. Lei mi venne in contro con una macchina fotografica.
-Mi piacerebbe farti una foto.
-Ok, veloce però-. Mi misi in posa e lei iniziò a scattare.
-Saresti tanto piaciuta a tuo padre-, disse con voce tremante e gli occhi velati di tristezza.
Una lacrima fece capolino sul mio viso. La abbracciai forte e uscii. Cercai di camminare più veloce che potei, ma era dura con quei tacchi a spillo.
-Sei vestita da principessa ma hai i modi di uno scaricatore di porto-. Le feci notare dopo che aveva strombazzato più volte il clacson.
-Trova una ragazza che può essere entrambi e avrai fatto jackpot-, rispose con tono irriverente.

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