Capitolo 18

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Il ballo. Fu la prima cosa a cui pensai non appena aprii gli occhi. Mancavano ancora troppe ore alla festa di fine anno, eppure sapevo che non sarebbero bastate per fare tutto in tempo.
Mi alzai in piedi velocemente e un capogiro mi costrinse a sedermi. Probabilmente avevo la pressione bassa. Rimasi cinque minuti seduta e poi mi rialzai lentamente e andai a fare colazione.
Quel giorno mi sentivo di buonumore, perciò presi un tazza, ci versai una quantità abbondante di latte e poi presi i miei cereali preferiti al cioccolato. Li mangiavo prima che diventassero mollicci, così avrei assaporato la croccantezza del cereale e la bontà di latte e cacao.
-Buongiorno, tesoro-, disse mia madre in uno sbadiglio.
-Hai fatto un'altra maratona di Dr.House?-, domandai sapendo già la risposta.
-Non riuscivo a fermarmi, dovevo sapere se House finalmente si sarebbe messo con la dottoressa Cuddy.
-E...-, la intimai a continuare.
-E niente di fatto... per ora-, disse convinta, come se avesse avuto qualcosa a che fare con la loro relazione.
-Pronta per stasera?-, chiese.
-Manca ancora troppo-, dissi sincera.
Lei fece un sorriso.
-Che c'è?-.
-Non ti ho mai vista così entusiasta per qualcosa di sociale, di solito era June che ti tirava dentro a feste e quant'altro-. Trangugiò la sua tazza di caffè.
-A proposito, perché avete litigato?-.
-Perchè lei... non è importante-.
-Se non è così importante potreste riappacificarvi-.
-La nostra amicizia è finita e siamo andate avanti entrambe-. Mi alzai lasciando dei cereali a gonfiarsi nel liquido candido.
Andai a vestirmi. Indossai le prime cose che trovai nell'armadio e uscii in tutta fretta.
Accesi la macchina e partii.
Riflettei sul perché la mia amicizia con June era finita e sul motivo per cui non potevo perdonarla; non perché si era messaggiata col mio ex, che già di per sé era una pugnalata alle spalle, e non per avermi prima estromessa dalle decisioni del mio branco e poi per avermi spodestata, ma perché mi aveva mentito e mi aveva fatta sembrare paranoica. Mi aveva fatta sentire una nullità e questo non lo avrei potuto accettare da nessuno, soprattutto da lei.
Parcheggiai l'auto ed entrai a scuola dove Megan mi aspettava appoggiata al mio armadietto.
-Pronta per le sorelle Brönte?-, disse una Megan insolitamente pimpante.
Andammo a lezione di letteratura inglese. L'insegnante cercava di sovrastare con la sua voce un brusio fastidioso che non permetteva a nessuno di stare attento alla lezione.
-Non vedo l'ora di stasera-, disse Emily Jones.
-Avrò gli occhi di tutti puntati addosso-, aggiunse Jennifer Kelly con un tono malizioso.
-Stasera finalmente lo faremo-, comunicò all'amico, Michael Sanchez.
-Spero anche io di vedere un po' di movimento stanotte-, disse Henry Messer mandando un bacio a Jennifer Kelly. In tutta risposta lei fece finta di mettersi due dita in gola e di vomitare, mortificando un po' l'ego di Messer.
-Ti va se vengo a casa tua per prepararci assieme?-, bisbigliò Meg.
-Se vi sento ancora parlare del ballo, giuro che farò qualsiasi cosa in mio potere per non farvi entrare!-, disse l'insegnante con un tono di voce che non ammetteva repliche. Si guardò in torno e quando vide che aveva ottenuto il silenzio e l'attenzione desiderata tornò a parlare di Charlotte Brönte e della sua Jane Eyre.

All'ora di pranzo Megan ed io ci sedemmo insieme a mangiare il nostro pranzo.
-Non ti ho mai vista mangiare dell'insalata-, disse.
-Hai visto il mio abito, è tipo una seconda pelle, se ingurgito il mio solito panino mi si vedrà attraverso il vestito-.
-Esagerata!-, commentò.
-Tranquilla che domani tornerò ai miei carboidrati. È solo una finta-, sussurrai col sorriso.
D'un tratto apparve sulla mia spalla una mano. Il suo tocco caldo mi rassicurò.
-Ciao ragazze-, disse Alec, sedendosi accanto a me. Sentivo il cuore accelerare e lo stomaco si attorcigliò. Sapevo che nonostante il casino della mensa poteva sentire il mio battito cardiaco, perciò feci dei respiri profondi per attenuare la velocità.
Il suo sorriso sghembo mi mise di buon umore.
-Sicura di non voler venire a cena insieme alla squadra?-.
-Abbiamo pensato di cenare a casa mia-.
-Però verrete al dopo festa, giusto?-. Era stranamente insistente.
-Certo-. Sfoggiai il mio sorriso migliore.
-Perfetto, allora a stasera- strinse gentilmente la mia spalla. Quel gesto fece ripartire il mio cuore in modalità razzo.
-A stasera-, ripetei. Lui mi fece l'occhiolino e ci lasciò.
-A stasera!-, mi imitò Megan una volta che Alec se ne era andato.
-E dai, smettila!-.

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