Capitolo 13

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Ci mettemmo tutti in cerchio e li guardai uno a uno fino a soffermarmi su Victoria, sapevo che aveva in mente uno dei suoi piani diabolici.
-Chi incomincia?-, chiese June.
-Inizio io-, mi candidai.
Presi la birra di Alec e la feci girare. La bottiglia roteò parecchie volte su sé stessa e non appena rallentò iniziammo tutti ad esaltarci. La bottiglia si fermò su Megan.
-Non l'avevo neanche notata-, disse sottovoce, ma neanche troppo, a June, che tentò di non ridere per non dargliela vinta. A June per qualche strano motivo non era mai piaciuta Meg, ma se avesse saputo che mi aveva difesa e protetta durante un duello ero sicura che l'avrebbe stimata, purtroppo per Megan gli allenamenti di Tyrone erano una sorta di fight club e doveva rimanere tutto segreto.
-Obbligo o verità?-.
-Obbligo-, disse senza pensarci su. Vidi che Megan aveva catturato l'attenzione di Victoria.
-Mmm...-.
-E muoviti-, disse June.
-Fatemi pensare, non sono brava in queste cose-, risposi irritata -trovato, devi bere tutta d'un fiato la birra che hai in mano!-. Lei arrossì timidamente, si tirò indietro i capelli rosso fuoco e bevve tutto d'un fiato. Quando ebbe finito il suo viso divenne quasi del colore vermiglio dei suoi capelli.
-Tocca a te-, replicò Alec. Lei roteò con vigore la bottiglia che andò ad indicare Victoria.
-Obbligo!-, rispose con fare civettuolo.
-Manda all'ultimo contatto a cui hai scritto una foto provocante-.
-Comincia a piacermi-, commentò Victoria. Non capii se intendesse la serata o Megan, ma poco importava perché anche io mi stavo divertendo.
Iniziò a sfogliare con l'indice una sfilza di foto nella galleria del suo cellulare.
-Va bene questa?-, domandò mostrandoci la foto. Rimanemmo tutte senza parole, mentre Alec rimase confuso nel vedere la nostra espressione, dato che era seduto accanto a Victoria.
-Ma ne sei sicura?-, chiese Megan.
-Ma Victoria... sei nuda!-.
-Io al contrario vostro mi trovo a mio agio col mio corpo-, disse con un sorrisetto compiaciuto perché aveva ottenuto la reazione che voleva. Megan non sapeva che Victoria, essendo una licantropa, era solita spogliarsi davanti a tutto il suo branco, figuriamoci se provava pudore a mostrare una semplice foto.
-Ma devi mandarlo a un tuo contatto, ti ricordi?-, chiese June.
-Ops, inviato-. Un secondo dopo arrivò un messaggio ad Alec che aprì la chat e poi la richiuse.
-Tocca a te-, disse a Victoria. Capii dallo sguardo di lei che non solo Alec era il contatto a cui aveva mandato la foto, ma che ci era rimasta male perché non aveva dato segno di imbarazzo. Non aveva ceduto al suo gioco. Rimanemmo in silenzio totale finché Alec la incalzò di nuovo a giocare.
La serata proseguì in modo tranquillo, finché la bottiglia girata da Victoria si fermò su Alec.
-Obbligo o verità?-.
-Obbligo-.
-Devi...- si guardò attorno creando suspense -dirmi la verità sul perché mi hai lasciata-, disse sbattendo ripetutamente le sue lunghe e folte ciglia, come se sapesse che quella domanda lo avrebbe fatto crollare.
-Li sai i motivi-, borbottò lui.
-Però voglio sapere il vero motivo per cui l'hai fatto.
-Forse è meglio cambiare obbligo-, dissi cercando di andare in aiuto di Alec.
-Credo che interesserà a tutti la risposta-.
-Perché iniziavo a provare qualcosa per un'altra persona.
-E chi era questa persona?
-Ti ha risposto-, dissi.
-Il nome Alec.
-Gli rifarai la domanda quando toccherà nuovamente a te-. Alec strinse i pugni dalla rabbia.
-Roxanne-, disse cercando di rimanere calmo ma i suoi occhi tradivano la sua rabbia, poi prese una birra e se ne andò in cucina. Il sorriso di Victoria si allungò soddisfatto sul suo viso, ma anche i suoi occhi lasciavano trapelare un velo di tristezza.
Io piacevo ad Alec. Il cuore mi batteva a mille, le guance si tinsero di rosso e le orecchie si scaldarono. Avevo sempre avuto il sospetto ma non ci avevo mai dato peso, ma ora sapevo la verità.
Mi alzai e seguii Alec in cucina e vidi che si era aperto un'altra birra.
-Hey-, dissi. Non sapevo come reagire.
Al posto di rispondermi sorseggiò la birra, sulla quale si erano formate delle goccioline di condensa. Quando beveva il suo pomo d'Adamo pronunciato scendeva e saliva ad un ritmo quasi ipnotico. Una goccia scivolò sul suo collo e sparì dentro la maglietta.
-Ross?-.
-Cosa?-,domandai.
-Ti eri incantata-. Arrossii per l'imbarazzo.
-È vero mi sei piaciuta, ma la nostra conoscenza si è evoluta nel frattempo e adesso siamo migliori amici. Perciò stai serena che non scrivo i nostri nomi sui quaderni o sui tronchi degli alberi-, commentò ironico.
-Roxanne, posso parlarti?-, domandò Meg facendo capolino nella stanza.
-Certo, noi avevamo finito-, disse congedandomi senza opportunità di replica, poi mi scompigliò i capelli. Io rimasi lì, ferma e interdetta per quello che era successo.
-Roxanne, devo parlarti urgentemente-, disse Meg a bassa voce.
-Cosa succede?-, risposi un po' scocciata per la sua intrusione.
-Sono venuta a conoscenza di una cosa che potrebbe ferirti e perciò sono in dubbio se dirtela o meno-. Non sapevo se avrei potuto sopportare un'altra delusione, così ci riflettei su per un istante ma la curiosità vinse la mia battaglia interiore.
-Parla-, risposi sapendo di essere masochista.
-Prima ho notato che era arrivato un messaggio sul telefono di June, ma non ho fatto in tempo a guardare che lo ha capovolto. Così quando Alec si è alzato per venire qui ho colto l'occasione e ho guardato-. Non mi sembrava una ragazza che potesse fare queste tipo di cose, pareva come se volesse mettere zizzania tra me e June, ma ormai ero arrivata fino a quel punto, perciò non potevo fare altro che procedere.
-So che è stato scorretto da parte mia, ma mi è sembrata così strana, perciò ho girato il telefono e ho letto l'anteprima della conversazione e diceva "promettimi di non dirglielo" e il mittente era Derek-.
Non appena sentii il suo nome le mie gambe cedettero e il malessere tornò nuovamente come se se ne fosse rimasto in agguato ad aspettare fino al momento giusto. Perché Derek scriveva a June?  E se mi avesse tradito con lei? Impossibile, pensai. Entrai spavalda in sala seguita silenziosamente da Megan e mi sedetti di fronte a June.
-Che ne dite di continuare la partita?-, domandai. June mi guardò stranita. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava.
-In realtà per me basta così-, disse Victoria. Alec si sedette sul divano facendo capire che anche lui ne aveva avuto abbastanza.
-Ultimo giro!-, annunciai. Sentivo che il tremore alle mani stava per manifestarsi.
-Tutto ok?-, chiese June.
-Lo scopriremo subito-. Ruotai la bottiglia di centottanta gradi e indicò inesorabilmente June, come se stesse puntando un dito accusatorio su di lei.
Lei sembrò confusa ma, con i miei sensi da ibrida, sentii il sangue nelle sue vene scorrere ad una velocità accelerata. Aveva qualcosa da nascondere.
-Obbligo o verità.
-Verità-.
-Perché ti scrivi con Derek?-. Vidi il suo viso raggelarsi in un'espressione di terrore. Victoria sgranò gli occhi e Alec sembró irrigidirsi.
-Obbligo!-, disse tutto d'un tratto.
-Rispondi-.
-Obbligo!-, ripeté mentre si stava agitando sul posto.
-Vuoi un obbligo? Ti accontenterò: ti obbligo a sbloccare il telefono e a farmi leggere le chat-. Vidi la rabbia montare dentro di lei e scagliarsi contro Megan che indietreggiò prontamente.
-Sei stata tu!-, urlò mentre Alec la teneva.
-Quella con dei segreti sei tu-, disse lei fomentando la sua rabbia. I suoi occhi diventarono neri come il carbone. Victoria vedendo i suoi occhi si frappose fra loro due.
-La festa è finita, accompagno io la nostra cara Megan-, disse lei spingendo Meg verso la porta.
-Te la farò pagare, un giorno tutti vedranno chi sei!-, urlò June prima che la porta si chiudesse alle sue spalle.
-Il telefono-. Teneva il telefono stretto nelle sue mani, ma cedette alla mia ennesima insistenza.
-Non è quello che pensi-, avvisò mentre aprii l'app di messaggistica.
Il suo nome era il primo della lista.

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