Capitolo 8

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La mia nemesi mi guardò con ostilità per tutto il tempo, finché sua madre e le altre due persone al tavolo non si alzarono per fare quattro chiacchere con gli sposi.
-Ma guarda un po' chi c'è nei bassifondi- ci scherní Victoria.
-Quando sono arrivata qui ho sentito olezzo di letame ma pensavo fosse il concime per i fiori e invece eccoti qua-, stoccò June con un sorriso beffardo. Non potei non ridere sotto i baffi.
-Non dovresti ridere, tesoro, io mi preoccuperei se la famiglia del mio ragazzo mi relegasse al tavolo dei "ti invito perché devo, ma in realtà non ti voglio"-. Si alzò e anchegggiò via a conversare con alcuni invitati.
Aveva ragione, perché mi avevano confinato lì con il mio peggior incubo?
-Non ci pensare, quella spara un sacco di cavolate-, disse June cercando di rincuorarmi, vedendomi palesemente giù di morale.
-Mi sa che questa volta ha ragione...- dissi con grande sconforto.
Derek si sedette accanto a me furente.
-So a cosa stai pensando, tranquilla che sono già arrabbiato per entrambi-, disse rosso in viso.
-Gabriel mi ha detto che ti hanno spostata qui perché non sapevano che ci eravamo rimessi assieme e che i posti ormai erano già stati assegnati, quando in realtà glielo avevo già detto-, ruggì di rabbia, sbattendo il pugno sul tavolo. Alcuni invitati si voltarono incuriositi.
Gli presi la mano per farlo calmare e con l'altra gli sistemai i capelli da una parte.
-Non c'è problema, oggi è il loro giorno... lo capisco-, risposi sorridendo. Ma in realtà mi aveva molto ferito che i suoi non approvavano ancora la nostra relazione.
Derek iniziò a sudare e sul suo viso comparve una smorfia di dolore, mentre i suoi occhi divennero di un giallo intenso.
-Cosa succede?-, chiesi preoccupata.
-Mi sta chiamando-.
-Chi?-, chiedemmo in coro io e June.
-Gabriel. Mi sta ordinando di andare a sedermi-, disse col fiato spezzato per il dolore.
-Forza, vai- lo scongiurai.
-Ti amo-, disse baciandomi la fronte, poi se ne andò arrancando fino al suo posto.
-Ti rendi conto?-, chiesi scandalizzata dal comportamento di Gabriel Oldwood.
-Lui è l'alfa-, sospirò June.
Ingurcitai una fetta di pane per la rabbia. Tra il sindaco che trattava me e il mio fidanzato come cagnolini e la mia amica che parlava sempre dell'alfa come un capo supremo, trovai quasi interessante parlare con Victoria.
-Bello il tuo vestito-, dissi, sforzandomi di essere gentile. Era un abito blu in mikado molto scollato sul petto, mentre la gonna era corta davanti e lunga dietro così che le sue gambe chilometriche risaltassero ancora di più.
-Lo so, sto cercando di far pentire Alec di avermi lasciata-, disse strizzando l'occhio e sistemandosi il décolleté. Non potei che sorridere alla sua sfacciataggine.
-Ti piace ancora?-, domandai sinceramente interessata.
-Non sono affari tuoi, però no. Vorrei soltanto che ritornasse strisciante ai miei piedi e poi lo cestinerei come lui ha fatto con me-, commentò, facendo una smorfia di godimento.

Tutti i componenti del nostro tavolo tornarono a sedersi non appena servirono le varie pietanze e ognuna era un tripudio di colori, forme e densità. E nonostante fossimo distanti, Derek trovò sempre il modo di esserci.
Finalmente arrivò il momento del primo ballo degli sposi. La band iniziò a suonare un brano romantico e i due coniugi iniziarono a ballare con soavità e amore la loro canzone a ritmo di valzer. Seppur arrabbiata con loro, dovevo ammettere che erano un bellissima coppia.
Gli invitati presero ad unirsi alle danze. Miller arrivò davanti a me e mi tese la mano.
-Balliamo?-, domandò lui con un sorriso.
-Non sono capace-, risposi affranta.
-Un motivo in più per farlo, non credi?-. Gli presi la mano e mi tirai su. Lui mi accompagnò in pista e iniziò a spiegarmi i passi del valzer.
-Afferra la mia mia mano con la destra e la sinistra appoggiala sulla mia scapola sopra il mio braccio, come se stessi tirando una freccia invisibile-. Feci come mi aveva detto, ma comunque dovette sistemare un po' la mia postura.
-Partiamo con i piedi uniti. Il valzer conta tre passi base: passo indietro con il piede destro, passo in diagonale con il piede sinistro, infine porta il piede destro verso il sinistro, così che ritorni nella posizione iniziale-, spiegò come se fosse la cosa più semplice del mondo.
-Vedrai che sarà più facile di come l'ho spiegato-, disse lui vedendomi persa. Ci mettemmo in posizione e subito gli schiacciai un piede.
-Scusami!-. Mi portai le mani sul viso per la rassegnazione.
-Metti i tuoi piedi sopra i miei-.
-Come si fa coi bambini?-, chiesi impacciata.
-Concedimelo, io non ti ho mai vista bambina- sorrise tristemente. Cedetti alla sua richiesta e misi i piedi sopra i suoi e lui iniziò a danzare lentamente.
-Nella tua mente conta sempre 1-2-3 e poi vedrai che diventerà automatico.
Dopo qualche minuto memorizzai i passi e, prendendo coraggio, iniziai a danzare insieme a lui. Quando cominciai a prendere un po' di confidenza, mi fece fare pure una giravolta. Tra le sue braccia mi sentii come a casa.
-Non pensavo sapessi ballare.
-Un uomo della mia età certe cose deve impararle se vuole sopravvivere ad eventi di un certo tipo. E poi è meglio saper tenere una donna tra le braccia, piuttosto che disquisire di inutilità a mio parere-. Mi fece fare un'altra giravolta.
-A proposito di donne fra le braccia, perché non inviti Taissa a ballare?-, chiesi d'un tratto.
-Taissa è una donna bellissima, ma è soltanto una collega che stimo-, disse tentando di chiudere il discorso.
-A volte dalla stima reciproca può nascere qualcosa di bello- gli feci notare. Lui tacque.
-Credo che non ti farebbe male uscire con qualcuno ogni tanto-, sorrisi maliziosamente. Vidi dietro di me la dottoressa che stava ballando con Alec, così danzammo verso di loro senza che Miller se ne accorgesse e poi gli andai contro apposta.
-Oddio scusate, non so proprio ballare! Che ne dite di uno scambio di coppia, così che possa tormentare i piedi di qualcun altro?-, feci un occhiolino ad Alec.
-Mi ha fatto molto piacere ballare con lei-, disse lui a Taissa, dopo di che mi afferrò e mi portò via. Notai come Miller tentennò nel chiederle di ballare ma poi le prese timidamente la mano e iniziarono a ballare.
-Quindi adesso ti metti anche a formare le coppie?-, domandò lui tenendomi stretta fra le sue braccia conducendomi con fermezza.
-É un arduo compito, ma qualcuno deve pur farlo-, scherzai.
Lui mi guardò intensamente e per un istante sembrava che ogni cosa attorno a noi fosse come rallentata. Io strinsi le labbra e mi guardai i piedi per l'imbarazzo.
-Ti devo parlare, Ross-, disse con serietà.
Un ragazzo in blu catturò la mia attenzione non lontano da dove eravamo noi; era Derek che stava ballando con una signora anziana e all'improvviso i nostri occhi si incrociarono per caso. Lui mi sorrise con dolcezza e mi fece un occhiolino. Così ripensai al nostro primo incontro, al nostro primo ballo, al nostro primo bacio e alla nostra prima volta e capii che non ci avrei rinunciato per nulla al mondo. Forse nella mia testa c'era tanta confusione perché ero nuova a tutte quelle attenzioni speciali, ma quando lui mi guardava in quel modo, scrutandomi con quei meravigliosi occhi blu, sapevo per certo che lui era l'unico e il solo.
Guardai Alec e lo abbracciai forte.
-Ti voglio bene-, sussurrai al suo orecchio e poi lo lasciai lì in mezzo alla pista per Derek.
-Posso rubarle il cavaliere?-, domandai gentilmente alla signora.
-Però me lo tratti bene-, rispose lei scherzosa.
-Lo farò-, confermai. Era davvero quello che avevo intenzione di fare da adesso in avanti.
Lui mi mise le mani sui fianchi e io al collo. Mi appoggia al suo petto e potei sentire il suo cuore battere placido.
-Oggi non ci siamo quasi mai visti-, disse lui un po' amareggiato.
-Avremo tanto tempo-, risposi accarezzandogli la nuca.
-Te l'ho già detto che sei bellissima?- mi domandò appoggiando la sua fronte alla mia.
-Te l'ho già detto che ti amo?-, chiesi di rimando.
Le nostre labbra si incontrarono come attratte da una forza invisibile e ci beammo in quel dolce tepore che si creò dall'attrito dei nostri corpi e delle nostre menti. La sua bocca si schiuse in cerca di contatto e lì le nostre lingue si cercarono e si toccarono come se non lo facessero da molto tempo. Lui mi morse un labbro facendomi capire che mi desiderava con tutto il suo cuore, che aveva iniziato a tamburellare a un ritmo vivace. Si staccò da me e mi sentii come senza fiato e le ginocchia tremanti; non mi aveva mai baciato con così tanta passione.
Mi prese per mano e corremmo via da tutti, rifugiandoci nei campi di tulipani. Lui stese a terra una delle  coperte che erano rimaste dal matrimonio e si sdraiò accanto a me baciandomi famelico il collo e io mi inebriai nella fragranza dei suoi capelli. Sentii una sensazione di felicità provenire dal mio ventre e potei sentire le farfalle nelle stomaco che volteggiavano inquiete. E restammo lì sdraiati finché il sole tramontò dimenticandoci di tutto e di tutti, rimanendo avvolti dalle tenebre.

Il vociare degli ospiti che se ne andavano ci destò dal nostro momento idilliaco.
-Forse dovremmo tornare alla festa, si chiederanno dove saremo finiti-, risposi ricomponendomi. Lui tirò il mio braccio e mi fece cadere di nuovo fra le sue braccia.
-Ancora cinque minuti-, disse con sguardo magnetico. Mi misi in ginocchio e mi avvicinai a lui; gli presi il viso tra le mani e lo riempii di baci.
-Adesso-, dissi spingendo il dito indice sulla sua fronte. Si alzò contro voglia e sbuffò, ma vedendomi andare via, mi seguì fino a starmi di fianco e infine mi cinse il fianco, avvicinandomi a lui.
Alla festa erano rimaste pochissime persone, la maggior parte degli invitati se ne era andata, ma per noi la festa sarebbe continuata altrove.
Ci radunammo tutti al centro del roseto.
-Torneremo tutti a Oldwood per la cerimonia di unione-, disse con solennità Gabriel.
-Ci siamo persi la torta-, sussurrai giù di morale.
-Te ne porterò una fetta se è avanzata-, rispose lui.
-Sshh- fece una signora accanto a noi.
-Ci incontreremo al solito posto-, concluse il sindaco.
-Che posto?-, domandai.
-Nel bosco!- sorrise beffardo. Poi corse via insieme al branco.
-Ma è ubriaco per caso?-. June spuntò all'improvviso al mio fianco.
-Credo sia elettrizzato-, dissi imbarazzata, pensando alle sue labbra sulle mie.

Io e June ci incamminammo all'uscita, ma non riuscivo a pensare ad altro che al bacio con Derek; era come se quel bacio avesse risvegliato qualcosa in me che era sopito. Ero così tanto pensierosa che non mi accorsi di essere arrivata alla macchina.
Salii in auto, mi allacciai la cintura, poi abbassai l'aletta parasole e mi specchiai per sistemarmi il rossetto che si era un po' sbavato.
-Sai dove dobbiamo andare?-, chiesi.
-Forse-, disse lei.
Per il resto del viaggio fino a Oldwood chiacchierammo della serata: io le parlai di Derek e di Miller, mentre lei mi raccontò alcuni pettegolezzi che aveva origliato ad alcuni tavoli e di come aveva danzato con un ragazzo del college.
Arrivammo nel punto più interno del bosco in cui una macchina potesse entrare. C'erano altre macchine parcheggiate perciò doveva essere il posto giusto.
Iniziai ad incamminarmi quando June mi urlò di aspettare. Mi avvicinai a lei e vidi che stava rovistando nel bagagliaio della sua auto.
-Cosa cerchi?-, domandai perplessa e al contempo un po' nervosa per la paura di perdermi il rito di unione. June prese delle scarpe basse da una scatola e se le infilò ai piedi.
-Ora va molto meglio!-, disse lei in tono soddisfatto. Ci rimasi malissimo perché non avevo minimamente pensato di portarmi un cambio di scarpe.
-Cosa?-, chiese lei ridendo.
-Potevi portarne un paio anche per me...-, confessai amareggiata.
Lei girò gli occhi in segno di resa e tirò fuori un'altra scatola dal bagagliaio.
-E poi non dire che non ti conosco come il palmo della mia mano-, disse compiaciuta. Le indossai così velocemente che quasi persi l'equilibrio. Sembrava di camminare sulle nuvole.
-Ti amo-, dissi dal profondo del mio cuore, lei alzò le spalle in segno di compiacimento.
Seguii June nei meandri del bosco, pareva quasi che conoscesse a mena dito i sentieri, gli alberi e la notte. Una sorta di malinconia fece capolino nella mia testa, ma non ne capii la provenienza.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e, se così fosse, lasciate una stellina e/o un commento, mentre se non vi è piaciuto o secondo voi qualcosa non va, scrivetelo pure! Sono aperta alle critiche costruttive.

Cosa succederà alla cerimonia di unione tra licantropi? Scopritelo nel prossimo capitolo!
Vi auguro una buona giornata ❤️

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