13. (BOZZA)

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Delsi si guardò allo specchio. I capelli erano in ordine, la giacca e i pantaloni anche: il suo look era impeccabile.

Prese dal tavolo i due fogli che aveva scritto poco prima, sui quali aveva appuntato il discorso che avrebbe esposto al Consiglio. I punti nodali erano gli stessi che aveva usato per convincere Gebrel e il Generale Superiore, perciò erano già stati sperimentati. Rimaneva da vedere se avrebbero fatto effetto anche sui dodici uomini che lo avevano eletto.

Uscì di casa e scese al sedicesimo piano, lo stesso in cui aveva parlato con Codlorg la sera prima. A quell'ora non c'era nessuno in giro, mentre nel momento in cui lasciò l'ascensore trovò fin troppe persone; avvisati dell'imminente riunione del consiglio, gli addetti alle pulizie stavano controllando che tutto fosse in ordine, sistemando ogni dettaglio a partire dal corridoio.

Vedendolo arrivare, si fermarono tutti per un momento, quindi ripresero a lavorare freneticamente. Lui passò in mezzo al mix di scope, detergenti e spazzole con nonchalance, sorridendo e mostrandosi pacato e rilassato. Entrò nella sala riunioni principale, più grande e attrezzata delle altre.

Un uomo e due donne stavano finendo di lucidare il tavolo e le sedie; il primo si scusò subito del ritardo, e Delsi gli fece segno di stare tranquillo.

«Togliamo subito il disturbo» promise quello, riprendendo a passare un panno sul tavolo.

Delsi fece un giro lungo le pareti della stanza, cercando di non infastidire i lavoratori; appena uscirono, scusandosi, dalla porta, lui posò i fogli e si sedette a capotavola.

Gettò un'occhiata all'orologio appeso al muro di fronte a lui: mancavano quattro minuti. "Mi conviene riguardare i fogli" pensò. Mentre leggeva il testo, la sua bocca si muoveva in automatico, scandendo le parole come se stesse pronunciando già il discorso.

Era quasi arrivato all'ultima riga quando bussarono alla porta. «Avanti» disse, alzandosi in piedi.

Uno dopo l'altro, tutti i Consiglieri sfilarono nella stanza, stringendogli la mano e porgendogli saluti; poi ognuno andava ad occupare il proprio posto, che non era segnata da nessuna etichetta, ma era stabilito a priori senza nessuna documentazione ufficiale.

Quando furono tutti seduti, anche Delsi si abbassò sulla sedia e passò lo sguardo sui presenti. «Benvenuti a questa riunione straordinaria, Consiglieri. Ho ritenuto necessario chiamarvi a raccolta per discutere in merito agli avvenimenti sulla luna di Skara e alle relative conseguenze».

Si fecero tutti molto attenti, com'era visibile dagli occhi ben aperti e dalle teste leggermente protese in avanti. «Come ben sapete, un nostro mercantile civile è stato intercettato nei pressi della luna, precipitando su di essa. Il gesto già di per sé rappresenterebbe un pretesto per iniziare una guerra, ma noi di Firsa siamo un popolo civile, e abbiamo voluto attendere che fosse fatta chiarezza da parte del CSI. Abbiamo lasciato che se ne occupassero loro e qual è stato il risultato? L'unità investigativa è scomparsa, ma la notizia è stata messa a tacere. Da fonti attendibili, però, sappiamo che questo è ciò che è successo. D'altra parte, le informazioni da Skara dovrebbero essere arrivate già da un po', e invece non si sa nulla».

«Scandaloso» borbottò un Consigliere.

«Scandaloso, esatto» ripeté Delsi, sorridendogli. «La cosa più grave è che il CSI, corpo adibito alla sicurezza del nostro sistema, ha lasciato che su Skara si sviluppasse un intero popolo, che da razzie e saccheggi su lune e asteroidi dei pianeti esterni è arrivato ad attaccare le nostre navi!»

«Inaccettabile!»

«Bisogna combatterli!»

«Mai più accadrà una cosa del genere!»

Uomini e Dei - La luna di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora