23. (BOZZA)

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Liena si sporse oltre il muro che la proteggeva. Le bastò un attimo per intravedere i due armati appostati ai lati dell'ingresso del covo.

Tornò dietro la parete e fece un paio di gesti verso Yukkal. Lui annuì, e diffuse il messaggio.

Liena controllò che il silenziatore fosse ben avvitato sulla canna della mitraglietta. Aveva a disposizione solo due caricatori; se si fossero trovati contro più nemici di quanti dovevano essere, sarebbe stata nei guai. Sperava che andasse tutto liscio, e che le informazioni ricevute fossero attendibili.

Yukkal, che si trovava a circa cinque metri da lei, si avvicinò di soppiatto, fino ad esserle accanto. «Tarissa spara a quello a sinistra, subito dopo tu fai fuori quello a destra» le sussurrò all'orecchio.

Liena annuì. Si sdraiò a terra, in modo da poter poggiare l'arma sulle macerie per avere una mira più stabile; avanzò di qualche centimetro, fino a far sporgere appena la canna oltre il muro. L'edificio in cui si erano nascosti era perfetto per il loro scopo, in quanto mancava di una delle facciate; ciò permetteva a Liena di rimanere nascosta e al contempo di avere i nemici nel campo visivo.

Era pronta. Lanciò una rapida occhiata a Yukkal, che la controllava acquattato, pronto a intervenire in caso di necessità. "So fare il mio dovere" pensò orgogliosa.

Puntò gli occhi sul suo bersaglio, mantenendo sotto controllo l'obiettivo di Tarissa. Appena sentì lo spostamento d'aria del proiettile sparato dalla compagna, premette il grilletto. Le sentinelle si accasciarono quasi in contemporanea con un tonfo sordo; nessun urlo, nessun gemito: erano state stroncate da due precisi colpi alla testa.

Il colpo di Liena era stato assai preciso, il che non era facile con una mitraglietta. La vicinanza e la stabilità dovuta alla posizione prona le avevano permesso di raggiungere l'efficienza di un cecchino, consentendole di abbattere alla perfezione il suo bersaglio.

«Via, via!» esclamò Yukkal a bassa voce e Liena si alzò subito in piedi, correndo il più silenziosamente possibile fino ai due cadaveri. Si raggrupparono tutti quanti davanti all'ingresso, distribuendosi ai lati della porta; soltanto Munnel avanzò in mezzo ai due gruppetti, fino a trovarsi a un passo dall'entrata. Bussò con decisione, quindi si abbassò ed imbracciò il suo fucile.

Poco dopo una voce dall'interno chiese cosa stava succedendo mentre la porta scorrevole scivolava nel muro. Munnel aprì il fuoco senza esitazione sull'uomo prima che questo potesse rendersi conto dell'inganno.

Liena lo seguì all'interno per prima, tenendo la mitraglietta pronta a ogni evenienza. Procedevano lentamente, in fila per uno, col boss ad aprire la formazione e Yukkal a chiuderla; in mezzo, Liena, Tarissa e Boltoced.

Avanzarono in un corridoio piuttosto breve e largo, che terminava con un portone. Non c'erano altre porte, scale o vie di uscita.

Munnel controllò che tutti fossero appostati, quindi spinse una delle due ante lentamente. Scivolò oltre l'uscio, tallonato da Liena, che notò subito un uomo di spalle a una decina di metri. Il nemico si voltò e rimase decisamente sorpreso di vedere due sconosciuti, per giunta armati, entrare come se niente fosse nel suo covo; una raffica di proiettili, però, gli impedì di reagire.

Munnel strizzò l'occhio a Liena per i colpi a segno, e lei gli sorrise, ancora contenta per la fiducia datale dal boss.

Si trovavano in una stanza molto spaziosa, il cui soffitto, in alcuni punti, era stato rimpiazzato da lamine metalliche. Probabilmente le parti mancanti erano franate nel Disastro e i nuovi abitanti di quell'edificio avevano rimediato secondo le loro possibilità.

Lungo le pareti si trovavano una trentina di brandine, mentre al centro della stanza erano disposte numerose scaffalature, alcune di legno, altre di metallo, sulle quali rimanevano ancora alcuni oggetti. La banda di Fijers, nell'abbandonare il covo, aveva portato via la maggior parte del contenuto dei ripiani, ma non proprio tutto.

Uomini e Dei - La luna di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora