22. (BOZZA)

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«Questo è il palazzo del Sindaco» disse Tasd ai due compagni indicando l'edificio a sei piani perfettamente illuminato che si ergeva solitario al centro della città.

«Ci sei mai entrato?» chiese Karpe, il quale era rimasto quasi affascinato dal picco di luce che aveva davanti a sé.

«No, l'ingresso è molto selettivo».

«Rispetto al resto della città sembra quasi stonare» notò Darel scrutando attentamente il palazzo. «È di uno stile molto ricercato, i materiali sembrano migliori di qualsiasi altra struttura, e sono decisamente quelli mantenuti nel miglior modo».

«È il palazzo del Sindaco: cosa ti aspettavi?» fece Karpe sarcastico.

«Niente di così luminoso e bello, a esser sincero».

«A volte è bello rimanere sorpresi». Il Comandante sorrise e fece qualche passo verso il muro che cingeva il giardino del palazzo.

Due guardie lo adocchiarono subito, ma lui non vi badò: si era, infatti, avvicinato a un drappello di persone che parlavano animatamente.

«... quattro morti, oltre all'Assessore, così dicono» stava riferendo una signora piuttosto anziana.

«Follia! Sono dei macellai brutali!» esclamò un uomo in uniforme da pompiere.

«Sembra incredibile che possano ancora accadere cose del genere!» aggiunse una donna dell'età della prima.

Tasd e Darel si avvicinarono al Comandante incuriositi; lui, intanto, era ormai a un metro dal gruppetto, che era intento a confabulare a tal punto da non notarlo.

«Vogliono colonizzare tutto il sistema: che si fottano! Se usano la violenza, solo questa troveranno».

«Il CSI dovrebbe attaccarli, colpirli dritti al cuore sul loro maledetto pianeta».

Karpe non stava più nella pelle: voleva capire la causa di quelle chiacchiere. Si fece ancora più vicino e, dopo essersi schiarito la voce, proprio mentre Tasd e Darel lo raggiungevano, disse: «Scusatemi, sono tornato in città da un'ora e sento tutti quanti parlare di una strage... cos'è accaduto?»

Il gruppo lo guardò come se avesse appena detto qualcosa di assurdo: era un Agente del CSI e quindi sarebbe dovuto essere lui a dare spiegazioni. «Un uomo mandato da Firsa ha fatto riferire al nostro caro Assessore un messaggio per tutta Culmon in cui minaccia di ucciderci tutti se non ci uniamo a Firsa; inoltre, ha ucciso tutta la scorta dell'Assessore, un cameriere e l'Assessore stesso» spiegò la donna.

Karpe era abituato alle azioni violente di Firsa, ma qualcosa del genere non rientrava, di certo, negli standard. «Lei ha detto che l'omicida è un uomo solo, giusto?»

«Così pare».

Karpe guardò Darel e Tasd, che sembravano abbastanza preoccupati. «Dov'è successo?» chiese dopo essersi girato di nuovo verso il gruppo.

«Al Bel laghetto; lo conoscete, giusto?»

Ovviamente, l'Agente non aveva la minima idea di dove si trovasse quel luogo, perciò fece un cenno negativo, aggiungendo: «Ne ho sentito parlare più di una volta, ma non ho mai avuto il piacere di andarci».

«È ottimo» commentò un'altra donna.

«Dovrò provarlo. Di preciso, dov'è che si trova?»

Karpe ricevette una spiegazione abbastanza dettagliata del percorso da seguire, per quanto i nomi delle vie, per lui, non significassero niente. Tasd, però, stava ascoltando attentamente, e con una strizzata dell'occhio fece capire al Comandante che sapeva dove dirigersi.

Uomini e Dei - La luna di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora