19. (BOZZA)

7 5 0
                                    

Karpe si svegliò con un gran mal di testa. Sentiva le palpebre pesanti e faticava a muoversi.

«Comandante! Comandante!» sentì in sottofondo; la voce arrivava ovattata come se si trovasse immerso nell'acqua.

Aprì gli occhi e vide sopra di sé la faccia di Darel. «Che sta successo?» chiese Karpe, faticando a scandire le parole.

«Ci ha ingannato».

«Chi?»

«Il pilota».

"Quale pilota?" pensò il Comandante, iniziando lentamente a ricordare tutto. Si trovavano sulla nave dell'uomo che li aveva salvati su Skara; si erano addormentati mentre viaggiavano portati dal Vento, e poi...

«Tasd! Svegliati!» esclamò Darel allontanandosi da Karpe per badare al compagno. Il Comandante ne approfittò per sollevarsi sui gomiti, in modo da poter avere una visuale migliore.

Erano ancora nella nave e si trovavano proprio dove si erano sdraiati dopo il salvataggio. Perché si sentiva così strano, però?

«Dov'è il pilota?» chiese, notando che non si trovava nella cabina e neanche nella stiva.

«Scomparso» disse Darel con disprezzo. «Deve averci drogati con qualche sonnifero e poi è scappato, lasciandoci a bordo».

La sensazione di malessere era, quindi, dovuta al sonnifero. Karpe non poteva credere che erano finiti in trappola un'altra volta. «Sembrava un tipo a posto» borbottò rassegnato.

Darel lo guardò torvo. «Ci siamo sbagliati: non lo era».

Tasd si stava lentamente svegliando; anche lui sembrava piuttosto disorientato. Darel gli spiegò la situazione, mentre Karpe riusciva faticosamente a mettersi a sedere. «Avrebbe potuto ucciderci, legarci, o ferirci, ma non l'ha fatto» ragionò ad alta voce.

«A quanto pare non gli importava di noi».

«E allora perché ci ha addormentati?»

Darel fece spallucce, poi aiutò Tasd a sollevarsi. «Dove siamo?» chiese l'ultimo a svegliarsi.

«Penso che ci troviamo su Culmon. Il cielo è buio, il sole lontano, e dal poco che sono riuscito a vedere la nave è attraccata a un piccolo porto» rispose Darel.

«Ci ha portati a destinazione, quindi» fece Karpe.

Tasd si stropicciò gli occhi con le mani, quindi borbottò qualcosa di incomprensibile. «Se siamo su Culmon, dobbiamo trovare una stazione del CSI: dovrebbe essercene almeno una in ogni città maggiore» suggerì il Comandante, ricordandosi le informazioni lette da qualche parte.

«Culmon, cazzo...» brontolò Tasd.

Gli altri due lo guardarono come a chiedergli spiegazioni. «Mi hanno mandato qui due anni fa, e ho un pessimo ricordo di questa luna».

«Avrai tempo per raccontarcelo» lo stroncò Darel, «adesso dobbiamo andare: non siamo al sicuro qui».

«Non lo saremo da nessuna parte».

Le parole di Tasd fecero preoccupare Karpe. Un altro territorio ostile, un'altra missione rischiosa: se fosse accaduto qualcosa ai suoi unici due compagni rimasti, non se lo sarebbe mai perdonato.

Si alzò in piedi e aiutò Tasd a tirarsi su, mentre Darel apriva il portello laterale e scendeva giù cautamente. Lo seguirono, e si trovano su una sporca e poco illuminata pista di atterraggio. Il cielo buio era annuvolato: nembi grigi passavano lentamente davanti al sole minuscolo, oscurandolo a tratti. Faceva freddo e tirava molto vento. "Che posto di merda" pensò Karpe.

Uomini e Dei - La luna di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora