17. (BOZZA)

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Delsi guardava fuori dalla finestra dell'ufficio.

Stranamente i suoi occhi non si perdevano nella skyline, ma scrutavano il cielo luminoso di Firsa. Da qualche parte lassù suo fratello viaggiava alla volta di Skara.

Il Consigliere Dopinnet aveva annunciato pubblicamente la partenza per la missione, e il popolo si era sostanzialmente spaccato tra chi riteneva giusta l'espansione coloniale e chi, invece, la criticava, ritenendola uno spreco di uomini e risorse. Quest'ondata di malcontento stava venendo cavalcata dagli indipendentisti della costa, che adesso si attivavano anche nelle città continentali, facendo comizi improvvisati per spronare la gente a ribellarsi.

Le forze dell'ordine intervenivano ogni volta per mettere a tacere le proteste della gente, ma i sobillatori sembravano evanescenti: quando la polizia arrivava, erano sempre già scomparsi.

Adesso Delsi aveva ben più di un problema di cui occuparsi, tra spedizione, indipendentisti, diffamazioni di Ilopert e comunicazioni con Culmon. Queste ultime stavano diventando sempre più tese, con i sindaci delle città della luna che minacciavano di chiedere l'intervento del CSI in risposta alle disdicevoli proposte ricevute.

Per evitare altre grane, il Sindaco aveva smesso di parlare con la maggior parte delle città, ad eccezione delle poche che, quantomeno all'apparenza, sembravano apprezzare l'avvicinamento di Firsa.

Rimaneva comunque certo del fatto che, una volta conquistata Skara, tutte le città avrebbero accettato la loro protezione; era solo questione di tempo. Per il momento sarebbe stato meglio non insistere, anche perché un paio di Sindaci avevano esplicitamente detto che ogni successivo tentativo di contatto avrebbe avuto delle conseguenze gravi. Non conveniva tirare una corda così facile da spezzare.

Per risolvere il problema degli indipendentisti, invece, Delsi aveva deciso che avrebbe iniziato ad agire di nascosto, raccogliendo informazioni prima di dare la caccia ai sobillatori. Le forze dell'ordine avrebbero continuato a intervenire nel momento dei comizi, senza però ricorrere alle armi e senza blitz contro i responsabili. Aveva consultato anche il Generale Dogiers, concordando con lui la strategia da adottare: anche in questo caso, si erano detti che sarebbe stato meglio aspettare.

Il popolo chiedeva di intervenire, e per fortuna l'incursione degli agenti in quasi ogni comizio riusciva a tenere a bada la gente. Delsi sapeva bene, però, che se gli indipendenti non fossero stati messi al più presto a tacere, Firsa avrebbe corso due rischi non indifferenti; vi era infatti la possibilità che i patriottici più sfrenati reagissero con la violenza, ma, al contempo, si rischiava che i più dubbiosi prendessero le parti dei sobillatori.

Il Sindaco avrebbe voluto occuparsi solo della spedizione su Skara in quel momento, eppure non era possibile.

Tornò alla scrivania e guardò preoccupato i fogli raggruppati in vari punti del ripiano. Da quando era arrivato Gebrel, o meglio, da quando aveva parlato con suo padre di Skara, aveva trascurato tutti gli affari di minore importanza di cui avrebbe, però, dovuto occuparsi.

Borbottando fece per sedersi, quando gettando un'occhiata all'orologio si ricordò di un impegno che aveva quasi rimosso dalla testa: un impegno, però, piuttosto cruciale.

Controllò che il suo outfit fosse impeccabile, quindi uscì rapidamente di casa senza prendere niente con sé. «Ho un incontro col Consigliere Nelius» avvisò la guardia alla porta, attraversando rapidamente il corridoio fino all'ascensore.

Quando le porte si aprirono sul piano dedicato alla ristorazione Delsi era decisamente nervoso. Aveva tardato di sei, quasi sette minuti: se ne vergognava moltissimo. Odiava le imprecisioni sugli orari, sia da parte delle altre persone che da parte sua; era, infatti, sempre e assolutamente puntuale.

Uomini e Dei - La luna di nessunoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora