Capitolo 3: La stanza delle necessità

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Opal lo seguì in silenzio, stando attenta a non mettere i piedi vicino a qualcosa di tagliente o altre cose pericolose, non osava neanche guardarsi la pianta del piede sapendo già che sarebbe stata di un nero pece.

-Speri di trovare l'armadio gemello che sta a Magie Sinister, giusto?-

-Così spero, non so se sia possibile, ma se dovesse, possiamo già dire di essere a metà dell'opera-

Passarono alcuni minuti e finalmente, Draco trovò quello che cercava, era coperto da un grosso telo rosso scuro, ricoperto di polvere. Con una mano si coprì naso e bocca, mentre con l'altra tirò via il telo, scoprendo così, il gemello, identico, del vecchio mobile.

Opal tossì appena sventolandosi davanti al viso per mandar via la polvere che fluttuava nell'aria e si avvicinò a lui, lo guardò, era soddisfatto, un leggero ghigno si fece largo sul suo viso, non credeva fosse possibile una cosa del genere.

-Che ore sono?- le chiese senza togliere lo sguardo dal mobile.

-Credo sia mezzanotte passata- Draco si mise subito all'opera, non era messo così male, la cosa che lo preoccupava di più era: sarebbe riuscito a teletrasportare delle persone senza alcun problema?

-Ti lascio lavorare- la ragazza si allontanò, cercando un posto dove pensare e riflettere.

Draco cercò di ricordarsi la formula di riparo che aveva trovato nel libro "come riparare un armadio svanitore" strinse le meningi fin quando poi non gli si accese la lampadina. Prima che se la dimenticasse prese un oggetto, in quel caso era una gamba di legno di una vecchia sedia e la ripose dentro l'armadio per poi chiuderlo.

Restò in silenzio e strinse fra le mani i manici delle vecchie ante dell'armadio e pronunciò a bassa voce: HARMONIA NECTERE PASSUS.

Sentì un leggero rumore provenire dal suo interno, aspettò alcuni secondi in attesa dello stesso rumore, ma questo non ritornava. Aprì l'armadio e la gamba di legno non c'era, era andata, ma non era tornata.

Imprecò a bassa voce e riprovò, più volte.

Opal nel mentre vagava fra la polvere e l'oscurità della stanza, tirò fuori la sua bacchetta di biancospino con anima e corde di cuore di drago lunga 12 ½, e con un "Lumos" sussurrato, la punta della sua bacchetta si accese illuminando il suo cammino. Cercando un punto dove sedersi, passò davanti ad uno specchio, abbastanza alto e con delle incisioni attorno alla cornice, non sapeva cosa volessero dire, le illuminò con la bacchetta quando dal riflesso, sporco di polvere vide delle figure alle sue spalle. Si girò di scatto per accertarsi di aver visto male, ma era sola, perché invece lo specchio rifletteva 3 figure?

Passò la mano sulla superficie fredda per togliere i residui di polvere e restò senza parole, indietreggiando urtò un oggetto che cadde a terra con un forte tonfo, urlò appena per lo spavento.

Nel mentre Draco era ancora li cercando di riparare quell'armadio che funzionava quando gli capitava, quando finalmente si sentì che il teletrasporto sarebbe riuscito udì a pochi passi da lui, un tonfo e poi un gridolino.

Era la voce di Opal.

Non poteva essere entrato qualcuno, allora si sarà fatta male!

Scattò verso la direzione di quell'urletto che si tramutò in un pianto.

Quando finalmente la trovò, lei stava davanti ad uno specchio, alto con delle incisioni "Emarb eutel amosi vout linon ortsom", la ragazza teneva le mani appoggiate sulla superficie dello specchio e piangeva.

-Opal che succede!?- Draco allungò un braccio per toccarle una spalla, ma venne poi rigettata quando lei sentì il contatto su di essa.

-Non lo vedi!? Chi sono!? P ... perché c'è Sirius Black ... - due figure, un uomo ed una donna stavano davanti a lei sorridendole. La donna aveva lunghi capelli nero pece, boccolosi e ribelli come i suoi, pelle chiara e occhi azzurri come il cielo al Mezzogiorno, indubbiamente una donna molto bella, al suo fianco un uomo, Sirius Black che teneva la mano attorno alla vita della donna, una terza sagoma dalle forme indefinite e dal colore grigiognolo apparve vicino all'uomo, era più alto di lei. Una figura che lottava per prendere sembianze umane, ecco apparire una strisciolina ramata sul capo, due occhi azzurro cielo molto simili ai suoi, poco più indietro delle tre figure in primo piano, una figura sullo sfondo era stesa a terra, non era lei, non era qualcuno a lei caro, era qualcuno che in quel momento odiava più di tutti.

The Two Slytherin Death EaterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora