Sento qualcosa che mi tocca la mano.
Ora ha cominciato a mordicchiarla.
Mi sveglio, infastidito dalla presenza del topolino e decido che è arrivato il momento di alzarmi e andare a mangiare qualcosa, anche se qui non c'è molto da mettere sotto i denti e l'odore da fogna lascia un po' a desiderare.
Ormai è da anni che vivo qua sotto, tutto solo.
Cammino per un po' finché non urto con il piede qualcosa.
È una barchetta di carta dove sopra ci sono scritti due nomi: Billy & Georgie.
Forse la corrente l'ha trascinata fino a qui, del resto è una bella giornata piovosa oggi.
La prendo e mi affaccio dal buco del tombino lì vicino.
In poco tempo mi raggiunge un bambino. È stanco, forse ha corso. È così carino, piccolo, magari può essere un mio amico.
Leggo il nome che ha appuntato sul suo impermeabile giallo. Si chiama Georgie.
Che sia il proprietario della barchetta?
Glielo chiedo: «La vuoi la tua barchetta, Georgie?»
Ops. Perché mi è uscito così? Sembro inquietante.
In tutta risposta si mette a farfugliare da sotto il largo impermeabile che il padre gli ha detto di non parlare con gli sconosciuti.
Così cerco di confortarlo: «Ha proprio ragione tuo padre» dico «Io sono Pennywise. Ora che non siamo più sconosciuti possiamo parlare, no?».
Adesso lui sorride.
Così cerco di farlo sentire ancora di più a suo agio.
Sono già vestito da pagliaccio perché ho scoperto che le persone li trovano divertenti, ma cos'altro mi manca?
Giusto, i palloncini! E le noccioline, anche quelle piacciono a tutti!
Cerco di avvicinarlo un po' di più a me. Voglio vederlo da più vicino, e poi lui è in piedi, gli vedo solo le scarpe.
Si mette a pancia in giù e me lo ritrovo faccia a faccia. È così carino, vorrei abbracciarlo.
Mi fa una domanda: «E volano? Intendo, i palloncini volano?»
«Certo che volano, Georgie, e quando tu sarai qua giù con me, tu galleggerai...»
Ma perché ogni cosa che dico fa paura?
Per fortuna sta continuando a sorridere e decido di provarci anch'io.
Ma forse il mio sorriso non è uno dei migliori, perché appena mostro i denti Georgie prende paura. Si gira, vedo che vuole scappare.
«No, ti prego, aspetta!» urlo.
Riesco ad afferrargli un braccio e cerco di tenerlo fermo.
Ma lui urla e si dimena, finché non comincia a tirare il suo braccio.
Provo a tirare ma mi resta in mano il suo arto.
Ecco che adesso sono coperto dal sangue del piccolino.
La pioggia ha smesso di cadere, è tutto così tranquillo ora.
Sento dei passi in lontananza, penso sia arrivato il momento di andare.
Rivolgo un ultimo sguardo al corpo esanime del bambino, mentre comincio a corre con ancora il suo braccio tra le mani.
Cosa farò ora?
Vabbè, lo mangio. Tanto avevo fame.
Peccato per quel piccolo, sarebbe stato un ottimo amico.
E... fine!
Wow. Questa è la storia più lunga che io abbia mai scritto.E finalmente ho messo anche un pagliaccio, come in ogni storia dell'orrore che si rispetti.
Adesso cosa ve ne pare di Pennywise visto dalla sua prospettiva? È ancora il clown cattivo che uccide i bambini per piacere? Fatemi sapere tutto nei commenti🐗
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Storie della NON buonanotte
Kısa HikayeSe non volete dormire, leggete questo libro. • • • • Una raccolta di mini racconti horror scritti da me :) • • • • LE STORIE NON SONO COLLEGATE TRA LORO!!! • • • • (Scusate ma scrivo queste storielle quando non ho nulla da fare, perciò non sono prop...