Finalmente la sua Perla arrivò. Blu non poteva credere ai suoi occhi: era venuta anche Perla Gialla; magari c'era una possibilità che Giallo avesse accettato di vederla. Subito le domandò:
"Dimmi, come sta Giallo?"
Quella, dopo aver eseguito diligentemente il saluto al diamante, rispose:
"Mio Diamante, la sua richiesta è stata accettata. Diamante Giallo la aspetta nella camera di estrazione."
Diamante Blu vi si diresse con le due Perle. Mentre camminava velocemente pose nuovamente la domanda a perla gialla."Mio Diamante, Diamante Giallo non è... ehm... propriamente in forma."
Arrivate, Perla Gialla aprí la porta; dunque Blu entrò. La scena che le si parò davanti era più tragica del previsto; Giallo era rannicchiata in un angolino, da sola. L'elmo era storto, e i capelli bagnati di liquido fuoriusciti dal copricapo le si appiccicavano alla pelle.
Blu la chiamò, con la sua solita voce malinconica:"Giallo..."
Solo allora il Diamante si accorse della sua presenza; dunque alzò la testa, si aggiustò l'elmo, si pulì gli occhi bagnati dalle lacrime e, infine, assunse un'espressione seria e impassibile.
"Ho deciso di accettare la tua richiesta, perché tu la smetta di inviarmi la tua Perla. Perciò dimmi cosa vuoi e vattene." disse gelidamente.
Allora Blu si accomodò di fronte a lei.
"Io ho provato a contattarti ma tu non hai risposto..."
Giallo la troncò immediatamente:
"Appunto. Credevo fossi in grado di riconoscere un rifiuto."
"Lo so, ma pensavo..." ritentò il Diamante.
"Pensavi male. E se questo è tutto, puoi anche uscire."
Blu si alzò, ma, dopo un attimo di esitazione, si avvicinò alla gemma. Con la mano protesa, per toccarle la spalla, le disse, in tono calmo: "Giallo, io ti capisco: con me puoi parlare."
Le sorrise dolcemente, prima di ricominciare: "Quando Rosa simulò la frantumazione, tu sei stata l'unica ad aiutarmi, quindi..."
"Quella era Rosa. E Rosa non era neppure morta alla fine." intervenne l'altra.
"Sí, ma io so cosa si prova, quindi lascia che ti aiuti"
Dopo un momento di silenzio, aggiunse :
"Ricorda: non ha senso stare giù"
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Giallo si irrigidì. I suoi occhi si inumidirono. Allora abbassò la testa, strinse i pugni con forza, e fece una smorfia che Blu conosceva troppo bene: la repressione del dolore.Mentre Blu la guardava preoccupata, Giallo le sibilò:
"Tu non puoi capire. Non puoi capire cosa io provo. Lei non era Rosa, e tu non sei me. E ora, vattene."
Blu capí che era meglio assecondarla, dunque uscì dalla stanza.
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True love: trecento anni dopo
FanfictionNon c'è nulla peggiore di una sofferenza, e non esiste peggiore sofferenza di quella dovuta alla morte della persona che si ama. (Fanfiction su Steven Universe) [In realtà avevo pubblicato parte di questa storia in precedenza, ma, per vari motivi, h...