Garnet ebbe un sussulto. Si alzò in piedi. Doveva assolutamente radunarle tutte. Doveva assolutamente radunare tutte le Crystal Gems.
Si precipitò fuori dalla stanza del tempio, e poi fuori di casa. Dunque entrò dentro Beach City.Mentre attraversava la città correndo, notò quanto era cambiato il paese, negli ultimi tempi: era circondata da volti sconosciuti, ovunque. A quell'ora, le tre del pomeriggio, la città era molto movimentata, soprattutto d'estate. Qua e là riconosceva qualche vecchia Crystal Gem, che si era stabilita nel posto dopo la guarigione dalla corruzione; la salutava, ma subito la troncava in fretta quando le veniva attaccato discorso: non c'era tempo, doveva trovare Ametista.
Arrivò al locale "Al Mare", che molto tempo fa, quasi trecento anni, era chiamato "Il Ciambellone", Ma che dopo la morte del sindaco Dewey era stato chiuso per moltissimo tempo; adesso però era stato riaperto, però come pizzeria.
Tutti quei ricordi le facevano male, molto male, ma non aveva tempo da perdere. Strinse i pugni ed entrò. Era lì che doveva essere Ametista, o almeno questo era il futuro più probabile.Ametista infatti era seduta ad un tavolo, con Jasper, ed entrambe mangiavano una pizza. A quell'ora, ovviamente, erano le uniche lì dentro.
Un cameriere le si avvicinò, e lei lo allontanò con un gesto; dunque si diresse verso il tavolo. Le due stavano chiacchierando amichevolmente, ma, vedendo Garnet arrivare, Jasper rimase pietrificata: sbarrò gli occhi e si bloccò con una fetta in mano, sospesa in aria. Invece Ametista, che non doveva essersene accorta, poiché era di spalle, continuò col suo discorso:
"...e pensa che un tempo la pizza neanche mi piaceva! Incredibile, vero?"
Formulata la domanda retorica, guardò il Diaspro sorridendo; e solo allora si rese conto che l'amica fissava sbigottita qualcosa dietro di lei. Perciò, anche lei con ancora un trancio di pizza ai funghi in mano, si voltò a vedere di cosa si trattasse. O di chi. Non appena vide Garnet, che era immobile dietro la sua sedia, lasciò cadere sul piatto la fetta. Scese dunque dalla sedia, spalancò le braccia e le abbracciò la gamba, mentre esclamava contenta:
"Garnet! Quanto sono felice di vederti! Sei anche tu qui per mangiare?" e così scoppiò a ridere.
L'altra si chinò per rispondere all'abbraccio, anche se un po' freddamente. Dopo essersi risollevata, rispose laconicamente:
"No. Sono qui per un motivo: ho appena avuto una visione. Ma voglio raccontarla solo quando saremo tutte assieme."
Ametista capì che era una faccenda seria. Dunque annuì.
"Bene. Dove sono le altre?"
"Lapis e Peridot sono al fienile. Perla sarà nella sua stanza. Ho bisogno che tu mi conduca da lei."
Ametista annuì nuovamente; stava per partire assieme a Garnet, quando si ricordò di Jasper, che per mascherare l'imbarazzo si fingeva concentratissima sulla pizza. La salutò, ma poi l'altra cambiò completamente atteggiamento e, alzatasi, affermò, con serietà:
"Vengo anch'io."
Ametista le tirò una pacca sulla schiena, accompagnato da un:
"Wow, grande Jasper! Ora sei una di noi!"
A Garnet scappò una smorfia di fastidio; smorfia che però non passo inosservata a Jasper.
Subito dopo lanciarono i soldi al cameriere e corsero fuori.
"Ok... come ti va la vita?" cercò di attaccare discorso Ametista.
"Bene." disse Garnet.
"È da tanto che non ci si vede, eh?" domandò ingenuamente.
Passato qualche secondo di silenzio, Garnet rispose, senza neppure guardarla in faccia:
"Dall'ultima riunione. Venticinque anni fa."
Quella risposta suonò così fredda che Ametista tacque. Le era chiaro: il discorso era chiuso. Si girò verso Jasper, e lesse l'imbarazzo nei suoi occhi. Si rese perciò conto del grosso sbaglio che aveva compiuto nel comportarsi così, come se non fosse successo nulla.
Piena di sensi di colpa mise una mano sulla spalla di Jasper, per confortarla. Ed essa si voltò verso di lei, e sorrise, nel suo modo inquietante, che faceva sempre sorridere Ametista.
E così successe anche quella volta. Nonostante ciò, però in cuor suo continuò a rimproverarsi per la sua stupidità, siccome non si era immediatamente ricordata che l'ultima volta che aveva visto Garnet era durante quella cena; e ora lei l'aveva trattata così, come se nulla fosse. Come se fossero amiche.Trascorsero gli ultimi metri in silenzio, fino a quando non arrivarono sulla spiaggia, dove Bismuth aveva ricostruito, vicino al tempio, il fienile. Dunque Jasper propose:
"Io vado da Lapis e Peridot, voi da Perla"
Garnet non disse nulla, si limitò solo a dirigersi verso il tempio con aria gelida, mentre Ametista la salutò con un sorriso, anche se di disperazione.
STAI LEGGENDO
True love: trecento anni dopo
FanfictionNon c'è nulla peggiore di una sofferenza, e non esiste peggiore sofferenza di quella dovuta alla morte della persona che si ama. (Fanfiction su Steven Universe) [In realtà avevo pubblicato parte di questa storia in precedenza, ma, per vari motivi, h...