Diamante Giallo udì dei passi in lontananza, fuori dalla stanza. Era finalmente giunto il momento. Incrociò velocemente le braccia, raddrizzò la schiena e distolse lo sguardo dalla porta, cominciando a fissare il vuoto, con espressione seria e altezzosa. Doveva apparire imperturbabile. Doveva apparire inscalfibile. Doveva essere un Diamante.
I passi si avvicinavano. Oramai li sentiva abbastanza distintamente, e riusciva pure a contarli. Ogni passo le suscitava un brivido; nonostante i suoi sforzi di sopprimerla, la paura ritornò una divorarla. Non riusciva a fermare i suoi pensieri, a domare le sue emozioni. Non riusciva a reprimere quel terrore. Il terrore di Bianco. Il terrore di ciò che Blu avrebbe potuto raccontare a quella, il terrore di come quella avrebbe reagito...
I passi risuonarono ancora più forti. Giallo cominciò un non vederci più: Bianco avrebbe di nuovo preso il controllo del suo corpo, come quella volta, o peggio ... l'avrebbe frantumata.
I passi si fermarono davanti alla porta. Ecco, pensava, era giunto il momento della verità. I suoi occhi erano incollati alla porta. Porta, che però non si aprì. Il rumore infatti ricominciò, diventando sempre più debole. Quella gemma non era la sua Perla.
Giallo dunque si infuriò: ma dove era finita quella sciocca? Quanto ci voleva a contattare Diamante Blu e a riportarle un messaggio? Di solito era rapidissima. No, doveva esserci per forza un motivo per quel ritardo. Dunque la colpì una grande angoscia: se essa non era ancora ritornata, voleva dire che non aveva potuto informare Blu. E ciò poteva significare solo una cosa: che Blu stava ancora parlando con Bianco.
Giallo si rifiutava di crederci: Diamante Bianco non era una gemma con cui si potesse parlare a lungo ... quando si riusciva a spiccicare una parola. Un dialogo con lei consisteva generalmente in un suo breve monologo, ricco di domande retoriche di cui conosceva già la risposta. Tenendo anche conto che era già insolito che si fosse degnata di concedere l'onore della sua presenza, Giallo avrebbe anche potuto tranquillizzarsi; ma lei, nonostante ciò, era comunque molto allarmata da quell'eventualità. Cercò dunque di sentire un suono, un qualunque suono, che indicasse un avvicinamento; ma invano. Era evidente: Blu stava ancora parlando con Bianco, e ogni secondo che passava, aumentava la quantità di segreti di cui Bianco veniva a conoscenza. Lo sapeva: non doveva accettare di incontrare Blu, non avrebbe mai dovuto farlo. Ma come poteva, in realtà, assumersi veramente la colpa: aveva rifiutato varie volte; l'aveva evitata in ogni modo, ma l'altra l'aveva tartassata sempre di più. Parlare, ovvero accontentarla, sembrava essere l'unico modo per porre fine a tutto ciò; cosa avrebbe mai dovuto fare, se no?Era perciò tutta colpa di Blu, che si era immischiata, nonostante non fossero affatto affari suoi. Aveva dovuto prima infastidirla, e ora condannarla. Come se a Giallo già non bastasse il proprio dolore, che la perseguitava, che la schiacciava, ogni secondo di più. Adesso doveva anche passare gli ultimi momenti della sua vita attendendo la sua fine. Che cosa sarebbe costato a Blu lasciarla in pace? Perché non la lasciava alla sua sofferenza?
Stava di nuovo piangendo, quando udì qualcosa. La tua testa si sollevò di colpo, come per captare meglio il suono. Passati due secondi, ne ebbe la certezza; era proprio come pensava: nonostante la lontananza, riusciva ad udire distintamente il rumore di passi.
Dopo un attimo di agitazione, la dura realtà si abbattè su di lei: potevano essere i passi di una qualsiasi gemma, non per forza della sua Perla. Non voleva illudersi di nuovo. Perciò lasciò il suo corpo afflosciarsi sul sedile, e chiusi gli occhi. Ma fu allora che le parve di sentire anche un suono diverso. Non poteva essere vero, pensava. Però, man mano che il rumore si avvicinava, si rendeva conto di aver invece udito bene. Quel suono, che avrebbe saputo riconoscere tra mille, era proprio lo strascichio tipico di Diamante Blu.
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True love: trecento anni dopo
FanficNon c'è nulla peggiore di una sofferenza, e non esiste peggiore sofferenza di quella dovuta alla morte della persona che si ama. (Fanfiction su Steven Universe) [In realtà avevo pubblicato parte di questa storia in precedenza, ma, per vari motivi, h...