Ametista entrò in casa, e lì vide Garnet che la attendeva davanti alla porta del tempio. Era immobile, di schiena, probabilmente con le braccia incrociate. Nonostante ad una prima occhiata potesse sembrare la solita Garnet, inflessibile e calma, con uno sguardo più attento si poteva notare che era tesa. Molto tesa. Anche vedendola di schiena. Ametista si chiedeva cosa doveva aver visto nel futuro per riunire di nuovo le Crystal Gems dopo venticinque anni. Anni, peraltro, in cui Ametista non aveva incontrato la leader neanche una volta, nonostante vivessero nella stessa casa. Certamente Garnet passava la maggior parte del tempo nella sua stanza, ma, a differenza di Perla, probabilmente usciva qualche volta, anche solo per andare a trovare qualche vecchia Crystal Gem, come Merletto Pazzo o Bugs, o per guardare il tramonto; certamente Ametista, d'altra parte, passava la maggior parte del tempo fuori, con Jasper, e, talvolta, con Lapis e Peridot o qualche umano. Ma era comunque impossibile che non si fossero mai incrociate in tutti questi anni. Perciò ad Ametista era sorto il dubbio varie volte che l'altra avesse fatto di tutto pur di non incontrarla mai, anche sfruttando la visione del futuro.
Stava dirigendosi verso la porta del tempio, quando sentì una voce familiare.
"Ciao Ametista! Che fai, non mi saluti?"
Ametista si girò, e vide una gemma dai capelli colorati sporgersi dal pianerottolo, mentre la salutava, agitando la mano.
"Ehi Bismuth! Non ti avevo visto!" rispose.
"Oggi il bar ha chiuso prima, perché vogliono fare dei restauri: lo dipingono di rosso. Dunque ho il pomeriggio libero! Posso guardarmi la gara di motociclismo... tu invece che fai qua a quest'o..." e si bloccò, sbigottita.
Cominciò a fissare Garnet, poi Ametista, e poi di nuovo Garnet. Dunque chiese, con espressione seria.
"C'è qualche problema?"
Parlò Garnet, questa volta: "Ne discutiamo dopo, Bismuth."
Lei fece cenno di aver capito; rivolse allora la sua attenzione sulla televisione.
Quindi Ametista, intuendo di dover fare in fretta, si diresse all'entrata del tempio. Aprì il portale della sua camera. Entrarono, e l'uscita si richiuse alle loro spalle, scomparendo.La stanza di Ametista era, come al solito, un vero putiferio. Tra una pozza e l'altra di acqua c'erano mucchi di oggetti sparsi qua e là, di tutti i generi: strumenti musicali, libri, vestiti, e, per la maggior parte, spazzatura. Roba di Greg, roba di Connie era stata depositata qui, divisa in mucchi separati, ricoperti di polvere, dopo la loro morte.
Vicino a questi, anche se un po' più distante, e semi-nascosto, c'era un altro mucchietto. Poteva essere scambiato per un ammasso di ciarpame come gli altri, se non fosse stato notato un particolare strano, che lo differenziava: da esso spuntavano una grossa quantità di t-shirt tutte uguali, anche se di diversa misura. Erano tutte rosse con una stella gialla al centro. Nessuno infatti aveva avuto il coraggio di buttare, ma neanche di tenere con sé, e quindi di dover avere sotto gli occhi ogni giorno, la roba di Steven.
A Garnet però quel caos non doveva dare neanche minimamente fastidio, o almeno non lo diede a vedere. Da una parte perché era troppo concentrata, dall'altra perché evidentemente era ostinata ad ignorare il più possibile Ametista. Non che a lei fosse mai veramente interessato il suo disordine, anzi; di solito era Perla che le scheggiava la pietra con tirate sulla responsabilità, e balle simili.
Questo, però, succedeva tantissimo tempo fa. Molto tempo prima che Perla si richiudesse nella sua stanza.Ametista cominciò a camminare in quel casino, dove era l'unica che riusciva a orientarsi. Superò una pila di armadi, per poi arrivare ad un gruppo di veri e propri sacchi neri. Dunque passò davanti a un frigorifero, della cui esistenza si era proprio dimenticata; stava per fermarsi per vedere se contenesse qualcosa, quando un veloce sguardo verso Garnet le fece cambiare idea. Quindi proseguì. Ad un certo punto arrivò ad un mucchio altissimo, che formava un trampolino. Sotto di esso si trovava una pozzanghera.
"Eccoci" disse.
Stava per tuffarsi dentro la pozza, quando Garnet la bloccò, afferrandola per una spalla:
"Da qui in poi proseguo solo io."
Ametista non rispose, e si mise da parte.
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True love: trecento anni dopo
FanfictionNon c'è nulla peggiore di una sofferenza, e non esiste peggiore sofferenza di quella dovuta alla morte della persona che si ama. (Fanfiction su Steven Universe) [In realtà avevo pubblicato parte di questa storia in precedenza, ma, per vari motivi, h...