Speravo con tutto il cuore che l'idea che mi era venuta in mente funzionasse davvero.
Il mio unico desiderio, in quel momento, era quello di incrociare nuovamente gli occhi color nocciola di Shawn. Quegli occhi che nel mese passato insieme mi sono sempre sembrati buoni, gentili, dolci.
Mentre sono in macchina, sul sedile accanto a quello su cui mio padre sta guidando con prudenza, chiudo gli occhi e stringo forte il mio cellulare, su cui ho registrato la melodia.
"Deve funzionare, altrimenti io..."
Non faccio nemmeno in tempo a pensare quella frase che i miei occhi si riempiono di lacrime. Sto diventando troppo pessimista, e non è da me, ma il volto di Shawn tumefatto a causa dei pugni presi è qualcosa che mi lacera il petto.
Ci vorrebbe davvero un miracolo perché si svegli, e spero che quel miracolo sia la sua stessa composizione, anche se suonata miseramente dalla sottoscritta.
Magari le note, il ritmo allegro... Se davvero chi è in coma sente tutto ma non è in grado di reagire, con la musica potrebbe cambiare qualcosa, no?
Basterebbe anche solo che muovesse un dito, una palpebra... qualcosa, per mostrarci che sta lottando per riemergere.
Quando arriviamo davanti all'ospedale, non aspetto nemmeno che mio padre arresti del tutto l'auto. Scendo appena inizia a rallentare, col rischio di farmi investire da una signora in bicicletta, e mi precipito all'entrata. Non prendo l'ascensore, dovrei aspettare che arrivi al piano terra e non ho tempo né voglia, quindi salgo le scale correndo a perdifiato fino ad arrivare al reparto in cui è ricoverata la persona che mi manca da morire.
Spalanco la porta facendola sbattere sonoramente contro il muro. I genitori del ragazzo sono già lì, e un po' rimango delusa. Avrei voluto essere la prima, così avrei potuto parlargli qualche minuto.
Clara mi fa cenno di allungarle il cellulare. Non vorrei, ma devo, in fondo è in gioco la vita di suo figlio. Glielo allungo, e lei clicca subito su play per far partire la musica.
Circumnavigo il lettino su cui Shawn riposa inconsciamente e mi sistemo alla sua sinistra. Lo guardo, cercando di concentrarmi sulle parti di pelle rosee e non violacee, ma mi è difficile.
"Spero che la polizia abbia trovato chi ti ha fatto questo Shawn, altrimenti mi metterò alla ricerca di quei teppisti io stessa, cascasse il mondo" penso, cercando di infondere le mie mute parole nella testa del ragazzo.
Intanto le note riempiono la stanza e i minuti scorrono inesorabilmente. Clara fa ripartire la canzone una seconda volta, mentre io, col cuore in gola, rimango ancorata alla mano del mio amico senza nessuna voglia di levare la mia.
«Perché non si sveglia?»
La donna di fronte a me è sul punto di scoppiare, e infatti poco dopo si getta tra le braccia inermi del figlio, sfogando tutto il suo dolore.
Dentro di me sento un macigno, uno scoglio che mi schiaccia il cuore.
Non si è svegliato.
_
Sono le sette di sera quando io e Shawn rimaniamo finalmente soli. Il padre è stato costretto a portare via la moglie con l'aiuto di due medici dato che aveva iniziato a delirare dalla disperazione.
Una scena davvero orribile.
Mio padre invece, dopo aver in tutti i modi provato a convincermi a tornare a casa a riposarmi, o perlomeno, a mangiare qualcosa al bar, ha ceduto e se n'è andato.
Ora sono sola, ho il ragazzo tutto per me.
Gli accarezzo i capelli, il viso, il collo, le mani. Prendo le sue dita e me le porto alla gota, poi alle labbra. Gli bacio le dita lunghe e affusolate, da pianista, ma non ottengo nessuna reazione.
Provo a iniziare una conversazione, ma sul nascere mi si spezza la voce.
Riprovo.
«Shawn, so che mi senti. Sono Camille, anzi, Riley, come ti piace chiamarmi. Amo il modo in cui pronunci il mio nome, sai? È così... dolce e allo stesso tempo sexy. Come te» dico accennando una breve risata. «Non te lo aspettavi eh? O forse sì? Ti ricordi quando hai provato a baciarmi quella sera al fiume? Beh, avrei tanto voluto baciarti anche io è solo che, come ti ho spiegato più tardi, avevo paura. Paura di rimanere scottata di nuovo dal mio migliore amico. Perché era così che ti ritenevo l'unico vero amico che avevo. Oh no, non parlo al passato per pessimismo, non in questo momento almeno. Parlo al passato perché non sei più un amico per me, sei... non lo so nemmeno io. Sei speciale questo è sicuro. Sei la persona a cui penso ogni notte quando dovrei dormire ma non riesco, sei la persona con cui vorrei ridere e scherzare nei giorni a venire. Però se tu non apri gli occhi come faccio? Vuoi davvero lasciarmi sola su questa terra abitata da mostri?»
Mi fermo.
Non so più che altro dire. Forse dovrei solo agire giunta a questo punto del mio discorso.
«Mio padre ha detto che le persone in coma sentono tutto e spero proprio che tu senta questo» sussurro avvicinandomi al viso del moro.
Appoggio piano le mani sulle sue tempio e mi avvicino alle sue labbra come la sera prima. Premo le mie leggermente, per fargli capire che ci sono, che sono lì per lui e che lo voglio sveglio.
«Svegliati, ti prego, svegliati» soffio sulla sua bocca.
Una lacrima mi scivola via e finisce sul suo labbro inferiore, che bacio nuovamente.
Poi mi allontano, lo guardo immobile ed è in quel momento che la macchina a cui è collegato inizia ad aumentare il suono.
Inizialmente non capisco e sto per fiondarmi a chiamare qualcuno, fino a quando non lo vedo.
Il viso di Shawn si muove, appena appena, ma si muove. Le labbra gli tremano piano, le palpebre anche.
Porto entrambe le mani sulle guance e non riuscendo a trattenermi urlo di gioia.
«Shawn, mio Dio!»
Gli stringo le mani bianche ed esili e quando il mio sguardo incontra finalmente il suo, dopo un mese, per poco non svengo.
Il giovane sbatte lentamente le ciglia e mi osserva. Emette un piccolo colpo di tosse poi, dopo un lungo minuto, mi sorride.
«Amore mio» dico e non faccio nemmeno caso a come l'ho chiamato perché mi è uscito spontaneamente, ed è la pura verità.
Gli bacio una guancia, prima che lui, a bassa voce, con tono flebile flebile, mi dica: baciami ancora, come prima.
Non so cosa intenda con "come prima" perciò faccio per avvicinarmi nuovamente alla gota color porcellana, ma lui si volta e mi mostra le sue labbra piene e rosee.
Beh, direi che ora è abbastanza chiaro.
Mi precipito sulle sue labbra e finalmente lo bacio come, da troppo tempo, entrambi desideravamo.
Fighter Space.
Piango tantissimo 😭
Finalmente Shawn si è svegliato e Dio solo sa cosa succederà d'ora in avanti.
Prevedo scintille 😉
Cosa ne pensate del capitolo? E di Riley? Vi piace il suo personaggio?
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The Fighter | S. M. {Conclusa}
FanfictionShawn è imprigionato dalle catene di una rara malattia, una malattia da cui non può guarire. Per questo è un ragazzo insicuro, diffidente, e il più delle volte pessimista. Si sente libero solo tra le mura della sua camera, con le dita appoggiate ai...