Epilogo

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Illusione.

Sì, credo sia la parola giusta per descrivere questi miei ultimi tre mesi.
È che uno, alla fine, inizia col crederci davvero al fatto che la sua vita stia cambiando sul serio, stia migliorando, sia tutto perfetto, capite? Invece poi capita che c'è sempre qualcosa che gli fa dire "no, mi stavo solo illudendo".

E a me è successo proprio questo.

Tre mesi fa, a settembre, quando ho iniziato ad andare al gruppo di sostegno, ero una persona totalmente afflitta dalla sua assurda malattia da non riuscire nemmeno a sorridere a qualcuno per strada, o in un negozio. Ero convinto, ma di una convinzione morbosa, attanagliante, che mai nessuno si sarebbe accorto di me, da essere costantemente avvolto da pensieri tristi, negativi, mortali.
Non a caso ho tentato il suicidio una volta e pensato ad esso almeno cento.

Ma poi ho conosciuto lei e, beh, dal momento in cui ho incrociato i suoi occhi qualcosa dentro di me si è spezzato. Il guscio che avvolgeva il mio cuore e lo teneva stretto, protetto, si è schiuso, facendomi, piano piano, innamorare di lei.

Ma Camille Riley Foster non è stata solo la ragazza che ha rapito il mio cuore, è stata l'anima pia che mi ha ridato la fiducia in me stesso, che ha raccolto la mia fragilità e l'ha trasformata in sicurezza. Perché io di fianco a lei non mi sentivo più una nullità, ma qualcuno. Mi sentivo lo Shawn che avrei sempre voluto essere.

Ma ora, con le dita appoggiate sui tasti bianchi e lo sguardo fisso sul materiale lucido del pianoforte, capisco che quell'amore che c'è stato tra di noi era solo un'illusione. Deve essere per forza così, altrimenti il destino non me l'avrebbe portata via, per sempre.
E lì, mentre sto per suonare la sua melodia, mi arrabbio, mi infervoro col mondo, e inizio a premere con forza i tasti mentre le lacrime mi scendono copiose sulle guance mentre cerco di capire perché, perché sia uscita da quel bar proprio in quel momento e perché si sia messa a correre per attraversare la strada. E perché quella moto che me le ha strappato la vita sia passata di lì proprio a quell'ora.

Suono, suono perché non posso fare altro. Suono perché è l'unico modo per ringraziarla di quello che ha fatto per me.

L'amore è un'illusione, o peggio, non esiste.
Come si può amare qualcuno se poi ti viene strappato via dalle braccia? Che senso ha?

Oh, Riley, ti ho amato così infinitamente che mi chiedo se non sia stato solo un sogno.
Ma poi guardo il tuo regalo di Natale, quello che mi hai dato poco prima dell'incidente e un attimo dopo aver fatto pace. La catenina d'argento splende attorno al mio polso e il ciondolo con il pettirosso sembra guardarmi e dirmi "io sono ancora qui, con te".

Cosa mi resta ora? Niente.
Chi mi darà ancora la fiducia in me stesso? Perché l'ho persa, sai? Di nuovo.
Eri l'unica e credo che l'unica rimarrai, finché avrò vita.
Ma tanto ti raggiungerò presto, perché una vita senza te, sarebbe troppo da sopportare.
Quindi a presto, mia dolce Riley, ci vediamo dove le illusioni non esistono.

Fine.

Fighter Space.
Piango? No.
È così che doveva finire questa storia, senza un lieto fine.
So che molti di voi si aspettavano il "per sempre felici e contenti" ma no, non questa volta.
Il mio Shawn è partito tormentato ed è finito allo stesso modo. Ha avuto i suoi momenti di gloria ma sono passati.
Ho cercato di portare un po' di realtà in questa ff, di renderla il più vera possibile.
So anche che avevo scritto, nel capitolo precedente, che ci sarebbero stati altri due capitoli, ma alla fine ho preferito scrivere subito l'epilogo. Se avessi scritto un altro capitolo, sarebbe servito solo ad allungare la storia e non a darle più senso, quindi..
Alla prossima storia.
Chia.

The Fighter | S. M. {Conclusa} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora