Shawn.
«Sì, quello è Jordan, il mio ex migliore amico»
Guardo colei che ha appena pronunciato quelle parole per cercare di capire se mi sta prendendo in giro, ma la sua espressione – seria e sorpresa allo stesso tempo – mi fa dedurre che è tutt'altro che uno scherzo.
«Che ci fa davanti a casa tua?» domando, rivolgendo nuovamente lo sguardo verso il ragazzo che ora si sta avvicinando a passi incerti verso di noi.
Riley scuote il viso e alza le spalle, e quel suo gesto è tutto ciò che ottengo come risposta, dato che subito dopo apre la portiera e scende dall'auto.
La osservo avvicinarsi a lui, e solo quando anche lo sconosciuto è più vicino alla mia visuale, mi prendo un momento per studiarlo meglio. Il buio della sera mi è leggermente nemico, ma riesco a percepirne i capelli color grano e gli occhi chiari. E' alto, ma non troppo, e ben piazzato. I lineamenti del viso sono ben marcati, la mandibola squadrata da vero americano.
Jordan le sorride, ma la luminosità dei suoi denti dura solo un secondo perché poi la sua espressione torna seria, quasi triste.
Li vedo parlare, ma non capisco una parola, perché, non so per quale motivo, sono rimasto in macchina. Forse per lasciare loro un po' di privacy, mi dico, ma poi ci ripenso e no, non è affatto per quello.
La verità è che voglio osservare le sue mosse, di lui, di quel ragazzo di cui, l'unica cosa che so, è che era amico della mia fidanzata e per il quale lei aveva una cotta madornale.
Al solo pensiero, la gelosia che possiedo tenta di affiorare, ma riesco ancora a trattenerla, almeno fino a quando non vedo Riley alzare le braccia e sporgersi verso di lui per poi abbracciarlo.
Ecco, in quel momento non riesco a trattenermi.
Di getto apro la portiera, faccio uscire prima la stampella poi i miei piedi, sbatto la portiera senza mai perderli di vista e mi dirigo verso i due, ancora uniti.
Giunto a poca distanza tossisco per attirare l'attenzione e vedere se, almeno uno dei due, sia così gentile da staccarsi dall'altro. E, per fortuna, è Riley ad allontanarsi.
«Shawn...» inizia a dire, ma la sua voce ha qualcosa di strano, è come... se stesse per piangere.
«Lui è Jordan. Jordan, Shawn, il mio ragazzo»
Bene. Se non altro ha messo subito le cose in chiaro, penso mentre il biondo di fronte a me allunga la mano destra, che stringo con, forse, troppa forza.
«Tutto okay?» domando dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio.
Riley non mi guarda, al contrario rivolge lo sguardo al ragazzo accanto a lei che si passa una mano dietro il collo.
C'è qualcosa che non va, lo sento.
«Ti spiace se rimango un po' con Jordan? So che avevamo detto di mangiarci qualcosa e stare insieme, ma... dopo ti spiego» sussurra, avvicinandosi a me e stampandomi poi un delicato bacio sulle labbra prima di tornare da lui.
Vorrei dirle che sì, mi dispiace lasciarla con colui che l'ha fatta soffrire, ma decido di avere fiducia in lei come ho sempre fatto. In fondo, ora sta con me, giusto?
Sì, ma era comunque innamorata di lui prima di conoscerti, mi ricorda la mia parte irrazionale e melodrammatica.
E allora mi allontano verso casa, rivolgendo un'ultima occhiata alla coppia alle mie spalle.
-
E' ormai mezzanotte quando sento la porta d'ingresso aprirsi.
Dal salotto, dove mi trovo seduto sul divano, vedo Riley fare capolino da dietro la porta. Ha l'aria stanca, ma appena mi vede si sforza comunque di sorridermi. Io, invece, non riesco a trattenermi dal farle la domanda che mi ha tormentato per un'ora:
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The Fighter | S. M. {Conclusa}
Hayran KurguShawn è imprigionato dalle catene di una rara malattia, una malattia da cui non può guarire. Per questo è un ragazzo insicuro, diffidente, e il più delle volte pessimista. Si sente libero solo tra le mura della sua camera, con le dita appoggiate ai...